Marlyn Mason ha interpretato la parte di Sally Weldon nella serie TV "Ben Casey" durante la metà degli anni Sessanta, prima di fare il suo debutto cinematografico, nei panni di Charlene (il ruolo era originariamente inteso per la cantante Bobbie 'Ode to Billy Joe' Gentry), nel film "The Trouble With Girls" insieme ad Elvis Presley.
Quando è nata l'idea di "The Trouble With Girls", ti sei candidata per il ruolo?
No, per quello che ricordo, non ho fatto il provino per questo. Avevo appena terminato un musical a Broadway ed ho ricevuto una chiamata dal mio agente che mi voleva informare che mi volevano per questo film con Elvis Presley. Non ricordo di aver letto qualcosa in proposito. Sono andata ed ho incontrato il regista, Peter Tewksbury, e Lester Welsh, il produttore. Per quanto mi riguarda, se ho fatto un provino, non me lo ricordo. Ci sono molte cose che non ricordo.
Quando sei arrivata, raccontaci cosa è successo.
Beh, incontrarli, non ricordo di averli incontrati, ma ricordo molto bene il giorno in cui ho incontrato Elvis. Era il primo giorno di prove. Jonathan Lucas era il coreografo. Sono entrata e c'erano i due ragazzini che lavoravano nel musical con noi. Ed ecco che è arrivato Elvis, pronto a lavorare. Non avrebbe potuto essere più gentile, non avrebbe potuto essere più accogliente. Ed è stato così per le dieci settimane successive. È stata una gioia assoluta lavorare con lui.
Com'era il tuo rapporto con Elvis sul set?
Siamo subito entrati in sintonia e dal primo giorno mi ha chiamata "Cap". Indossavo un cappellino ed ho sempre indossato quel berretto ogni giorno per lavorare. E così mi ha soprannominata "Cap".
E lui diceva: "Andiamo, Cap. Andiamo a pranzo"... ed andavamo da lui, in un piccolo appartamento che avevano nel lotto. Andavamo là. C'erano i ragazzi. Voglio dire, era sempre come fare una festa. Non siamo mai andati alla mensa e non ricordo di aver mai pranzato in un altro posto, tranne quelle volte, insieme a lui, in cui siamo andati a casa sua, perché era lì che c'era il suo frigorifero; è lì che c'era il suo yogurt. Era molto magro, molto bello. Probabilmente al culmine della sua salute. Voglio dire, era semplicemente fantastico.
Quindi, Elvis mangiava in modo sano...
Certo, mangiava in modo sano. Si prendeva cura di se stesso a quel tempo, sì.
Cosa mangiava in quel periodo?
Mangiavamo solo yogurt. Sono sempre stata in guerra con i problemi di peso. Avevo 28 anni quando abbiamo girato il film e avevo un leggero problema di peso. Quindi, stavo cercando di fare la dieta dello yogurt insieme ad Elvis. Ma lui era fantastico. Non avrebbe potuto essere più in forma.
Com'è stato lavorare con Elvis?
Ero pronta a non amare Elvis quel primo giorno. Pensavo: "Ecco questo tizio di cui ho sentito parlare insieme a questa musica per tutti questi anni", non ero pronta a farmelo piacere.
Intendo dire, ero convinta che non mi sarebbe piaciuto. E sono rimasta così sorpresa quando si è dimostrato così dolce e con i piedi per terra.
Gli piaceva provare, amava fare le prove. Conosceva sempre le sue battute. Non era mai impreparato. Era professionale come chiunque con cui abbia lavorato. E non era mai, mai di cattivo umore. Sempre pieno di energie. Gli piaceva accendere i petardi mentre si era nel bel mezzo di una scena. E se lui non ne faceva parte, sentivi da qualche parte il rimbombo in lontananza.
Ed il regista diceva: "Taglia! Elvis, stiamo girando". E si sentiva una risata...ma gli piaceva farlo.
