INTERVISTA A VERNON PRESLEY - 1978

Dalla rivista "Good Housekeeping" - Gennaio 1978

Prima di tutto, voglio dire che raccontare questa storia sarà difficile, ora che Elvis se n'è andato. Quelli di voi che hanno perso le persone amate, che hanno sofferto quello che sto soffrendo io adesso, capiranno cosa intendo dire.
La morte di Elvis è stata così improvvisa, che ci vorranno anni prima che sia in grado di accettare che è realmente accaduto.
Eppure, anche mentre sto soffrendo, sono profondamente confortato dalle migliaia di fans che hanno amato Elvis e che hanno espresso il loro cordoglio. Loro sanno che non lo vedranno mai più esibirsi, ma conserveranno sempre il ricordo della gioia che lui ha dato loro, come farò anch'io.
Il mio amore per mio figlio è iniziato ancora prima che nascesse l'08 Gennaio 1935. A quel tempo non c'era quasi nessuno più povero di me e mia moglie Gladys. Ma noi eravamo felici ed eccitati quando abbiamo saputo che stavamo per diventare genitori. Avevo solo 18 anni, ma durante tutta la gravidanza di Gladys non è mai capitato che non fossi in grado di prendermi cura di lei e del bambino. La nascita di Elvis fu lunga e difficoltosa per mia moglie, il suo travaglio è durato molto.
I miei genitori erano con noi nella nostra casa, insieme a due donne, una levatrice, che ci disse quando era il momento di chiamare il dottore. Dopo quella che è sembrata un'eternità, nacque un bambino...morto. Ero desolato per la perdita del nostro bambino.
Ma poi mio padre mise una mano sulla pancia di mia moglie e disse: "Vernon, c'è un altro bambino qui!" Ai tempi in cui Elvis è nato, la medicina non era abbastanza avanzata per poter diagnosticare l'arrivo di due gemelli, pertanto la sua nascita ci prese totalmente di sorpresa.
I nostri piccoli si somigliavano, non penso fossero veramente identici. Anche se il primo nato era morto, l'abbiamo chiamato Jesse, come mio padre; il più giovane l'abbiamo chiamato Elvis, come me, in quanto il mio secondo nome è Elvis.
Abbiamo scelto come secondo nome Garon per Jesse, e Aron per Elvis perchè conoscevamo una coppia che aveva due gemelli con quei nomi.
Sicuramente, io ed Elvis, nel corso degli anni, ci siamo chiesti se la sua vita sarebbe stata drasticamente diversa se suo fratello fosse vivo. Sono arrivato alla conclusione che non sarebbe stato così, perchè credo che la carriera di Elvis e il suo contributo al mondo erano destinati ad essere così fin dall'inizio.
Fin dai primi anni della sua vita, alcune cose che sono successe mi hanno convinto del fatto che Dio aveva dato a mia moglie ed a me un bambino molto speciale per il quale Lui aveva progetti molto speciali.
Io e Gladys eravamo così orgogliosi di Elvis ed eravamo così entusiasti da volere ancora altri figli. Ma, per motivi che il medico non riusciva a capire, non ne abbiamo avuto nessuno.
Mentre Elvis cresceva da neonato a bambino a ragazzo, abbiamo consultato altri medici per capire come mai non riuscivamo ad avere altri figli. Abbiamo anche pregato per questo.
Non c'era una ragione medica per la quale mia moglie non riusciva a rimanere incinta ancora una volta, ma andò così.


