L'amico, confidente e socio in affari di Elvis Presley, Jerry Schilling, parla della sua amicizia, durata una vita con il Re.
La sincera amicizia di Jerry Schilling con il Re è una componente fondamentale della sua identità, ma la sua storia non significherebbe molto se non fosse un personaggio affascinante di per sé.
In questa intervista, racconta in dettaglio come Elvis Presley lo abbia plasmato in modo irrevocabile.
"Living Legends" è una serie che mette in luce le icone della musica che vanno ancora forte oggi. Questa settimana, GRAMMY.com ha parlato con Jerry Schilling , che ha avuto un'amicizia ed un rapporto d'affari durati decenni con Elvis Presley ed ha lavorato come manager di altri pilastri della musica americana, come i Beach Boys e Jerry Lee Lewis.
Jerry Schilling detiene un raro primato nel mondo della musica e, più in generale, nell'intera razza umana: è probabilmente l'unica persona vivente più vicina ad Elvis Presley senza essere legata da vincoli di sangue.
Ma per quanto questa storia sia avvincente - come Schilling ha amorevolmente raccontato nella sua autobiografia del 2006, "Me and a Guy Named Elvis" - è altrettanto affascinante chiedersi cosa avrebbe fatto Schilling se non avesse mai incontrato il Re, o se Elvis non fosse mai esistito.
Quando Presley lo fece quarterback in una partita di touch-football del 1954, Schilling era vittima dalle circostanze. Sua madre morì quando lui era un neonato. Una serie di malattie hanno ostacolato il suo percorso scolastico, ma riuscì a recuperare fisicamente e culturalmente, con il sogno di diventare un allenatore di football ed un insegnante di storia.
Nel frattempo, i suoni del rhythm and blues lo ispiravano e lo galvanizzavano, tracciando la rotta per una vita nella musica che lo avrebbe liberato dalle circostanze.
In altre parole, Schilling era fatto di buona scorza, cosa che il perspicace Presley probabilmente capì subito. Questa qualità è in parte ciò che rese Schilling un personaggio avvincente di per sé, passando da molto poco a lavorare così a stretto contatto con una figura americana fondamentale. E dopo la scomparsa di Elvis nel 1977, continuò a ritagliarsi il suo posto unico nella storia della musica.
Schilling intrattenne fruttuosi rapporti d'affari con Jerry Lee Lewis, i Beach Boys e Lisa Marie Presley, e fu interpretato da Luke Bracey nel film "Elvis" di Baz Luhrmann del 2022.
(Nota: questa intervista è stata realizzata prima dell'uscita del film).
Ma se siete curiosi di sapere com'è stato davvero stare accanto al Re nei momenti cruciali della sua carriera, date un'occhiata a "Me and a Guy Named Elvis", che offre uno sguardo squisito sul Re nella sua parte più umana e vulnerabile.
Incontrare Elvis è stato un punto di svolta fondamentale nella tua vita. Ma sono curioso: se non lo avessi mai incontrato, o se non fosse mai esistito, che direzione credi avrebbe preso la tua vita?
La mia prima infanzia è stata davvero brutta. Non avevo una madre, ero sempre malato, ho perso così tante lezioni in prima elementare che ho dovuto ripeterla, il che è stato imbarazzante. I miei nonni erano poveri, molto poveri, di classe inferiore, bianchi, ma erano semplicemente degli esseri umani meravigliosi.
Ho incontrato Elvis più o meno nel periodo in cui mio fratello maggiore mi aveva, in un certo senso, costretto a giocare a football. Giocavo a football alle elementari e sono entrato nella squadra al quarto anno, dal quarto all'ottavo. E non so se sia nato prima l'uovo o la gallina, ma è stato più o meno lo stesso periodo in cui ho incontrato Elvis.
Tutto questo quando avevo 12 anni, nel mezzo tra l'inizio dello sport, ritrovare la salute e diventare amico di Elvis, prima che lui diventasse Elvis. Il che, credo, mi abbia dato anche molta sicurezza, anche per il fatto che questo ragazzo abbia preso il volo immediatamente: la settimana in cui ci siamo incontrati è stata la stessa settimana in cui ha registrato il suo primo disco.
