Data Concerto: 12 maggio 1974 - ore 15:00
Luogo: Selland Arena, Fresno, California.
Giornale: "The Fresno Bee"
di: David Hale
SUL PALCO: ELVIS PRESLEY
C'è qualcosa di strano e di meraviglioso nell'assistere ad un concerto di Elvis Presley, come entrare in una macchina del tempo. In termini di pubblico e di esibizione, è quasi come se la rivoluzione degli ultimi 15 anni nelle mode e negli atteggiamenti non fosse mai avvenuta.
Il pensiero è sopraggiunto vedendo l'uomo che ha contribuito così tanto al rimodellamento della musica pop una generazione fa in occasione del suo secondo concerto annuale di Domenica alla Selland Arena. E questa potrebbe essere la ragione principale del successo duraturo di Presley.
Tra le pop star che possono essere attrattive per un concerto, solo Bob Dylan può essere paragonato: nel settore del country e western - in cui Presley è anche molto grande - forse solo Johnny Cash e Merle Haggard.
E loro sono antitesi di Presley come intrattenitori con il loro abbigliamento semplice, le loro canzoni di compassione e di pathos relative alle ingiustizie sociali e morali e verso i lavoratori. Presley si distingue anche dai nuovi cantanti di ballate, le cui canzoni tendono ad essere autobiografiche e rivelatrici.
Presley, d'altra parte, emotivamente dona poche preziose briciole di sé: in alcuni momenti Domenica sera ha agito in modo così disinvolto che avrebbe potuto essere una passeggiata. C'era poco per dare un indizio sulla sua identità o sui suoi atteggiamenti.
Ciò che Presley ha da vendere è carisma e spettacolarità ed il concerto è stato un'ulteriore prova che in questo momento non ha eguali.
L'intero pubblico ha aspettato irrequieto, ma rispettoso, durante le interminabili proposte di sciarpe souvenir, posters ed album fotografici, 40 minuti di riscaldamento come quelli dell'anno scorso: il comico Jackie Kahane ed un trio di ragazze, The Sweet Inspirations, ed un intervallo prima di vedere finalmente "The Man".
Nella sua esibizione nell'America centrale, il pubblico avrebbe potuto quasi appartenere all'epoca di "Don't Be Cruel" e di "Hound Dog". Non si vedeva quasi un ragazzo con i capelli lunghi o di colore: c'erano molte persone sui 30 e 40 anni, nonni e bambini. Vestiti in modo molto ordinato e molto educati.
Ma l'entusiasta Presley ha dovuto semplicemente camminare sul palco - vestito con un abito bianco in stile karate, affusolato ed a zampa di elefante, con bordini blu e magnifica cintura ingioiellata - ed il pubblico ha urlato la sua approvazione. Mille flash hanno illuminato da tutti i lati la buia arena.
Ha indietreggiato fingendo paura in un crescendo di urla. Gli accordi di apertura di ogni canzone sono stati salutati con un coro di strilli ed ancora più applausi. E va da sé che alla fine ha ricevuto una standing ovation e molto di più.
Uno squadrone di nove poliziotti ed uscieri col berretto ha circondato il palco per proteggere l'idolo dai suoi fans. Ma quando Presley ha concluso con "The Wonder Of You" ed ha aggiunto, come un ripensamento, che l'enorme gingillo sulla sua mano sinistra era il regalo di Natale che si è fatto, anche le forze armate hanno faticato a trattenere la folla.
A centinaia, con ragazzini e donne abbastanza grandi da essere le loro madri, hanno fatto irruzione nella breccia, tra i posti a sedere e il palco. Il nostro eroe ha espresso il suo apprezzamento gridando "Siete belli!", ha toccato una ventina di mani stando al sicuro sul palco a due piani, ha lanciato ancora una o due sciarpe e se n'è andato.
Oltre ogni altra cosa, l'impressione che Presley ha lasciato è stata quella di un uomo a cui piace semplicemente esibirsi. Mette in gioco se stesso ed il pubblico, con movimenti pelvici, la posizione del karate, il valletto chitarrista pronto con un bicchiere d'acqua, un asciugamano o una sciarpa fresca.
Presley, nato quasi 40 anni fa a Tupelo, Mississippi, è un uomo con il senso degli inizi: ha cantato "Dixie", ma ha scherzato anche su questo, cambiando "Dixieland" in Disneyland. Lui scherza con l'immagine dell'oggetto sessuale: ha iniziato un'insinuante "Fever", ma ha mandato in frantumi gli umori mimando in falsetto una ragazza che chiamava "Elvis!" dalla balconata.
Lui è religioso: i fans evidentemente lo venerano anche per questo. Almeno tre canzoni avevano quel sapore, inclusa una nuova di zecca, "Help Me". E si è premurato di mostrarci un grande crocifisso luccicante.
Presley era in forma migliore, musicalmente e fisicamente, di quanto lo ricordiamo dal suo primo spettacolo in assoluto a Fresno. Ha fatto solo un gesto simbolico nel suonare la chitarra nell'apertura di "C.C. Rider".