Elvis Presley 1945
Quando Elvis aveva circa 10 anni, il motivo mi venne rivelato molto chiaramente in un modo che non riesco a spiegare. Posso solo dire che Dio parlò al mio cuore e mi disse che Elvis era il solo figlio che avremmo avuto e il solo di cui avremmo avuto bisogno.
Elvis è stato un dono speciale che ha riempito completamente le nostre vite.
Senza il piccolo Jesse, che nacque morto, senza altri figli che speravamo di avere, abbiamo capito che eravamo una splendida e completa famiglia.
Non appena ho capito che Elvis era destinato ad essere figlio unico, mi sono sentito come sollevato da un peso. Non mi sono più chiesto perchè non abbiamo avuto altri figli o figlie. E' difficile spiegare i sentimenti che Elvis, sua madre ed io avevamo l'uno per gli altri.
Anche se avevamo amici e parenti, inclusi i miei genitori, noi tre formavamo un nostro mondo privato. Elvis era un bravo bambino, che raramente ci ha dato preoccupazioni.
L'ho sculacciato pochissime volte, ma ora che ci ripenso, credo sia stato per niente.
Ero diacono nella chiesa "Assembly Of God" ad East Tupelo ed ero solito portare Elvis in chiesa con me ogni domenica. Più tardi, quando ci siamo trasferiti a Memphis, è stato battezzato nella mia chiesa, sebbene nè la "Assembly Of God" nè nessun'altra confessione l'ha preso completamente.
Elvis è cresciuto molto attaccato a sua madre. Era solito chiamarla con un nomignolo tipo "Baby". Era affezionato anche a me, cosicché avevamo un meraviglioso e bilanciato rapporto familiare. Non ho scelto un traguardo per lui, per poi indirizzarlo in una certa direzione. Alcuni padri vogliono che i loro figli giochino a football, o diventino avvocati o qualsiasi altra cosa. Io volevo solamente che Elvis facesse quello che lo rendeva felice.
Quando era un ragazzo, gli chiesi di venire a caccia con me, ma quando mi rispose: "Papà, io non voglio uccidere gli uccelli!", non ho tentato di convincerlo ad andare contro i suoi sentimenti.

Ci fu un giorno terribile, quando Elvis aveva circa 6 anni. Aveva sviluppato una tonsillite acuta e aveva la febbre alta, era sull'orlo delle convulsioni. Gladys ed io temevamo di perderlo. Anche il nostro medico ci disse che non c'erano speranze. "Non posso fare nient'altro" ci disse. "Forse dovreste chiamare un altro dottore".
Quello, in effetti, fu quello che abbiamo fatto, perchè mia moglie ed io ci mettemmo a pregare il più grande guaritore di tutti, Dio. Credo nella preghiera. Credo nei miracoli, così quel giorno pregai Dio che potesse miracolosamente guarire il nostro bambino.
Mia moglie ed io pregammo insieme e separatamente, e durante quella notte Elvis iniziò a migliorare. Dio aveva operato il miracolo che avevamo chiesto, dandomi ancora una volta la certezza del fatto che la vita di nostro figlio era speciale.
Non intendo dire che sapevo che Elvis era destinato a diventare famoso, perchè a quel tempo l'idea non ha mai attraversato la mia mente. Una persona non deve essere un cantante oppure una star del cinema oppure un presidente per ricoprire un ruolo importante nel mondo. Può essere un camionista o un contadino o qualsiasi altra cosa e dare il suo contributo. Sapevo solamente che Elvis aveva un contributo da dare in un modo o nell'altro, che il Signore sembrava avere la Sua mano su di lui.

Lo scrittore di un libro orribile e pieno di menzogne su Elvis, ha detto alla TV che noi Presleys non eravamo nulla, se non povera spazzatura bianca.
Beh, voglio rispondere proprio qui, perchè il suo commento ha offeso l'intero stato del Mississippi.
Eravamo poveri, non l'ho mai negato. Ma non eravamo spazzatura! In realtà, non sono sicura di cosa intenda per "spazzatura". Ci sono stati momenti in cui non avevamo niente, se non  pane e acqua. Ma abbiamo sempre avuto compassione per le persone. Non abbiamo mai avuto nessun pregiudizio. Non abbiamo mai offeso nessuno. Nemmeno Elvis l'ha mai fatto!
Nel periodo in cui Elvis è diventato adolescente, ci siamo trasferiti a Memphis. Elvis deve aver odiato andarsene e lasciare i suoi amici nel Mississippi, ma non mi ha mai detto niente di tutto questo. Era un bravo figlio.

