Duke Bardwell ha lavorato sia sul palco che in studio con Elvis Presley a metà degli anni '70, ed, in tutto, ha suonato il basso in 181 concerti.
Eppure ha sempre evitato l'esposizione mediatica della sua collaborazione con Elvis.
Duke ha vissuto alcuni fantastici momenti con Presley, tra cui i primi concerti di Elvis a Memphis nell'arco di 13 anni, i due incredibili spettacoli all'Astrodome di Houston di fronte a 88.000 persone, gli spettacoli esplosivi al Forum di Los Angeles, con celebrità come i Led Zeppelin tra il pubblico.
Ma ci sono stati anche momenti meno piacevoli. Durante il periodo in cui Duke ha lavorato con Elvis, i problemi di quest'ultimo con i farmaci stavano davvero iniziando a farsi sentire.
Duke era presente quella notte a Las Vegas, quando Elvis Presley disse ad un pubblico sbalordito che era stufo delle voci che giravano su di lui e che se avesse trovato i responsabili, avrebbe strappato loro la lingua dalla radice.
E' d'accordo nel dire che è stato un periodo difficile, ma ciononostante parla ancora di Elvis con grande affetto, come dimostra questa intervista.
Duke, quando hai iniziato a suonare?
Ho iniziato a suonare il mio primo strumento, che era un ukulele, quando avevo sei anni.
Ho scoperto immediatamente che se suonavi e cantavi e ti esibivi, o qualcosa del genere, alle ragazze piaceva. E quando l'ho capito, è diventata una motivazione.
Non erano solo per le ragazze, ma provenivo da una grande famiglia di 7 bambini. Mio padre suonava musica, suonava il trombone nelle orchestre swing alla fine degli anni '30 - primi anni '40.
Capita sempre in una grande famiglia che devi lavorare per attirare l'attenzione dei tuoi genitori. E' qualcosa percepito da tutti e tutti fanno del loro meglio, ma non era abbastanza per me. Ho scoperto che sapevo fare due cose: sapevo cantare e suonare ed ottenere più attenzione, oppure potevo diventare dispettoso e ottenere più attenzione - così ho fatto entrambe le cose.
Ero un bambino difficile. Non ero cattivo o niente del genere, ma mi mettevo sempre nei guai. E sapevo che avrei avuto una punizione per questo.
Mio padre era un uomo grande; prendeva la cintura e... (imita il rumore della frusta).
Quindi ho preso qualche dura lezione, ma me la sono andata a cercare, praticamente.
Nello stesso periodo, ero passato dall'ukulele alla chitarra e sapevo che mio padre amava il jazz, così ho anche iniziato a suonare il trombone al quinto anno di scuola.
Suonavo ancora la chitarra. All'epoca era tutto country.
Alla scuola superiore, ero in grado di suonare il basso, la chitarra, la tromba, un po' le tastiere...ma ero davvero uno studente pessimo.
Mi sembra che, ripensando a quei tempi, io e mia madre ne abbiamo parlato prima che morisse. Ora, se sei ADD o in deficit di attenzione o iperattivo, ti danno il farmaco Ritalin o qualche altro farmaco.
A quei tempi, ti prendevi solo un sacco di sculacciate; tutto qui. Quindi succedeva molto spesso perché io non ero un bravo studente.
Non mi piacciono particolarmente gli aspetti sociali della scuola, ma mi è sempre piaciuto suonare, pertanto, quando avevo probabilmente 17 anni, ho iniziato a viaggiare con una band che aveva un disco di successo a livello regionale. Mi ci è voluto molto tempo per capire perché i miei genitori mi permettessero di farlo: finché non fallivo a scuola, erano disposti a lasciarmi andare in giro durante il fine settimana.
Era fantastico e siamo andati avanti così per tutto il periodo del liceo. E' stato pazzesco.
Come sei finito a suonare il basso per Elvis?
Ho suonato il basso con una band R&B a casa, poco dopo quel periodo di cui ti ho appena parlato.
Il loro bassista voleva andarsene e fare qualcos'altro, e io avevo già suonato il basso. Ho ereditato questo basso. Ho continuato a suonare la chitarra in un certo numero di band nel corso degli anni, finendo a Los Angeles, dove suonavo il basso nelle sessions di registrazione di Jose Feliciano, prodotte da Steve Cropper.
Avevamo Ronnie Tutt come batterista in studio. Ronnie ed io andavamo molto d'accordo. Sapevo che era il batterista di Elvis, quindi durante le pause lo prendevo da una parte e gli dicevo: "Ehi amico, parlami di Elvis. Fammi sapere di lui, cosa puoi dirmi di lui?".