Quanto spesso faceva scherzi Elvis?
Oh, sempre. Facevamo scherzi tutto il tempo. Dieci settimane, questo è tutto ciò che facevamo e... Ricordo che la prima settimana, mi sembra, stavamo girando una scena di parata e c'erano molti serbatoi di elio in giro per riempire i palloncini, così, prima di girare, abbiamo entrambi aspirato l'elio ed il regista ha urlato: "Azione!" e noi abbiamo iniziato a parlare con quella vocina acuta provocata dall'elio. Facevamo sempre cose del genere. C'era sempre qualcosa in ballo da fare.
Cosa dicevano il regista e tutti gli altri degli scherzi?
Oh, lui creava l'atmosfera. Stavo semplicemente parlando con qualcuno ed Elvis creava l'atmosfera. Penso che tutti gli attori principali lo facciano per qualunque spettacolo tu stia facendo. Loro decidevano l'atmosfera secondo cui doveva adeguarsi la troupe e l'umore sul set. E dato che Elvis era molto caro, quel film è stato solamente dieci settimane di felicità.
Qual è stata la tua prima scena con Elvis?
Oh, cavolo, ricordo che stavamo provando... Doveva essere all'aperto, perché prima abbiamo girato le scene della parata, quindi deve essere stata parte dell'intera sequenza della parata all'interno della storia.
Parlaci un po' del tuo personaggio.
Ho urlato e sbraitato contro di lui per tutto il film. Ero la sindacalista, e lui era il manager di questa troupe chiamata Chautauqua che esiste davvero... In effetti, penso che ce l'abbiano ancora oggi. E la storia raccontava... Lo scopo di Chautauqua era portare la cultura nelle zone rurali, così lui interpretava il manager ed io mi prendevo cura di tutti i bambini piccoli. Ed io ero questa persona del sindacato. Stavo sempre ad urlargli addosso per un motivo o per l'altro; gli ho urlato contro per tutto il film. E, naturalmente, si potrebbe dire che eravamo entrambi molto innamorati l'uno dell'altro, ma non avevamo nessuna intenzione di dircelo. Ed era - penso si vedesse nel film.
Quindi, non c'è stata una grande storia d'amore con Elvis fuori dal set?
Oh, no. Era sposato e Lisa Marie aveva circa sei mesi, credo, dato che ricordo che aveva una fotografia di Priscilla e della bambina. E lei era sul pavimento con la bambina. Lei stava tipo al suo fianco, in questo modo. E la bambina giaceva proprio di fronte a lei. E ricordo che Lisa non aveva nessun vestito addosso. Era un'immagine classica - tipo una bellissima fotografia di una madre e della figlia. Non riuscivo a dimenticare quanto fosse bella Priscilla, perché l'avevo sempre vista con le grandi acconciature. I suoi capelli erano lisci e sciolti ed era assolutamente straordinaria. Lei era bella tanto quanto lui era bello. Ed ho pensato: "Che bella coppia sono!". Tuttavia lei non è mai venuta sul set. Un giorno gli ho chiesto: "Priscilla viene mai in visita?". E lui ha detto: "No".
Ricordi il Colonnello Parker sul set?
Certo. Non era una persona che si poteva avvicinare. Non mi importava di lui, immagino perché era proprio diverso da tutti gli altri per quanto riguardava il film. Era molto scostante. Ricordo che un giorno gli dissi di avvicinarsi. Era Halloween ed avevo portato un piccolo carro rosso. Un mio amico aveva scolpito il viso di Elvis su una zucca che era - voglio dire, era semplicemente spettacolare. I denti, aveva poco nero... Ha usato le piccole cose di zucca per i denti, i semi e aveva scovolini come capelli. Ma voglio dire, sembrava...la zucca sembrava Elvis. Era semplicemente magnifica e l'avevo riempita di biscotti. Ed Elvis pensava che fosse fantastica. E' successo che il Colonnello è arrivato sul set ed io ho detto: "Oh, Colonnello, venga qui".