Quindi, se non avessi incontrato Elvis, per rispondere alla tua domanda, penso che, dato che sono diventato bravo a giocare a football a scuola, la mia carriera scolastica sarebbe migliorata. Sono stato presidente della classe per tutti e quattro gli anni del liceo.
Ho sempre voluto andare a lavorare per Elvis negli anni '50, ma ero alle elementari ed al liceo. Lui è andato in tournée ed abbiamo mantenuto i contatti.
Quando è tornato a Memphis, ci incontravamo al cinema la sera. Quando comprò Graceland, ero sempre il benvenuto a Graceland la sera. In un certo senso andai avanti con la mia vita. Dimenticai l'idea di lavorare per Elvis. Ottenni una borsa di studio per il football all'Arkansas State University e presi la laurea in storia. Avevo in programma di diventare - speravo - un allenatore di football ed un insegnante di storia.
Sai, non c'è niente di sbagliato in quella vita.
No, no, ma credo di aver fatto la scelta giusta. Mi sono infortunato durante il mio anno da esordiente giocando a football, così sono tornato a Memphis e sono andato alla Università di Memphis per circa un anno e mezzo per terminare la mia istruzione.
Sono stato scelto per fare pratica di insegnamento. Prendono uno studente dal percorso di istruzione e si fa pratica di insegnamento l'ultimo semestre con una classe di scuola elementare. Quindi, sono stato scelto per fare questo. Caricavo i camion di notte. Lavoravo all'aeroporto allo sportello biglietti di giorno perché la mia famiglia non aveva soldi per mandarmi al college.
Quindi, quando tornavo a casa dalla compagnia di autotrasporti, che era alle 9 di sera o quando era il momento, passavo dal Memphian Theater. Se Elvis ed i ragazzi erano in città, andavo ad una stazione di servizio, mi cambiavo i vestiti da camionista e mi comportavo come se fossi appena arrivato per il film.
Una sera, Elvis era alla proiezione. Sembrava davvero stanco. Era disteso davanti allo schermo. Erano proiezioni private serali. Sono entrato ed ho pensato: "Sai cosa? Le vedrò domani. Tornerò domani sera". Non volevo disturbarlo.
Uno dei ragazzi che lavorava per lui disse: "Jerry, vuoi tornare con me allo scambio di film, così poi facciamo colazione presto?".
Elvis aveva accesso allo scambio di film del Mid-South e poteva scegliere i film.
Arrivammo allo scambio di film, ed Elvis chiamò Richard e disse: "Sai dove posso trovare Jerry?".
Lui rispose: "Beh, è qui con me".
Disse: "Gli chiederesti se verrebbe fino a casa?".
Non l'abbiamo mai chiamata Graceland. Era sempre "la casa". Mi reco lì; Rich vive a Graceland. Lui va a letto, ed Elvis e suo padre scendono dal piano di sopra.
Suo padre se ne va, ed Elvis e io siamo fuori sul portico.
Ha detto: "Ho bisogno che tu venga a lavorare per me".
Incredibile .
"Sì" ho detto. "Quando?"
Lui ha detto: "Beh, adesso".
Ci ho pensato sopra per circa 10 secondi ed ho detto: "Bene, posso andare a casa e prendere dei vestiti?".
Lui ha detto: "Certo".
Il giorno dopo, ho dovuto lasciare due lavori. Ho dovuto dire all'università che non avrei più esercitato per insegnare. Ho dovuto dirlo a mio padre, rispettosamente, perché lui era molto orgoglioso che mi fossi fatto strada all'università, dato che lui era riuscito solo a finire le elementari.
Lui disse: "Beh, mi sono sempre fidato del tuo giudizio. Sei sicuro che è questo che vuoi fare? Cosa farai con loro?".
Io dissi: "Non lo so".
Quella notte, torno di corsa a Graceland. Tutti dormono tutto il giorno perché vivono molto durante la notte, e quella che ora si chiama Jungle Room era una veranda chiusa. Sono rimasto lì fuori tutto il giorno, e poi la gente ha iniziato a caricare questo piccolo bus che guidava Elvis. Un Winnebago, che ci crediate o no, e siamo partiti per il viaggio di 2.000 miglia da Memphis a Los Angeles.