Ha semplicemente iniziato a ridere ed ha detto: "TUTTI me lo chiedono. E' la prima cosa che vogliono sapere: "Chi sei, Ronnie, come stai, amico?" e poi: "Raccontami di Elvis".
Ed ovviamente, molto più tardi ho scoperto che è esattamente quello che ti succede se sei legato a lui. Se sei abbastanza fortunato da far parte di quel cerchio di persone, allora è un obbligo verso i fans e verso i curiosi parlare di lui, se è quello che vogliono fare.
Ad ogni modo, siamo andati molto d'accordo in queste sessions di registrazione ed abbiamo suonato insieme un paio di volte in seguito.
Jerry Scheff aveva deciso di lasciare. L'altro ragazzo, Emory Gordy, era davvero troppo impegnato con la sua carriera, sia nel produrre dischi sia nel suonare molto.
Ronnie mi disse di aver messo il mio nome in lista e questo è stato davvero pazzesco, perché era il periodo in cui suonavo principalmente la chitarra, perché lavoravo con il manager di Jose Feliciano come cantante / cantautore, quindi uscivo a guadagnare 40.00 o 50.00 dollari a notte in caffetterie e steakhouse, cercando di non suonare materiale di altre persone.
Stavo cercando di suonare le mie canzoni. Stavo cercando di guadagnarmi da vivere con quello. Quindi stavo facendo questo e lavoravo con Jose, quando ho chiesto a Ronnie:
"Cosa pensi che potrei fare per ottenere questo lavoro? Davvero, cosa potrei fare?".
E lui disse: "Ti dirò cosa: ti invierò tre album. Impara quegli album e vieni a quella prima prova quando torniamo insieme. Scommetto che avrai quel lavoro '.
Ed è esattamente quello che è successo. Penso che, tutto sommato, l'ufficio di Tom Parker preferiva davvero cose che non fossero un problema. In realtà non gli piaceva nulla che si discostasse dal modo a cui erano abituati e, quando mi sono presentato conoscendo la maggior parte delle canzoni che stavano già suonando, non si sono nemmeno preoccupati di provare qualcun altro.
Penso che dopo un certo periodo di tempo, se mi hanno conosciuto meglio e per come sono a livello personale, potrebbero avere avuto qualche indizio del fatto che, nel lungo periodo, non avrebbe potuto funzionare.
Ricordi quel primo incontro con Elvis?
E' stato negli studi RCA di Los Angeles. Non volendo fare tardi, sono stato il primo ad arrivare. Ero davvero nervoso in un modo pazzesco.
John Wilkinson è stato il primo ad arrivare ed ha detto: "Sono John Wilkinson, chitarrista ritmico per Elvis Presley".
Ed io ho detto: "Ciao John, sono Duke Bardwell, bassista speranzoso" (ride).
Il resto dei ragazzi è arrivato e Ronnie mi ha presentato.
Tutti stavano aspettando Elvis. Era stato via per un paio di mesi ed aveva messo su qualche chilo.
Lo avevano messo a fare una dieta davvero pessima, sai, del tipo 500 calorie al giorno e iniezioni.
E finalmente è arrivato; aveva occhiali, il mantello...l'intera scena.
E Red West e tutti quei ragazzi sono entrati per primi dalla porta per tenerla aperta e poi è entrato lui. E' stata una scena così.
Gli ho chiesto perché avesse una pistola e lui mi ha risposto che: "Si prende cura delle cose oltre un metro e 85 di distanza".
Con il suo addestramento di karate, pensava di avere tutto controllo entro un metro e ottantacinque. Ero davvero sbalordito da tutta la situazione.
Onestamente, quando ero al 6° anno, come alcuni dei miei coetanei all'epoca, le nostre amiche impazzivano veramente per Elvis Presley, e noi dicevamo: "Amico, quello non è niente, lui non è niente! Cos'è quella musica hillbilly? Non è blues, che cos'è?".
Non impazzivamo per lui. Faceva tutte quelle mosse e potevamo dire che le faceva funzionare bene, ma ero una di quelle persone... Non lo ascoltavo, non mi importava di lui.
Quando sono andato al 7° anno di scuola, ho preso un cane. Penso di aver avuto 13 anni o giù di lì, e questa ragazza ha detto: "Voglio che tu venga a casa mia". Quindi sono andato e lei ha detto: "Cosa faresti se dovessero addormentare il tuo cane o se volessero sparare al tuo cane?".
