RECENSIONE CONCERTO ELVIS PRESLEY: ATLANTA, GEORGIA - 30 APRILE 1975

Il reporter Art Harris, del giornale "The Atlanta Constitution" più che assistere al concerto, ha seguito alcune fans che hanno cercato di raggiungere ELVIS mentre si trovava ancora in albergo. Non si sa cos'abbia contro di loro e contro ELVIS, ma le sue parole sono abbastanza pesanti nei confronti di entrambi. 

Data Concerto: 30 Aprile 1975
Luogo: Omni, Atlanta, Georgia
di: Art Harris
Giornale: The Atlanta Constitution
Pubblicato il: 01 Maggio 1975
CERCANDO - E TROVANDO - RE ELVIS

Alcune donne sono arrivate sulla sedia a rotelle; alcune zoppicavano con le stampelle, altre indossavano abiti di raso che si aggrappavano alle curve della cellulite, i capelli arruffati fino a diventare vaporosi. E quando le luci si sono abbassate - prima che lui mormorasse "Well, Well, Well"  - si sono lasciate andare ad un sussulto, urlando "Love-Me-Tender".
Per contraccambiare, Elvis ha regalato loro musica, movimenti, più di una dozzina di sciarpe blue sudate e si è prostrato sul palco per regalare grandi umidi baci. E le prescelte si voltavano piene di gioia e soddisfazione nei loro occhi.
Elvis Presley, appena compiuti 40 anni ed impegnato nella battaglia contro il sovrappeso, indossava un completo in seta bianca personalizzato con un colletto alto, spalline azzurre e strisce, pantaloni con strass che tremolavano e luccicavano quando lui si scuoteva. I suoi folti capelli neri erano lisciati all'indietro grazie a brillantina da ragazzi. Il Re era tornato.
La sua giacca era tenuta da un solo bottone in vita e, quando si piegava, si poteva scorgere il contorno più scarno di una generosa maniglia dell'amore. Elvis, con il viso pieno, sta partorendo un doppio mento.
"Ha ancora un aspetto fantastico" ha detto prima del concerto una fan che lo aveva visto a Las Vegas tre settimane prima. "Non c'è niente che non vada in lui. Si vede che ha preso un po' di peso, ma è ancora ugualmente bello".
Elvis si è scaldato macinando scatti pelvici per scherzo.
"Forse ho bisogno di un lavoro di lubrificazione".
La sua voce da baritono si è fatta largo attraverso più di 20 vecchi brani di successo, tra cui "CC Rider", "Love Me Tender", "I Got A Woman", "Blue suede Shoes" e "Hound Dog".
"Honey" ha sussurrato "you lied when you said you love me..."
"Ti amiamo, ti amiamo, ti amiamo" urlavano. E la signora Marylin Goodwin di Decator ha detto: "Non perderei cinque minuti da sola con lui. Mio marito ha detto che mi darebbe il permesso..."
La signora Beverly Mickle, una decoratrice di torte di Chamblee, ha portato ad Elvis una bambola tigre nascosta in sacchetti di plastica della spazzatura perché "lui è una cintura nera di 8° Dan e il suo soprannome è Tiger". Ha preso una sciarpa blue ed una grande bagnata.
Nelle prime ore di Mercoledì pomeriggio, una folla molto minacciosa di circa 200 persone si era radunata fuori lo Stouffers, dove Elvis alloggiava.
Si sono riversate su Peachtree per osservare meglio il balcone superiore. Una paffuta donna di mezza età, con pantaloni attillati rosso fuoco, alzava le mani in aria, puntando verso il cielo.
"ECCOLO!" ha urlato. "È lassù con quella ragazza. Lui indossa gli occhiali da sole."
La signora Shirley Ivey di Snellville aveva puntato un binocolo ad alta potenza sul 24° piano. "EEEEEEEEEEEEEEELVIIIIIIIIIS!" ha urlato. "EEEEEEEEEEEEEEELVIIIIIIIIIS".
"Oh mio Dio, oh mio Dio, oh mio Dio" ha sussurato Vicki Spencer di Forrest Park, un'abitante di periferia venuta in città per l'evento.
La signora Ivey, una casalinga molto nervosa, aveva portato i suoi tre figli a perseguitare Elvis Presley, dopo la parata del fan club "Fever for Elvis" lungo Peachtree, fino a Stouffers. Elvis non era nella parata. Era nella sua stanza.
La signora Ivey era una tipica fan. Indossava pantaloncini neri, scarpe da ginnastica per mantenere l'equilibrio in caso di svenimento ed una maglietta azzurra di Elvis. Sventolava il cartello "La felicità è un concerto di Elvis".
"Mi ha toccata due volte" raccontava, cercando di descrivere il suo rossore. "Una volta a Knoxville e la settimana scorsa a Macon. Da allora niente è più stato lo stesso. E' stato come un tuono, un fulmine. Un terremoto".
Ha steso la sua mano destra per dimostrazione. "L'ha toccata proprio qui."
"Oh mio Dio, oh mio Dio, oh mio Dio" diceva la sua amica.
La signora Spencer, che allungava la mano per toccare la mano che Elvis aveva toccato. "Devo andare lassù. So per certo che è lassù a guardare questa parata. Sa che Atlanta lo ama. Proverò ad arrivare lassù..."