Questo mi ha cambiato la vita. Ci fermavamo alle aree di sosta per camion di notte. E quando c'erano le luci, Elvis mi lanciava i pass per le partite di football, e di giorno dormivamo nei motel. Sono partito dalla zona povera di Memphis, e quando siamo arrivati a Los Angeles, abitavo a Bel-Air.
Non riuscivo a dormire quando siamo arrivati. C'era una piscina nel cortile sul retro. C'era questa illuminazione indiretta e cose che non avevo mai visto in vita mia, nemmeno a Graceland. Quello è stato l'inizio.
E per tornare a quella prima partita di football, sembra che la personalità e la determinazione di Elvis fossero evidenti fin da subito. Il ragazzo che hai frequentato per il resto della sua vita era proprio lì.
Assolutamente. Cercavo inconsciamente un modello di riferimento. Ero un grande fan di James Dean e Marlon Brando. Quando andai al parco da solo una Domenica pomeriggio, il parco non era altro che terra, una piccola piscina per bambini e cavalli. Una parte molto povera di Memphis.
Ero lì da solo, e uno dei ragazzi più grandi, Red West, che sapevo essere un grande giocatore di football del liceo mi disse: "Ehi, Jerry, vuoi giocare?".
Avevano solo cinque ragazzi e avevano bisogno di un sesto giocatore. Erano tutti più grandi di me di sei o sette anni. Quindi, dissi: "Sì".
Era tre contro tre, ci buttammo nella mischia.
Ascoltavo il programma di Dewey Phillips "Red, Hot and Blue" da quando avevo 10 anni, perché suonava dischi rhythm and blues, il che era eccitante. Era pericoloso negli anni '50, nel Sud, e questa era musica nera.
Quella sera, prima di questo giorno, Dewey fece suonare questo disco di un ragazzo della Humes High, dove andavano i miei cugini e dove era andata mia madre. Dalla mia scuola elementare, si poteva vedere fisicamente la Humes High, e viceversa.
Dewey disse: "Un ragazzo della Humes High" quando fece suonare il disco, per far capire che Elvis non era di colore.
Il disco continuava a essere richiesto, così Dewey contattò Sam Phillips e si misero in contatto con la famiglia Presley. Elvis sapeva che avrebbero suonato il disco quella sera. Era molto nervoso, quindi andò in questo piccolo cinema a nord di Memphis. Quando questo tizio andò ad intervistarlo - che alla gente piaceva il suo disco - lui balbettò un po'. Fu una cosa bella.
Quando sono entrato nel gruppo - io, Red ed Elvis - ho pensato: "Wow, è il ragazzo della Humes High". Aveva lo spirito ribelle di James Dean. Se non ricordo male, indossava una maglietta ed un paio di jeans. Non c'erano strass o altro. Non aveva un disco di successo.
Elvis non aveva nemmeno un disco di successo a Memphis, ma era una persona di cui pensavo: "Wow, voglio essere come quel tizio".
Riderebbe se mi sentisse dire così oggi. Aveva Dean, Brando ed un sorrisetto tranquillo, quindi poteva piacerti.
"OK, capisco che sei il ragazzino. Riesci a prendere la palla?".
Mi ha fatto sentire a mio agio. Questa è stata la mia prima impressione e, nel corso degli anni, ho avuto modo di incontrare, lavorare, fare amicizia con un sacco di noti artisti, attori e quant'altro. Elvis fu l'unico senza credenziali.
Come immagine, Elvis è stato purtroppo appiattito dal tempo, ma credo che le cose stiano cambiando. Puoi parlarci di come ha assorbito e fuso stili disparati?
Era molto eclettico. Prendeva cose da tutti e poi le faceva sue. E' stato l'essere umano più eclettico che abbia mai incontrato in vita mia.
Lui riusciva a vedere qualcuno camminare e diceva: "Ehi, Jerry, guarda quel tizio!".
Poteva succedere su un set cinematografico. Ora, lo ricordo in modo specifico.
Disse: "Mi sto preparando per fare lo speciale del '68. Userò la camminata di quel tizio".
Era un bravo attore di nome Billy Murphy, che era un bel personaggio.