Io e Gladys avevamo così completa fiducia in lui, da andare a vedere un film e lasciarlo libero di fare una festa con gli amici mentre non c'eravamo. Mi aspettavo che ci fosse qualche birra da bere, ma questo era il massimo che poteva accadere.
Per dire la verità, Elvis non ha mai bevuto molto. Sebbene una volta per poco non si è ammazzato bevendo del brandy. Aveva una bottiglia e il gusto gli è piaciuto così tanto da berne un po', poi ancora un po', poi ancora un po', finchè ne ha bevuto troppo. Ma non è mai stato un bevitore.
Anche dopo, quando è andato alla scuola superiore, ha continuato ad essere attaccato alla famiglia, tanto da non trascorrere mai una notte fuori finchè non ha compiuto 17 anni. Allora io e mia moglie telefonavamo tutta la notte per assicurarci che stesse bene.
A scuola Elvis incontrò una ragazza di nome Dixie Locke e si innamorò.
Gladys ed io pensavamo che forse si sarebbero sposati, perchè Dixie era una ragazza molto piacevole ed Elvis era molto preso per lei. Non funzionò, ma ancora oggi sento Dixie ogni tanto.
Finchè non è stato quasi adulto, non ho avuto idea di cosa Elvis avesse programmato per il suo futuro. Penso che nemmeno lui fosse sicuro.  

Ricordo che subito dopo il diploma, andai nella sua stanza e lo trovai steso sul letto. "Figliolo" gli chiesi "cosa vuoi fare adesso? Vuoi andare all'università? Perchè, se vuoi, ci organizzeremo per farti andare. Vuoi lavorare? Cosa hai intenzione di fare?"
Beh, Elvis mi disse più tardi che quelle domande lo avevano spaventato a morte, perchè lo avevano messo nella condizione di dover prendere una decisione. Poi mi disse: "Papà, voglio diventare un entertainer. Voglio cantare con un quartetto gospel". "Fai quello che vuoi fare" gli dissi "e noi ti aiuteremo come potremo".
Fu nel 1954 che Elvis decise di regalare a sua madre un disco. Andò alla Sun Records ed incise le sue due prime canzoni "My Happiness" e "That's When Your Heartaches Begin".
C'era un quartetto gospel che aveva iniziato proprio in quel periodo e si chiamavano "Song Fellows" ed Elvis andò a fare un provino con loro. Loro lo rifiutarono, perchè dissero che non sapeva cantare. Più avanti, dopo che Elvis fece un paio di dischi a livello professionale per la Sun e andavano molto bene, Elvis venne da me e mi disse: "Papà, ti ricordi i Song Fellows? Vogliono che mi unisca a loro adesso". La mia risposta fu: "Al diavolo i Song Fellows! Stai andando bene così come sei, non credo dovresti cambiare".
I dischi di Elvis entrarono nelle classifiche regionali. Aveva un manager, Bob Neal, che organizzò alcuni tours per lui nel Sud. Tornò a casa da uno di questi tours parlando di un uomo importante che aveva conosciuto, di quanto fosse intelligente e cose del genere. Stava parlando del Colonnello Tom Parker, che a quel tempo organizzava spettacoli.
Elvis semrbava fosse indirizzato verso il Colonnello come suo manager. Gladys ed io lo mettemmo in guardia, perchè non sapevamo nulla di quest'uomo e, in ogni caso, lui aveva già un accordo con Bob Neal.
Malgrado ciò, alla fine del tour successivo, Elvis venne a casa e ci disse che voleva che fosse il Colonnello Parker a fargli da manager. Poichè Elvis era minorenne, sua madre ed io dovevamo firmare il contratto, così andammo a Little Rock, dove Elvis doveva fare uno spettacolo, per incontrare il Colonnello. Questo fu nel 1955.
Un po' di tempo dopo, incontrammo il Colonnello nuovamente a Memphis e questa volta  aveva un testimone con lui - il cantante country Hank Snow, credo.
Elvis era così determinato nell'andare con il Colonnello, che cambiammo manager.

Il successo di mio figlio arrivò all'improvviso. Il suo disco "Baby Let's Play House" arrivò in un lampo alla 10^ posizione nella classifica country nazionale. Poi, alla fine del 1955, la RCA comprò il contratto di Elvis alla Sun e diede ad Elvis un bonus. Iniziò ad esibirsi da
Tommy e Jimmi Dorsey, da Milton Berle, eccetera. Ma fu la sua esibizione all'Ed Sullivan Show che attirò maggiormente l'attenzione. Il passo successivo fu andare ad Hollywood.
Come molte persone del Mississippi e del Tennessee, mia moglie ed io avevamo sentito storie non molto belle su Hollywood. Ma quando ad Elvis venne chiesto di andare là per fare il suo primo film, non ci siamo allarmati, ma eravamo solamente orgogliosi e felici, perchè stava per fare quello che desiderava.