Ed Elvis mi si è avvicinato molto gentilmente e mi ha detto: "Non far avvicinare il Colonnello. Vai tu dal Colonnello".
Il Colonnello non mi è mai piaciuto da quel momento. Ma non si faceva vedere molto; non avevo alcun rapporto con lui, tutto sommato.
Hai registrato con Elvis in studio, giusto. Quando è successo?
È successo...oddio... era un famoso piccolo studio di registrazione su Sunset Boulevard, appena ad est di Vine.
Erano gli studi Radio Recorders?
Oddio, mi sono molto familiari. Potrebbe essere. Probabilmente lo erano.
Ricordo che c'era Mac Davis ed abbiamo trascorso dei bei momenti. Era una piccola canzone sciocca quella che ho registrato, ma lo è stata finché, anni dopo, quest'uomo in Inghilterra mi ha scritto dicendomi: "Lo sapevi che sei stata una delle quattro donne che ha inciso con Elvis?" .
Non ne avevo idea. Ero in compagnia, in buona compagnia, credo, con Ann-Margret. Ann-Margret, Nancy Sinatra, Shelley Fabares, credo, ed io. Si. Quindi è una cosa piuttosto bella.
Qual era la canzone, "Signs Of The Zodiac"?
"Signs Of The Zodiac", sì. Una piccola melodia allegra. Sì, ho una foto che uso per i miei fans che ne vogliono una di me insieme ad Elvis. Io sono tra le sue braccia; lui è dietro di me e mi mette le braccia attorno e siamo nel bel mezzo di una scena. Lo firmo sempre "Tra le braccia del Re".
Cosa aveva di unico Elvis che lo differenziava dagli altri artisti?
Non ero una fan della sua musica quando l'ho incontrato. Dopo aver lavorato con lui ed averlo visto cantare, sai, divertendosi, mi sono resa conto che aveva una voce fantastica. Aveva una voce magnifica. Alcune volte ho pensato che sembrasse quasi lirica. Ho pensato: "Perché non la usa mai?".
Ma il tipo di musica che faceva non lo richiedeva. Penso che, forse, l'unica occasione in cui ci si è avvicinato molto è stato nell'interpretare "My Way" oppure in un paio di quelle canzoni in cui canta note veramente alte. Non so quale fosse la sua unicità. Non credo sia possibile dare una risposta. Quando dicono: "Lui è così o lei è così", nessuno può decifrarlo. È solo qualcosa che attira le persone a te. E lui era così. Voglio dire, ogni giorno in cui lo vedevamo, lui veniva sul set e lui - ricordo che indossava un completo di gabardine bianco con quella camicia di seta azzurra e quel cappello fedora bianco. Oh mio Dio. Non ne avevi mai abbastanza di lui.
Ogni giorno era come vederlo per la prima volta. E lui era - c'era qualcosa di particolare in lui. E quando ti parlava, ti guardava dritto negli occhi ed era gentilissimo.
Il signor Tewksbury, il regista, non è mai stato Peter. È sempre stato "il signor Tewksbury". Lui aveva quel fascino del Sud.
C'era quella scena in cui lui si era nascosto nell'armadio e tu lo stavi cercando, giusto?
Sì. Quella è una delle mie scene preferite, sì.
C'è anche un po 'di tensione lì. Potresti dire che ci tenevate l'uno all'altro.
Oh, sì. Quella scena... Oh, l'altro attore che era in quella scena con noi... Dai...Oh, ce l'ho proprio sulla punta della lingua e riesco a vedere la sua faccia chiara come il sole. Eravamo in tre ed era una scena veramente loquace, ed io ero al massimo. Tu puoi vedere Elvis: è stato davvero divertente fare quella scena. Lui era sempre concentrato. Ma quella è stata una delle mie scene preferite del film. Ci siamo divertiti molto a girarla. E sto cercando di ricordare il nome di quell'attore, ma non ci riesco.