Sig.ra Ivey: "Non vuoi andare in prigione, Vicki. Ti perderesti il ​​concerto!"
Ethel Regan, presidente del fan club locale di Elvis composto da 100 membri, aveva organizzato la parata di 30 veicoli che comprendeva i DJ radiofonici Miss Georgia Universe e carri ed auto che ricordavano i film di Presley "per dare il benvenuto ad Elvis ad Atlanta".
Il fan club si riunisce sei volte all'anno, ha spiegato, e in occasioni speciali come San Valentino e Natale, noleggiano vecchi film di Elvis e mostrano filmati amatoriali e foto istantanee che i membri affezionati hanno scattato in giro per il paese del loro eroe. La signora Regan ha una casa in cui vende istantanee del "Re".
"Non è necessariamente qualcosa a livello sessuale per me" ha detto, cercando di spiegare l'estasi estrema del pomeriggio. "È bello ed adoro la sua voce, ma mi attira e basta. È difficile da spiegare..."
Cheryle Dennis, un'impiegata della Mead Packaging che stava facendo una lunga pausa pranzo, la mette così: "Se solo potessi parlargli. Gli direi quanto lo amo e lo ammiro... e se potessi mettergli le mani addosso. .."
Barbera Mauldin, una casalinga di 29 anni di Mableton, ha assunto una posa da cheesecake con una suggestiva tuta rossa ed ha viaggiato in una decappottabile con la scritta "VIVA". La rossa lentigginosa avrebbe dovuto essere l'attrice Ann Margaret, che aveva recitato al fianco di Elvis nel film.
E c'erano ragazze hula, in realtà donne sulla trentina, in calzoncini corti che trattenevano il fiato. Rughe grasse si insinuavano sui loro fianchi, la cellulite orlava i polsini".
Fuori Stouffers, la signora Ivey stava spiegando che aveva preso l'ascensore fino al 24° piano alla ricerca di Elvis.
"Sono stata lassù una volta" ha raccontato. "Ma un poliziotto mi ha detto di andarmene velocemente." Ricordava la storia con calma. Poi delle figure simili a formiche sono uscite sul balcone del 24esimo piano".
Clint, il figlio quattordicenne della signora Ivey, fu il primo a vederlo. Iniziò a saltare su e giù come un pupazzo a molla impazzito. "LO VEDO, LO VEDO, LO VEDO."
"QUALCUNO PRENDA I MIEI OCCHIALI!" ha strillato la signora Ivey. La sua giovane figlia li ha recuperati dal marciapiede mentre la madre ha strappato il binocolo al figlio.
"EEEEEEEEEEEEEEEEEEELVIS!" ha strillato. "OH, STO PER MORIRE!".
Ed hanno iniziato una corsa, strillando ed urlando attraverso l'atrio dello Stouffers, giù per una scala mobile, fuori sul retro, dove hanno raggiunto la cima di una piccola salita di cemento distante 24 piani direttamente sotto Elvis.
Il viso della signora Ivey è diventato viola e sembrava che avesse bisogno di cure mediche. Medici e infermieri sono usciti dal Doctor's Memorial Hospital di fronte all'hotel, ma non hanno fornito assistenza.
Clint stava spiegando come aveva avvistato Elvis: "Continuavo a tenere gli occhiali alzati. È uscito con una ragazza e stava mangiando qualcosa da una lattina. Sono corso a dirlo a mia madre e continuavo a salutare e lui ha risposto al saluto".
Successivamente. Le donne pianificano un raid di commando tramite ascensore. Ma Clint ne aveva abbastanza: "Ho già provato ad arrivare lassù tre volte". Sua madre era scomparsa. Nell'ascensore, lei sta tremando.
"E se lo vedessi?"
E se lo vedessi? si sta chiedendo. Dice che non sa cosa farà se lo vedrà. Le luci dell'ascensore vanno: 1, 2, 3, 4, 5, ... 21, 22, 23, 24.
"Questo piano è blindato" dice con voce burbera un poliziotto. Tende la mano come se fosse un segnale stradale e questo è tutto ciò che dice. Nemmeno un piede sul piano di Elvis. Le luci dell'ascensore vanno: 24, 23, 22, 21...3,2,1
Ci sono circa 20 donne che gironzolano nella hall. Dicono che aspetteranno tutto il tempo necessario per vederlo. Una è un'impiegata statale e assomiglia a Lily Tomlin. Non vuole dare il suo nome. È in "pausa pranzo prolungata". Le donne mostrano istantanee di Presley, del suo produttore discografico, dei membri della sua band: chiunque sia vagamente associato a "The Pelvis" va bene per lo scrapbook.
Hanno provato "tutto" per passare queste foto ad Elvis tramite le guardie. La sua guardia del corpo personale è cintura nera di karate e gestisce una palestra di karate a Memphis.
"Qualunque cosa?" chiede una donna.
"Quasi tutto" dice la fan.
Un dirigente benestante si fa strada tra le donne nella hall. Sembra che abbia fretta per un incontro di lavoro e porta una valigetta sotto il braccio.
"Donne orribili che urlano" sogghigna. "Non ho mai visto così tante donne brutte. Ce n'è abbastanza per abbattere l'ego di un uomo".

Source: elvis concerts