Poco tempo dopo, quando una star, Natalie Wood, venne a Memphis a farci visita, mia figlia la trattò spontaneamente come se fosse una compagna di scuola di Elvis. Natalie era solo una ragazzina a quel tempo, aveva solo 16 anni, una giovane molto dolce, per nulla snob.

Elvis difficilmente guardava i film che faceva perchè la maggior parte non gli piacevano.
Gli veniva dato un milione di dollari per ogni film, più il 50% degli incassi, pertanto era ben pagato per il suo lavoro. Ma non ha mai approvato una sceneggiatura o avuto il controllo sulle canzoni dei film, o qualsiasi altra cosa. Un paio di anni fa, gli venne proposto di fare “E’ nata una stella” con Barbra Streisand, ma non lo fece. Non so perché.

Recentemente, Elvis ha ragionato sul fatto di diventare produttore, così da poter lavorare nei film che gli piacevano. Era arrivato al punto di lavorare su una sceneggiatura. Elvis aveva imparato a non dare troppa importanza alle critiche o alle bugie che circolavano su di lui. Non era nemmeno preoccupato per il libro che tre sue ex guardie del corpo aveva scritto poco tempo prima. L’aveva ferito, ma solo perché era sorpreso del fatto che dei vecchi amici potessero fargli una cosa simile.
All’inizio, i brutali attacchi che gli venivano rivolti da alcuni critici, lo sconvolgevano. Ma durante i 22 anni che ha passato sotto i riflettori, ha imparato a scrollarsi tutto di dosso. Elvis diceva sempre: “La verità prevarrà!”.
Non ha mai dimenticato la filosofia espresso nel “The Penalty of Leadership” di Theodore McManus.
Dice:
“In ogni campo dello sforzo umano, chi è primo deve perennemente vivere sotto la luce bianca della pubbklicità. Se il comando è nelle mani di un uomo o in un oggetto, l’emulazione e l’invidia sono sempre al lavoro. Nell’arte, nella letteratura, nella musica, nell’industria, la ricompensa e la punizione sono esattamente la stessa cosa. La ricompensa è un riconoscimento diffuso; la punizione è feroce rifiuto e detrazione. Non c’è niente di nuovo in questo. E’ vecchio come il mondo e vecchio come le passioni umane: invidia, paura, avidità, ambizione ed il desiderio di sovrastare. E tutto necessita di niente. Quello che è buono e grande, si fa conoscere. Non importa quanto faccia rumore il clamore del diniego”.
Era anche capace di fregarsene quando, durante gli ultimi anni della sua vita, ha sentito chiacchiere riguardo il fatto che fosse dipendente dalla cocaine. Elvis prendeva medicine di vario tipo, ma erano tutte prescritte. Per un po’ di tempo, ha preso delle pillole dietetiche, ma le ha smesse tre anni fa, perché gli facevano paura. Dopo quello, quando voleva perdere peso, lo faceva mangiando di meno oppure digiunando. Infatti, ha digiunato nelle ultime 24 ore della sua vita. Prendeva pastiglie per dormire, perché sentiva di aver bisogno di 8/10 ore di sonno per essere in forma. Non molto tempo prima di morire, aveva fatto un controllo medico completo. I medici scoprirono che aveva problemi al fegato, problemi al colon e pressione alta. Questo mi preoccupava più di tutto il resto. Elvis prese delle medicine prescritte per la pressione e ha preso occasionalmente degli antidolorifici.
Visto che era sostanzialmente una persone che viveva di notte, non usciva così spesso come io pensavo dovesse fare, così gliene parlavo e gli dicevo di prendere più sole. Così arrivò a prendere un po’ di sole vicino alla piscina ogni tanto. Ma lui preferiva rimanere sveglio fino a tardi la notte e dormire di giorno. Sono sicuro che non ha mai preso niente di illegale o droghe pesanti per molte ragioni. In primo luogo, ha visto cosa ha fatto la droga su persone che conosceva e non voleva assolutamente fare la stessa fine. Inoltre, per il bene di sua figlia Lisa, non avrebbe mai preso droghe simili.
D’altro canto, la storia che Elvis sparò alla TV è vera. Ma era a casa sua, e ha sparato alla sua TV e quando l’ha fatto, poteva permettersi di comprarne un’altra.
Scommetto che non c’è una persona che, leggendo questa storia, non si sentito frustrato una volta guardando qualche programma TV, e non avrebbe tirato una scarpa contro la TV o qualcosa del genere.
Elvis aveva un permesso che portare la pistola. L’ho visto fingere di estrarla per spaventare qualcuno, ma non era pazzo per la pistola in nessun modo. Il fatto che Elvis portasse una pistola, era minore del pericolo in cui poteva capitargli di trovarsi.
Il momento più pericoloso per la sua sicurezza in cui mi sono trovato durante la sua carriera è stato a Jacksonville, in Florida. Si era esibito e, quando ha cercato di andare nel suo camerino, la folla si è letteralmente fiondata su di lui. I fans scuotevano così tanto il suo caravan, che ha tentato di tornare sul palco. Ma la folla continuava a stargli addosso, finchè venne lasciato senza vestiti, eccetto i pantaloni. Aveva graffi che sanguinavano sulle braccia. Non ho mai visto niente del genere prima. Ho pensato che Elvis venisse ucciso in quel momento. La folla era fuori controllo come se fosse un linciaggio.
Anche Elvis, comunque, ha avuto il suo momento di paura qualche anno fa a Las Vegas. Ha ricevuto una chiamata da Los Angeles in cui veniva detto che un uomo aveva intenzione di ucciderlo mentre era sul palco. Chi ha telefonato ha detto che per 50.000 dollari era disposto a dire di chi si trattava per poterlo intercettare e fermare. L’FBI prese la minaccia molto seriamente, ed io anche, così seriamente che dissi agli agenti di dire a quella persona che avremmo pagato. Ma in qualche modo non se ne fece niente, e la sera dell’apertura dei concerti di Elvis, pensavamo che un killer potesse realmente essere tra il pubblico.
L’hotel chiese ad Elvis di non salire sul palco, ed io feci la stessa cosa. Non è da negare che lui avesse paura, ma ha insistito per fare lo spettacolo e anche tutto il resto dell’ingaggio. E, come sapete, non è successo nulla.
Abbiamo avuto minacce di rapimento ogni tanto, ma non ci preoccupavano molto, poichè pensavamo che un rapitore esperto non avrebbe avvertito la sua vittima di quello che aveva intenzione di fare.