Parlaci della scena dei fuochi d'artificio.
Oh, quella è stata ... Mi faceva un po' paura, perché non mi è mai piaciuto stare vicino a cose acrobatiche e qualsiasi cosa in cui ci fosse pericolo; e dovevo assicurarmi che non mi sarebbe successo niente, che non avrei fatto - nessuno di loro sarebbe stato, sai, colpito con un razzo. Comunque quando lo vedi nel film, sembra molto più pericoloso di quanto non fosse. Ma è stato molto divertente girare. Non ricordo, penso che l'abbiamo girato di notte...Sì....
Di cosa avete parlato tu ed Elvis?
Abbiamo parlato molto. Abbiamo parlato di musica. In realtà, l'unico argomento, che era un bell'argomento, riguardava la musica. Le prime due settimane di riprese abbiamo girato la scena della parata e poi siamo entrati in quella che, presumibilmente, era una grande tenda. E lì dentro c'era un grandissimo bimbo. C'era questo pianoforte e Jonathan Rubenstein era uno dei ragazzi del film ed era un pianista di talento. Così tra una ripresa e l'altra, si sedeva al piano e suonava queste melodie del film, ed io facevo la mia parte di Ethel Merman.
Ed Elvis non aveva niente a che fare con la commedia musicale; non l'aveva mai interpretata, per quanto ne so. Mi ha detto: "Ehi, Cap, vieni qui dentro".
Così sono andata nel suo camerino e gli ho detto: "Cosa vuoi?".
E lui ha detto: "Cos'è tutta quella roba di Broadway che stai cantando?".
Ed io ho detto: "Beh, quello è il tipo di musica da cui provengo".
Così abbiamo iniziato a discuterne e lui la stava, in qualche modo, sminuendo.
Ho detto: "Beh, cosa sai della commedia musicale e di Broadway? Fa parte della musica americana, di quello che è la musica americana".
Così ci siamo scaldati un po' ed ho detto: "Lascia che ti dica una cosa. Quando ti ho incontrato, non mi piaceva la tua musica, ma da quando ti ho conosciuto e ti ho sentito cantarne un po', sto iniziando ad apprezzarla. Quindi, forse, tu inizierai ad apprezzare questa musica".
Così, il giorno dopo, Joe Esposito ha portato una piccola cassetta - era il periodo in cui iniziavano a circolare le cassette - ed un piccolo registratore.
E lui ha detto: "Voglio che tu sappia che questo è da parte di Elvis e l'ha comprato lui stesso".
Non l'ho mai dimenticato. Vorrei aver conservato quelle cose. Non ho salvato nulla di quello che mi ha dato Elvis, ma era un po' il suo modo di dire: "Okay, mi dispiace di esserci andato pesante con la tua musica". Penso che fosse questo - è questo che penso significasse.
Ti ricordi che cassetta era?
Oh, una di queste era "Camelot" e c'erano molti altri spettacoli di Broadway. Ma ho solo pensato che fosse una cosa molto dolce da parte sua. Non ricordo se gli ho portato un libro riguardante la commedia musicale. Credo di aver fatto, ma non sono sicura, un po' di storia del teatro musicale americano.
Comunque abbiamo parlato molto e c'è una cosa, ossia l'unica cosa più triste che mi abbia mai detto. Ed è stata veramente da spezzare il cuore; è stato un momento molto serio. Non so come siamo andati sul discorso, ma ha detto: "Mi piacerebbe fare un bel film, perché so che le persone di questo paese ridono di me".