Ma senza dubbio le questioni estetiche sono state minime, considerando il legame che la star ha con i fans grandi e piccini: "Signore", ha fatto appello un ragazzino dai capelli rossi, chiamando il presentatore mentre l'arena si svuotava: "Elvis tornerà di nuovo?".
E' sembrato rassicurato dalla risposta dell'uomo: "Lo speriamo, figliolo, lo speriamo".
Il pensiero è sopraggiunto vedendo l'uomo che ha contribuito così tanto al rimodellamento della musica pop una generazione fa in occasione del suo secondo concerto annuale di Domenica alla Selland Arena. E questa potrebbe essere la ragione principale del successo duraturo di Presley.
Tra le pop star che possono essere attrattive per un concerto, solo Bob Dylan può essere paragonato: nel settore del country e western - in cui Presley è anche molto grande - forse solo Johnny Cash e Merle Haggard.
E loro sono antitesi di Presley come intrattenitori con il loro abbigliamento semplice, le loro canzoni di compassione e di pathos relative alle ingiustizie sociali e morali e verso i lavoratori. Presley si distingue anche dai nuovi cantanti di ballate, le cui canzoni tendono ad essere autobiografiche e rivelatrici.
Presley, d'altra parte, emotivamente dona poche preziose briciole di sé: in alcuni momenti Domenica sera ha agito in modo così disinvolto che avrebbe potuto essere una passeggiata. C'era poco per dare un indizio sulla sua identità o sui suoi atteggiamenti.
Ciò che Presley ha da vendere è carisma e spettacolarità ed il concerto è stato un'ulteriore prova che in questo momento non ha eguali.
L'intero pubblico ha aspettato irrequieto, ma rispettoso, durante le interminabili proposte di sciarpe souvenir, posters ed album fotografici, 40 minuti di riscaldamento come quelli dell'anno scorso: il comico Jackie Kahane ed un trio di ragazze, The Sweet Inspirations, ed un intervallo prima di vedere finalmente "The Man".
Nella sua esibizione nell'America centrale, il pubblico avrebbe potuto quasi appartenere all'epoca di "Don't Be Cruel" e di "Hound Dog". Non si vedeva quasi un ragazzo con i capelli lunghi o di colore: c'erano molte persone sui 30 e 40 anni, nonni e bambini. Vestiti in modo molto ordinato e molto educati.
Ma l'entusiasta Presley ha dovuto semplicemente camminare sul palco - vestito con un abito bianco in stile karate, affusolato ed a zampa di elefante, con bordini blu e magnifica cintura ingioiellata - ed il pubblico ha urlato la sua approvazione. Mille flash hanno illuminato da tutti i lati la buia arena.
Ha indietreggiato fingendo paura in un crescendo di urla. Gli accordi di apertura di ogni canzone sono stati salutati con un coro di strilli ed ancora più applausi. E va da sé che alla fine ha ricevuto una standing ovation e molto di più.
Uno squadrone di nove poliziotti ed uscieri col berretto ha circondato il palco per proteggere l'idolo dai suoi fans. Ma quando Presley ha concluso con "The Wonder Of You" ed ha aggiunto, come un ripensamento, che l'enorme gingillo sulla sua mano sinistra era il regalo di Natale che si è fatto, anche le forze armate hanno faticato a trattenere la folla.
A centinaia, con ragazzini e donne abbastanza grandi da essere le loro madri, hanno fatto irruzione nella breccia, tra i posti a sedere e il palco. Il nostro eroe ha espresso il suo apprezzamento gridando "Siete belli!", ha toccato una ventina di mani stando al sicuro sul palco a due piani, ha lanciato ancora una o due sciarpe e se n'è andato.
Oltre ogni altra cosa, l'impressione che Presley ha lasciato è stata quella di un uomo a cui piace semplicemente esibirsi. Mette in gioco se stesso ed il pubblico, con movimenti pelvici, la posizione del karate, il valletto chitarrista pronto con un bicchiere d'acqua, un asciugamano o una sciarpa fresca.
Presley, nato quasi 40 anni fa a Tupelo, Mississippi, è un uomo con il senso degli inizi: ha cantato "Dixie", ma ha scherzato anche su questo, cambiando "Dixieland" in Disneyland. Lui scherza con l'immagine dell'oggetto sessuale: ha iniziato un'insinuante "Fever", ma ha mandato in frantumi gli umori mimando in falsetto una ragazza che chiamava "Elvis!" dalla balconata.
Lui è religioso: i fans evidentemente lo venerano anche per questo. Almeno tre canzoni avevano quel sapore, inclusa una nuova di zecca, "Help Me". E si è premurato di mostrarci un grande crocifisso luccicante.
Presley era in forma migliore, musicalmente e fisicamente, di quanto lo ricordiamo dal suo primo spettacolo in assoluto a Fresno. Ha fatto solo un gesto simbolico nel suonare la chitarra nell'apertura di "C.C. Rider".
Ma senza dubbio le questioni estetiche sono state minime, considerando il legame che la star ha con i fans grandi e piccini: "Signore", ha fatto appello un ragazzino dai capelli rossi, chiamando il presentatore mentre l'arena si svuotava: "Elvis tornerà di nuovo?".
E' sembrato rassicurato dalla risposta dell'uomo: "Lo speriamo, figliolo, lo speriamo".