A proposito, ad Elvis piaceva frequentare personaggi qualche volta. Si può pensare ad una persona che prende qualcosa da una persona famosa, giusto? Ma una persona che prende qualcosa da qualcuno che non è famoso e lo mette nel suo intero modo di essere? Quello era Elvis.
Cosa di lui vorresti correggere? Cosa sbagliamo su di lui oggi?
Penso, cosa più importante, al suo genio nella musica. Era un ragazzo molto intelligente. Penso che ciò che non ha avuto sono state le opportunità di essere pienamente l'intrattenitore e l'attore che avrebbe potuto essere. L'ho già detto in precedenza - e non mi piace dire la stessa cosa due volte - ma penso di aver perso il mio amico in giovane età a causa di delusioni creative.
Non sto dando la colpa al Colonnello Parker. Essere un manager è una parte importante della mia carriera. Se qualcuno può arrivare e fare un accordo con il tuo artista, non farai il manager per molto tempo.
Elvis non era in gran forma prima dello speciale del '68. Nessuno lo sapeva, ma per quello speciale, si è allenato come Muhammad Ali ed aveva un aspetto fantastico. Aveva perso 25 libbre, si era abbronzato. Ovviamente, c'erano altri problemi, ma erano causati dall'imbarazzo che provava per alcune delle cose che stava facendo.
Aveva 19 anni quando tutto questo cominciò ad accadere. A 21 anni era la più grande star del mondo. Quando tornò dall'esercito e voleva fare cose significative, il meccanismo era stato messo in moto. Non aveva davvero un avvocato; l'avvocato era controllato dal Colonnello. Le società cinematografiche, la RCA e le case editrici erano tutte controllate dal Colonnello, che stava facendo ciò che riteneva fosse meglio.
Il Colonnello si è messo nella condizione di essere distrutto, e lo è stato. Era un controllore, un manipolatore, ma era onesto e un gran lavoratore ed aveva un sacco di smalto. Non c'è dubbio.
Il Colonnello Parker viene dipinto come la fonte di queste delusioni e angosce, ma più leggo, più mi rendo conto che era un genio che, in primo luogo, ha avuto la parte del leone nella responsabilità di tutto questo successo .
Sei una delle poche persone che lo capiscono, Morgan, ed hai ragione. Spero che tutti lo capiscano prima o poi. Spero che Peter Guralnick possa scrivere un libro sul Colonnello un giorno, visto che ha avuto modo di conoscerlo molto bene.
La moglie del Colonnello ha detto che ero la persona più vicina a lui negli ultimi 20 anni della sua vita. Il Colonnello pensava di poter parlare con me perché ero diventato manager negli anni successivi. Sì, mi manca molto il vecchio ragazzo.
Stai leggendo il mio libro, ed è una delle cose che sono così felice che in un certo senso abbia funzionato.
Loanne, sua moglie, ha avuto un problema con il libro. Sono andato in aereo a Las Vegas solo per incontrarla, e si è dimostrata una donna davvero buona e intelligente.
Ha detto: "Jerry, adoro il tuo libro, ma quando parli delle delusioni creative, i fans tenderanno a pensare che sia stato il Colonnello ad ucciderlo".
Ho detto: "Non era mia intenzione. Non è quello che voglio. Abbiamo trascorso un'intera giornata, ed è stata davvero dura".
Recentemente ho trascorso molto tempo con Tom Hanks, che ha interpretato il Colonnello. Il film spiega l'altro lato del Colonnello.
Era un buon amico. Se era il tuo compleanno, ti chiamava e cantava "Happy Birthday". Ti ricordi i tempi della segreteria telefonica? Il Colonnello che ti cantava "Happy Birthday".
Ero in prestito al Colonnello un giorno alla settimana, cosa che un tempo mi intimoriva. Era così diverso dalla mia vita con Elvis. Si alzava presto e faceva degli incontri. Ma ogni volta che lo facevo, mi rendevo conto che mi piaceva davvero. Era davvero interessante.
Probabilmente ho preso molto di me stesso da Elvis e dal Colonnello, e un po' anche da Sam Phillips, che fu il genio originale.
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Source: Grammy.com