Ed ho riflettuto sul fatto che, con tutto il successo che aveva, voleva fare un film che fosse diverso da tutti i cosiddetti "film di Elvis". Naturalmente non si è mai realizzato e non sapremo mai quale fosse il suo potenziale. Io l'ho trovato estremamente pieno di talento, aveva un grande istinto comico, un ottimo tempismo, era molto... Potevi improvvisare con lui. Lo abbiamo fatto molte volte. Se il regista stava facendo un primo piano su Elvis e voleva una determinata reazione, veniva da me e diceva qualcosa del tipo: "Non mi interessa quello che fai, ma questa è la reazione che mi serve da lui".
Così ricordo una volta che ero fuori dalla telecamera e c'era un suo primo piano. Io avrei dovuto essere seduta, in modo che il suo sguardo mi guardasse dall'alto. Ho iniziato lentamente a sbottonargli la camicia ed a togliergli la cintura con molta calma e lui si limitava a darmi certe occhiate.
Beh, era quello che voleva il regista e lui ha risposto perfettamente: non si è fermato, dicendo: "Cosa stai facendo?", ma ha solamente chiuso i pugni. È stato fantastico. È stato fantastico lavorare con lui.
Quindi pensi che, se avesse avuto un ruolo drammatico, avrebbe recitato bene?
Penso che sarebbe stato favoloso, ma non lo sapremo mai. Potrebbe essere stato terribile, ma mi piace pensare che avrebbe raggiunto un livello di cui non sapeva nemmeno di essere capace.
Che tipo di cose faceva Elvis sul set? Ascoltava registrazioni diverse e cose del genere?
No, se eravamo sul set, c'era un sacco di tempo da passare seduti. Ricordo di essermi seduta spesso sulle sue ginocchia, semplicemente stando con lui ed i suoi amici. Ma no, stava in compagnia, non era per niente asociale. Ma, ovviamente, trascorreva del tempo nel suo camerino.
Ricordo che una volta mi ha chiamata: "Cap, vieni qui".
Sono entrata. "Cosa vuoi?".
Ha detto: "Scegli quello che vuoi qui".
C'erano vestiti che si era fatto portare per sé, ma aveva ordinato un mucchio di sciarpe e cappelli e sapeva che mi piaceva indossare berretti e cappelli, così ha detto: "Scegli quello che vuoi".
Ho detto: "Beh, scegli tu per me".
Così ha scelto un cappellino che pensava mi stesse bene; ed ha scelto una sciarpa. Darei qualsiasi cosa per avere quel cappello e quella sciarpa adesso.
E poi ha firmato anche una fotografia per te.
Sì. Sì, ho la fotografia firmata. Sì.
Raccontaci la storia di come è successo.
Beh, è stato divertente. La gente parla della spiritualità di Elvis. Noi non abbiamo mai avuto nessuna conversazione di tipo religioso. Io non sono una persona religiosa. Le nostre conversazioni non sono mai andate in quella direzione, ma penso che quando sei in sintonia con qualcuno, è come se lo capissi. Riesci a percepire le cose. Avrei potuto stare seduta a 50 piedi da lui ed avrei avuto una sensazione; mi sarei voltata e lui mi avrebbe guardata. A volte è successo con lui: lo stavo guardando e lui si voltava e lui... Ne abbiamo parlato ed io ho detto: "Che cos'è?".
E lui ha detto: "È lo spirito".
Quindi nella foto, l'autografo dice: "Lo spirito lo sa".
E da lì ho capito che c'era proprio quella piccola cosa tra di noi - nessuno di noi poteva spiegarlo. Mi sono sentita molto vicino a lui e posso dire che so che gli piacevo molto. E lui piaceva molto a me. Era solo una relazione molto dolce. E voglio dire, capisci, mi sarà sempre molto caro.
Quando è uscito il film, sei rimasta in contatto con Elvis?
Non ho mai avuto contatti non lavorativi con lui. Charlie Hodge mi ha chiamata una o due volte dopo il film, ma non ho mai visto Elvis, non gli ho mai parlato al di fuori di quell'ambiente.