Sono state scritte tante cose sulle relazioni di Elvis. Naturalmente io non so tutto di quello che è successo tra Elvis e le varie ragazze della sua vita. Ho dato consigli quando me li ha chiesti. C’ero quando ha avuto bisogno di me. Ma non ero curioso. Comunque, so che era un uomo a cui piacevano le donne e che ha sempre avuto bisogno di averne vicino una special con cui condividere le cose. Presumo fosse come la maggior parte delle persone che ha bisogno di amare e di essere amato. Ha frequentato un sacco di ragazze a Los Angeles, Memphis e in altri posti e l’ha fatto seriamente con la maggior parte di loro. In un certo momento, sembrava che lui ed Anita Wood stessero per sposarsi, perché quando due persone si frequentano per sei anni, si sospetta che abbiano qualcosa di serio in mente. E gli piaceva Barbara Hearn, una ragazza adorabile, molto per bene.
Sua madre ed io non abbiamo cercato di influenzare le scelte di Elvis per una moglie più di quanto non abbiamo influenzato le sue scelte nella carriera. Non ci importava chi sposava, ma volevamo solo che fosse quella che lo rendeva più felice.

Gladys è morta prima che Elvis venisse spedito in Germania, dove incontrò Priscilla Beaulieu. Io mi sono risposato nel momento in cui Priscilla è venuta ad abitare a Memphis per finire la scuola superiore, così ha potuto abitare con me e la mia seconda moglie.
Essendo la figlia di un ufficiale dell’aviazione, Priscilla è stata portata ad essere disciplinata e forte caratterialmente, ma anche una ragazza dolce e adorabile. Penso che il matrimonio di Elvis con lei sia fallito semplicemente perché lui si è reso conto, dopo il matrimonio, che non voleva essere sposato. Quando viaggiava, non era funzionale per Priscilla poter andare insieme a lui, specialmente dopo la nascita di Lisa Marie. Queste lontananze crearono delle tensioni nella loro relazione. 
Voglio sottolineare che, sebbene abbia dovuto stare spesso lontano da lei, Elvis era pazzo della sua piccola Lisa e lei adorava il suo papà. Quando Lisa non era a scuola e lui non era in giro, lei veniva a Memphis e loro giocavano insieme per ore nella sua casa, Graceland.