Ho risposto: "Prima dovrebbero uccidermi".
Lei ha detto: "Voglio che ascolti una cosa".
Mi ha fatto sedere sul divano e ha fatto suonare "Old Shep" e, davvero, ha cambiato la mia vita. Perché era la prima volta che mi succedeva di venire toccato da un brano musicale. Voglio dire, davvero, stavo piangendo.
In quel momento ho preso una decisione consapevole: se questo è ciò che si riesce a fare con la musica, se veramente si riesce a creare e trovare qualcosa che abbia significato per qualcuno e si riesce a toccare le persone nel profondo, nel punto in cui si emozionano davvero, allora voglio fare questo.
Da quel momento in poi, sono diventato un grande fan di Elvis. Come giovane adolescente lo adoravo, semplicemente lo adoravo. Quindi il fatto che io fossi lì era quasi surreale.
È stato all'altezza delle tue aspettative?
In molti modi, sì. Sfortunatamente, nel 1974, fisicamente ed emotivamente, era già in fase di declino.
Sai, quell'anno 1974 fu uno dei suoi anni di tournée più impegnativi di sempre. Quando ha iniziato quell'anno, è partito in ottima forma. Veramente. Ha iniziato nel 1975 ad avere qualche problema.
Sei riuscito a stabilire con lui un rapporto a livello personale?
Potrei dire che era riservato con me, perché ero ancora in prova.
Ma non lo vedevo davvero trattarmi in modo molto diverso da chiunque altro. Non avevamo ancora avuto alcuna possibilità di comunicare tra di noi. Non percepivo che ne avesse il desiderio e certamente l'opportunità non si stava presentando. Non avevo ancora ottenuto il mio TCB (collana). Ero ancora in prova.
Quindi abbiamo fatto quella prima serie di spettacoli a Las Vegas, poi siamo tornati a casa per circa tre settimane e poi siamo partiti per quel tour che si è concluso a Memphis.
Nel marzo del 1974 abbiamo finito per fare un album dal vivo.
E musicalmente?
Ricordo di aver desiderato vederlo cantare più canzoni rock, più rock'n'roll.
Non ero interessato alle grandi cose orchestrate.
Ho pensato, onestamente, che fosse noioso, se paragonato all'energia che lui avrebbe messo in canzoni come "That's All Right Mama", "Burning Love", "A Big Hunk O' Love" e tutto quel genere di cose.
Sai, "Bridge Over Troubled Water" e tutto quel genere di cose, anche se erano canzoni meravigliose, andavano molto bene nei grandi spettacoli con le orchestre. Penso che sia per questo che mi è piaciuto così tanto lo spettacolo del 1974 all'Astrodome di Houston: perché era semplicemente Elvis, la band e i cantanti, quindi non potevamo fare tutte quelle canzoni. Abbiamo dovuto fare rock & roll!
Era nervoso per quello spettacolo?
Oh, lo spaventava! Ci ha detto che questo era assolutamente il più grande spettacolo che avesse mai fatto, con così tante persone.
Anche se lo spettacolo "Aloha" è stato visto da milioni di persone, non erano tutti lì.
Credo...non è quel CD bootleg chiamato "Event Number Eight"? Perché era lo spettacolo del rodeo... Ma è stato molto divertente, davvero.
Ho sentito che il suono era molto problematico...
Era pessimo! Voglio dire, lo era davvero perché c'era tantissimo riverbero, avevamo un ritorno di suono enorme sul palco.
A quel tempo i sistemi di monitoraggio non erano così sofisticati come lo sono ora.
C'erano ancora queste lunghe colonne di Shure, che suonavano come se fossero state usate molto. Il suono era estremamente complicato in quel posto. Non potevamo fare quello che facevamo normalmente. Dovevamo usare il sistema che si trovava nell'Astrodome ed il suono non era buono. Potevi sentire il suono di quello che stavi facendo tornarti indietro in ritardo. Ma ti ci dovevi abituare. È stato divertente, lo è stato davvero.
La mia parte preferita di tutto è stato quando hanno portato Tom Parker sul davanti del palco su un asino, con un cappello da cowboy in testa. Ha interrotto lo spettacolo.
Si possono vedere dei tramezzi sul palco nelle foto di quello spettacolo. Servivano per isolare il suono?
Servivano esattamente per quello.
Molte persone non li avevano mai visti usare ad un concerto live prima, ma lo hanno fatto per isolare Ronnie Tutt. Ha suonato così duramente e così tanto, da aver davvero bisogno di essere sicuri che il suono della batteria fosse contenuto e non andasse in tutti i microfoni e roba del genere, quindi è per quello che si è fatto in quel modo.