Se era un fine settimana, non avevo notizie di Elvis. Solo durante quei cinque giorni di lavoro durante la settimana. Sarebbe stato interessante; mi sarebbe piaciuto vederlo in una situazione in società, perché non ho idea di come fosse Elvis nel privato. E se era... Voglio dire, non avrebbe potuto essere... Doveva essere una persona abbastanza discreta nella sua vita privata, perché era così meraviglioso lavorare con lui. Non ho mai sentito che ci fosse qualcosa di falso nella sua gentilezza e questo deve provenire dalla tua vita privata, suppongo. Ma vivere con lui, chissà... Non so come sarebbe stato vivere con lui.
Quando era sul set non ha mai fatto partite di touch football o altro?
Sì, c'era una piccola scena di football, credo, se ricordi nel film. Giocavano, non molto, ma un po' sì. Perché non eravamo - una volta che ci siamo trasferiti, non c'era... Una volta che avevamo terminato le riprese in esterna, poi ci siamo trasferiti e non c'era posto per giocare a football.
Sul set con Elvis hai mai avuto a che fare con i suoi piccoli scherzi?
Oh mamma... Ne abbiamo fatto uno che aveva a che fare con le torte. Non riesco a ricordare cosa fosse. Ricordo che hanno preso una torta per me ed ho lanciato una torta in faccia ad un ragazzo. Ma non ricordo quale sia stato l'incidente.
Ricordo che una volta un tizio sparò dei gas lacrimogeni nel camerino di Elvis per scherzo. Non sapeva che fossi lì. Io ero seduta sul pavimento, Elvis era seduto qui ed un paio di ragazzi erano qui. La porta si è aperta, e proprio sul pavimento si sentì questo piccolo suono ed era gas lacrimogeno, che mi ha colpita negli occhi.
Oh, è stato un disastro per circa due ore. Hanno dovuto rifarmi il trucco. Ero proprio messa male. Era stato quel ragazzo a farlo; ho una foto di lui con la torta. Il giorno dopo gli ho lanciato una torta in faccia perché volevo sapesse che non ero arrabbiata. Lui non intendeva farlo in quel modo, ma si è spaventato, perché pensava di avermi procurato qualche danno. Beh, ne ha avuto per un paio d'ore. Ma Elvis ha gestito tutto molto bene, voglio dire, non ho mai visto l'uomo arrabbiato, mai.
Anche Vincent Price era nel film.
Ho condiviso un camerino con Vincent Price e John Carradine. Il primo giorno di riprese, non ho lavorato, ma mi dovevano sistemare la parrucca. Poi sono andata a lavorare; ero sul palcoscenico e avevo bisogno di mettere la mia borsa e la mia sceneggiatura da qualche parte, così ho chiesto all'AD, ho detto: "Dove posso mettere le mie cose?".
E lui ha detto: "Solo un minuto. Oh, puoi metterlo nel camerino del signor Carradine e del signor Price". Quindi, posso dire che ho condiviso un camerino con loro due.
Ma oltre a incontrarli, non ho mai avuto alcuna conversazione con loro.
Ricordi che abbiano incontrato Elvis?
No, no. Penso che abbiano lavorato solo uno, forse due giorni.
Perché non avevano scene con Elvis...
No. No. No. Dovrebbero aver incontrato Elvis quel giorno, però, perché Elvis era sul set. Io ero sul set.
Hai qualche ricordo della bambina sul set?
Lei è stata molto professionale. Non era per niente una piccola mocciosa capricciosa ed è triste come sia finita. È morta di overdose, credo. Si. Era una dolce bambina. Sì, era nel numero "The Signs Of The Zodiac" con noi. Si. Era molto professionale. Tutti lo erano.
(N.d.R.: La bambina a cui si riferisce è Anissa Jones. Qui in Italia è più conosciuta per il suo ruolo nel telefilm "Tre Nipoti ed un Maggiordomo". E' morta a soli 18 anni, nel 1976).