Un sacco di persone hanno chiesto riguardo le ragazze che gli sono state vicine negli ultimi anni della sua vita. Tra tutte, penso che Linda Thompson sia stata la migliore. Era sempre con lui, ad occuparsi di lui. E, sebbene non sappia perché si siano lasciati, deve esserci stata una buona ragione. Forse Elvis sentiva che il suo amore stava iniziando a soffocarlo. Sheila Ryan è stata un’altra bella ragazza. Non so perché lei ed Elvis abbiano smesso di vedersi, ma fui sorpreso quando lei sposò qualcun altro così presto dopo la loro separazione.
Non sono mai riuscito a conoscere bene Ginger Alden. Non era una persona che parlava molto, ma Elvis mi disse di essere innamorato di lei. “Questo è l’amore che stavo cercando” mi disse. “Voglio altri bambini, un figlio maschio. E voglio che Ginger sia la madre dei miei figli”. Dopo questo, Ginger ed Elvis vennero da me per mostrarmi l’anello di fidanzamento. Quello è stato uno dei pochi momenti in cui l’ho vista sorridere. Presumo che avessero intenzione di sposarsi, ma non è successo niente ed ogni volta che tentavo di parlare con Elvis di Ginger, sembrava che lui si arrabbiasse.
Alla fine, un giorno o un paio di giorni prima che lui morisse, gli ho detto: “Continuo a sentire e leggere che hai intenzione di annunciare il tuo fidanzamento. E’ vero? Quando hai intenzione di sposarti?” “Solo Dio lo sa” mi disse Elvis.
Ho la sensazione che, forse, stava cambiando idea riguardo il matrimonio.

La stampa ha giocato sul fatto che nè Priscilla nè Ginger sono state menzionate nel testament di Elvis. In risposta a questo, voglio precisare che Ginger ha già avuto la sua parte di regali da Elvis.
Per quanto riguarda Priscilla, lei non si aspettava di entrare nel testamento, perché Elvis aveva già sistemato tutto con lei quando hanno divorziato.
Le chiacchiere hanno distorto i dettagli della vita private di Elvis in tutti i modi.

In qualunque modo possa essere stata la sua vita privata, nessuno dei suoi impiegati, amici o collaboratori è rimasto senza qualcosa che voleva o di cui aveva bisogno, siano Cadillacs o anelli di diamanti o pellicce per le mogli. Elvis ha donato largamente perché era nella sua natura essere generoso. Voleva condividere la sua buona fortuna con tutti quelli che erano vicino a lui. Ricordo una volta, non molto tempo fa, in cui ho avuto l’impressione che avesse un entourage troppo grande, così gli ho consigliato: “Non hai bisogno di tutti loro, specialmente alcuni che sembrano essere lì solo per quello che vogliono”. Elvis mi fermò subito freddamente, e mi rispose: “Tu vedi i loro desideri. Io guardo oltre i loro desideri e posso vedere i loro bisogni”.
Sebbene Elvis non si sia mai nascosto, come è stato erroneamente riportato, gli piaceva la privacy, proprio come a tutti noi, così trascorreva del tempo nella sua stanza, a leggere oppure a chiacchierare con uno o due amici.

Ho trascorso alcuni dei momenti più felici della mia vita stando seduto a chiacchierare con Elvis.
Pochi giorni prima della sua morte, Elvis ed io parlammo a Graceland per cinque o sei ore riguardo un sacco di cose, finchè alla fine dissi: “Figliolo, devo andare a casa adesso e mangiare qualcosa”.
“Lo so, papà”, Elvis mi disse. “Ma voglio che tu sappia che mi sono divertito”. “Anche io”.

