RECENSIONE CONCERTO ELVIS PRESLEY: UNIONDALE, NEW YORK - 19 LUGLIO 1975

Data Concerto: 19 luglio 1975 (14:30)
Luogo: Nassau County Veterans Memorial Coliseum - Uniondale, New York
di: John Rockwell
Giornale: New York Times
Pubblicato il: 21 Luglio 1975

PRESLEY TRATTA I FANS MEGLIO CHE PUO'



Elvis Presley ha suonato al Madison Square Garden nel 1972 per la prima e l'ultima volta. Da allora, è rimasto incollato alle periferie, come la maggior parte delle persone di ceto medio.
Con l'eccezione che, quando vuole, il signor Presley può ancora fare rock, ed ha avuto voglia di scatenarsi per un sacco di tempo Sabato al Nassau Coliseum di Uniondale, Long Island.
Quando questo osservatore ha visto il signor Presley l'ultima volta, era anche in quell'occasione al Nassau Coliseum, due estati fa. Allora era grasso, pigro ed inconcludente. Sabato era ancora più grasso che mai, un cartone animato in grande stile paragonato alla sua energia degli anni Cinquanta. Ma non è stato pigro e sicuramente non è stato inconcludente.
Grasso o magro, in grande forma o pigro, ancora ispira ed accetta l'adorazione dei suoi fans con la grazia allegra di un re. I fans del signor Presley potrebbero non contare in tutto il Paese in questo periodo: i suoi dischi non sono più la garanzia del primo posto nelle classifiche.

IL DECORO HA PREVALSO:
Ma i suoi concerti fanno ancora il tutto esaurito nei palazzetti dello sport con mesi di anticipo ed il suo pubblico al Coliseum era composto uniformemente dai bambini fino alle nonne.
Erano educati e ben vestiti; il decoro ha prevalso davanti all'ingresso della star e l'estasi ben educata mentre era sul palco. Il suo seguito, probabilmente, include una gamma più ampia di bianchi americani rispetto a qualsiasi altro artista pop.
Il rituale di ogni concerto di Presley è cresciuto con l'età. Come molte altre pop star di questi tempi, annuncia il suo imminente arrivo con la fanfara di Richard Strauss usata in "2001", che per lui sembra più cosmicamente adatta rispetto ad altri.
Quando finalmente è emerso, è stato accolto da una marea di urla e flash. Le radici del signor Presley si trovano nella musica country e le folle country sono particolarmente dedite a scattare foto con il flash ai loro beniamini. Ma le increspate esplosioni di luce, ogni volta che si girava in una nuova direzione, sono state davvero uniche.
Il costume di Sabato pomeriggio era stato scrupolosamente concepito per mascherare e distrarre l'attenzione dalla sua mole, ed il suo aspetto più sorprendente era il suo puro sfarzo: fondamentalmente nero, pantaloni a zampa d'elefante ed un gilet sopra una camicia a doppia manica a sbuffo, ma in modo stravagante ricoperta di "gioielli" (presumibilmente strass) disposti con esagerazione barocca a tema dei disegni degli indiani d'America. Era meraviglioso.
Gli atteggiamenti del signor Presley sul palco sono pieni di interesse verso il pubblico e nei confronti dei componenti della band.
Sabato pomeriggio si è scherzato ancora più del solito; sembrava essere di umore particolarmente affabile. E ci sono sempre gli sguardi provocatori e gli ammiccamenti e le auto-parodie semi-accovacciate delle mosse di "Elvis the Pelvis" di un tempo.
Quando il signor Presley ha a cuore una canzone, taglia fuori la maggior parte del vaudeville. Ma quando si ritrova impantanato in canzoni che da tempo non suscitano più il suo interesse, inizia il rito delle sciarpe e dei baci.
Seguito da un rispettoso "aiutante", che avvolge le sciarpe intorno al collo di Presley ogni volta che è necessario, Elvis si avvicina alla folla, prende una mano dagli steli delle braccia tese e la impollina con una sciarpa. Ogni sciarpa ha abbellito il suo collo almeno per un momento: una è stato ulteriormente fortunata nell'essere stata fatta scivolare sotto le braccia.

BACI, DONNE, BAMBINI:
In alcuni momenti il signor Presley si è inginocchiato tra le braccia alzate, si è sporto ed ha baciato. Sabato pomeriggio ha baciato bambini e donne di tutte le età: nessun uomo.
I baciati si allontanano storditi, santificati. L'aura di revival è intensificata dal fatto che tutti i coristi di supporto di Mr. Presley sono cantanti gospel bianchi e neri.
Quando il signor Presley ha scosso per la prima volta la coscienza americana 21 anni fa, ha incarnato una ribellione giovane e tosta. Incredibilmente sensuali, le sue canzoni erano cariche di un'energia ritmica che ha spazzato via le sciocchezze di Tin Pan Alley ed ha dato vita al rock'n'roll.
Ma poi è entrato nell'esercito ed è emerso in una squallida sequenza di film schifosi. Per la maggior parte degli anni Sessanta, ha avuto la funzione di un fornitore di spensieratezza, la sua energia danzante e la sua sensualità erano state sovrapposte a una ponderosa maturità.
Il suo tanto pubblicizzato ritorno ai concerti dal vivo nel 1968 ha segnato un breve scatto di rinnovata energia, ma poi si è riadattato ad uno schema curiosamente imprevedibile di alternanza di quiete e convinzione.

ALCUNI CENNI A BATHOS:
Sabato pomeriggio ci sono stati alcuni cenni in direzione di Bathos, ed i pochi vecchi successi rock sono stati, per la maggior parte, borbottati e fatti passare velocemente, anche se ha cantato "Mistery Train" e "Heartbreak Hotel" iniziando con un po' di audacia.
Ma la maggior parte dello spettacolo era costituito da materiale moderatamente ritmato o rock evidente, in gran parte relativamente sconosciuto ad un pubblico che strillava al primo riconoscimento di una canzone famosa. Era come se Presley avesse deciso di riformulare il suo repertorio, imitando i lati più vivaci di Charlie Rich e Tom Jones.
Ma in realtà il signor Presley non imita nessuno. La sensualità giovanile è scomparsa da tempo; non potrebbe proprio essere diversamente.
Ma al suo posto c'è un affettuosità meravigliosamente rilassata e ironica, che può essere quasi altrettanto piacevole.
Il suo baritono è ancora più solido che mai, con il suo fondo umoristico e cavernoso ed il suo vibrato nasale in alto. Quando si impegna come ha fatto Sabato pomeriggio, raggiungendo le note più alte e modellando le frasi con la stessa disinvolta individualità che ha sempre contraddistinto i suoi lavori migliori, è ancora il re.