Hai mai visto Elvis esibirsi dal vivo dopo il film?
No, ma credo, se la memoria mi assiste, di aver visto il suo special TV.
Lo speciale del '68 ?
Sì e sono rimasta sbalordita. Mi sono davvero innamorata di lui come artista quando l'ho visto. Quello è stato, probabilmente, uno dei migliori speciali di tutti i tempi, credo, sempre per quanto riguarda i miei gusti, che si sia mai visto. Voglio dire, è stato spettacolare. Ricordo che tutte le persone erano intorno a lui e lui era su un piccolo palco. Penso sia stata anche la stessa occasione in cui un giorno è venuto a lavorare ed ha detto: "Ho firmato per esibirmi a Las Vegas".
Non credo si fosse mai esibito a Las Vegas. È vero? Si è esibito a Las Vegas dopo il '68 ed era così elettrizzato. Era come un ragazzino. Era così... "Mi esibirò a Las Vegas!".
Capisci cosa voglio dire, c'era un'innocenza in lui che era... Penso che fosse parte della sua personalità; era la cosa che lo rendeva così affascinante, questa vulnerabilità in lui. E penso che faccia parte di... E' come se si volesse prendersene cura...
Hai seguito la sua carriera?
No, no. Quando è morto, sono rimasta pietrificata. Sapevo che aveva fatto un film dopo il mio. Penso che fosse con Mary Tyler Moore? Penso che sia stato il suo ultimo film. E no, non sapevo cosa ne fosse stato di lui dopo, a parte vedere le foto quando ha iniziato ad appesantirsi e non aveva un bell'aspetto.
Ho pensato: "Oh, che peccato..." e mi chiedevo cosa gli stesse succedendo, ma ogni volta che vedevo quelle foto, ricordavo ancora quando ero con lui.
Dai, potresti approfondire la prima volta che hai visto lo speciale del '68 in televisione?
Oh, ricordo solo di essere rimasta sbalordita dalla sua esibizione. Non riuscivo a crederci. Se lo guardi, è così spontaneo. È come se fosse a casa. Non ho mai percepito che si stesse esibendo, era come se stesse solo facendo qualcosa che amava fare. E gli è venuto naturale. Sapeva come - non si capiva nemmeno come riuscisse a farlo... Lo faceva e basta.
Dov'eri quando hai saputo che Elvis era morto?
Lo sai che questo non lo ricordo. So dov'era J.F.K. Voglio dire, so dov'ero quando è morto J.F.K. Ma io non... Ero a casa e, probabilmente, l'ho sentito alla televisione ed è stato davvero triste. Quasi non riuscivo a crederci.
Dopo un quarto di secolo, perché pensi che Elvis sia più grande di quanto lo sia mai stato o molto più grande?
Perché? Perché lui, ancora una volta, è inspiegabile. Supera persino Monroe e Jimmy Dean. Voglio dire, hanno... Voglio dire, crescono di statura con la loro morte.
Ma per Elvis non c'è... voglio dire, lui è solo il re. C'è solo un Elvis. C'è solo una Marilyn, c'è solo un Jimmy Dean. Ma nel caso di Elvis, credo, sia la musica, perché le persone ascoltano di più la musica. Non vediamo più e più volte i film di Marilyn Monroe e quelli di Jimmy Dean, ma tutti ascoltano sempre la musica di Elvis da qualche parte. E questo tiene molto vivo il suo ricordo insieme a noi.
Cosa significa Elvis personalmente per te?
Oh, probabilmente le migliori dieci settimane della mia carriera. Mi vengono le lacrime agli occhi. Sì, è stato semplicemente un periodo meraviglioso. Sì. Ed è stato un grande, un grande privilegio per me ed un onore per me poter stare con lui in quel periodo di tempo. E anche quando era in ottima forma.
Source: elvis.com.au