Ci sono così tante domande sulla morte di Elvis, per le quali devo trovare una risposta. Quanto tempo è rimasto sul pavimento prima che venisse scoperto il suo corpo? Perché qualcuno a Graceland non si è chiesto dove lui fosse e se stesse bene? Queste sono due domande alle quali voglio risposte.
So che non era capace di dormire la notte prima di morire, ed aveva giocato a racquet ball fino alle 4 o alle 5 del mattino. Poi cosa è successo? Voglio saperlo!
Joe Esposito, uno del gruppo di Elvis, era con me in ufficio, quando gli arrivò una chiamata dalla casa e mi disse che doveva andare subito. Io andai avanti con il lavoro che stavo facendo, finchè il telefono suonò nuovamente e Patsy, la nostra segretaria, rispose. “E’ Joe” disse. “Sembra strano”. Presi il telefono e Joe mi disse: “Signor Presley, venga subito. Elvis non respira”. Da qualche tempo non stavo bene, così Patsy ha dovuto accompagnarmi fino alla casa. Non appena vidi Elvis, capii subito che era morto.
Le cose che sono successe dopo questo fatto, sono difficili da mettere in una prospettiva. Alcune sono state così incredibili ed io ero così addolorato da non riuscire quasi a capire cosa stava succedendo.
Per esempio, non ho dato importanza alla sicurezza. Non ho mai immaginato che uno dei cugini di Elvis potesse fargli una fotografia mentre era nella bara e venderla ad un giornale scandalistico. Nemmeno, quando ho incontrato Caroline Kennedy, che lei fosse venuta al funerale per avere una storia da raccontare. Infatti, quando ci hanno presentati, non sapevo nemmeno chi fosse.
Ero con mia madre e mia sorella quando Priscilla arrivò con qualcuno che venne presentato come Caroline Kennedy. Ho sempre pensato alla figlia del Presidente Kennedy come ad una graziosa ragazzina, pertanto non ho identificato la giovane donna finchè non è andata via. Poi ho sentito qualcuno dire: “Quella era la figlia del Presidente Kennedy” ed io ho pensato: “Penserà che sono matto per non aver capito chi era”. Così uscii e la trovai, e le dissi che eravamo onorati di averla qui e che le davamo il benvenuto a Graceland. Poco dopo, Priscilla mi disse che Caroline voleva vedere la stanza dei trofei di Elvis. Dissi che non potevo mostrargliela in quel momento, ma che se rimaneva nei paraggi, il giorno dopo il funerale, l’avrei fatto. Da quello che so, Caroline non rimase.
Visto che ero sotto shock e disperato, non ho visto o riconosciuto alcune delle persone al funerale. Ann-Margret ed io ci siamo abbracciati e abbiamo pianto insieme, ma non ho nemmeno visto suo marito, Roger Smith, che era lì vicino.

Durante I 22 anni di carriera di Elvis, il Colonnello Parker ha gestito la parte professionale della vita di Elvis, mentre io ho cercato di gestire gli affari personali di Elvis. Ora c he è morto, continuerò ad occuparmi dei suoi affari finchè tutti quelli in sospeso non saranno conclusi. Potrei trasferirmi a Graceland adesso, visto che mia madre e mia sorella vivono lì da anni ed hanno bisogno di qualcuno con loro.
Inoltre, potrebbe essere più facile per me gestire questi affari di Elvis da Graceland piuttosto che dalla casa dove abito ora. Abbiamo ricevuto il permesso dalla città di Memphis di spostare il corpo di Elvis a Graceland, dove la sicurezza è più facile da mantenere. Ho anche riportato la mamma di Elvis a casa per la sepoltura. Se possibile, il fratellino di Elvis, Jesse, verrà spostato dal Mississippi per riposare vicino a loro.
Elvis, qualche volta, ha parlato del fatto di portare il suo gemello a Memphis e io potrei portare avanti questo suo progetto.
Per tornare a quello che ho detto all’inizio della storia, il mio cuore è più spezzato di quanto riesca a dire per la morte di Elvis, eppure sono confortato dalla sicurezza del fatto che mio figlio è stato un dono di Dio e la sua vita è sempre stata nella mani del Signore. Da un certo punto di vista, avrei desiderato che vivesse per sempre, sebbene sappia che la sua morte prematura, come tutta la sua vita, è parte del disegno di Dio.
Ringrazio Dio per avermi benedetto con il dono di un figlio come lui.