E' stato assolutamente necessario. Ragazzo, ci andava pesante! Oh, quei colpi ravvicinati sulla cassa della batteria! Faceva partire quei doppi colpi sulla cassa della batteria e li sentivi rimbombare sul tuo sedere!
Come ti sei trovato con gli altri musicisti, come Glen D., James e John?
Penso bene. Glen D. ed io eravamo buoni amici.
James è molto tranquillo. Non credo di averlo infastidito, ma era difficile dire davvero cosa pensasse. Ho sempre viaggiato con il mio basso e la mia chitarra, perché ho sempre lavorato sulle mie canzoni. Quindi appena arrivavamo in hotel, John Wilkinson andava alla macchina del ghiaccio in modo che potesse iniziare a preparare i suoi cocktail.
Tiravo fuori la mia chitarra, perché amavo il modo in cui suonava nelle camere d'albergo e iniziavo a lavorare sulle mie canzoni.
In poco tempo James varcava la soglia ed entrava, si sedeva sull'altro letto e prendeva la mia chitarra senza dire nulla, e mi lasciava a bocca aperta con le cose che sapeva fare.
Prendeva quella chitarra acustica e le faceva fare l'impossibile. La prendeva, me la restituiva, se ne andava e non diceva una parola.
Mi lasciava lì, sai, tipo: "Oddio ... cosa è appena successo qui?!".
Mi è davvero piaciuto stare con James.
Glen D. era il mio salvatore sul palco. Le persone arrivavano con le richieste. La band le conosceva, Joe Guercio aveva gli spartiti per tutti e tutti le conoscevano...tranne il bassista.
E ad Elvis non piacevano gli errori. Quindi è stato molto stressante per me essere lì.
Lui commentava gli errori?
Oh assolutamente. Aveva alcune cose negative da dire se facevi casini.
Ma Glen D. mi era abbastanza vicino e cercava di dirmi le chiavi musicali.
Ma il ritornello poteva essere qualcosa del tipo E - B - D, ma non si poteva sapere quello che avrebbe detto, così entravo con la nota sbagliata. Non stavo ascoltando la musica, stavo guardando Glen D. ma non riuscivo a capire.
Questo è accaduto anche una sera in cui Elvis ha deciso di cantare "Bridge Over Troubled Water". Non l'avevo provata. L'ho davvero fatta a pezzi! Non l'ho fatta bene.
La stessa cosa è successa con Tony Brown, quando Tony ha preso il posto di Glen D.
Da quello che mi hanno raccontato, Elvis lo ha fatto iniziare quattro volte dal vivo, lo ha fermato e: "Ricomincia, Tony".
Non aveva intenzione di farsi prendere in giro - di certo non da te, che non facevi il tuo lavoro. Voleva che tu fossi un professionista e facessi quello che si aspettava.
Sei rimasto turbato da questi commenti?
E' stato imbarazzante. Certamente non sono serviti a nulla per migliorare il mio modo di suonare, sai. Se umili qualcuno invece di incoraggiarlo... Non ha importanza se sono i nostri figli o qualcuno con cui lavori... Ha un effetto negativo.
Questo è davvero tutto ciò che ho da dire in proposito.
Sicuramente non ho mai smesso di volergli bene. Per me era l'Elvis degli anni '50 ed in lui cercavo sempre quel ragazzo. Quell'energia, quel misticismo e tutto il resto. Sapevo che quello che avevo lì nel '74/'75 non era necessariamente tutto questo, ma c'era ancora abbastanza di lui. Ero pazzo di lui. Mi dispiace di non avergli fatto sempre piacere. Cose che capitano...
Come è nato quell'album live?
Sono stati abbastanza intelligenti al riguardo. Non ci hanno detto nulla.
(Il riferimento è all'album "Elvis: Recorded Live On Stage In Memphis").
Non avevamo idea di quello che stavamo facendo. Ero davvero nervoso, perché Elvis non aveva suonato nella sua città per 13 anni, se ricordo bene. Tutti volevamo davvero che andasse bene per lui. Ed era nervoso, lo era davvero. E mentre stavamo salendo sul palco con i nostri strumenti, Tom Diskin, l'assistente del Colonnello, era lì ed ha fatto firmare a tutti una liberatoria.
Abbiamo chiesto: "A cosa serve?".
Lui ha detto: "Stai rilasciando tutti i diritti d'autore per l'album dal vivo che stiamo registrando".
"Live Album???" (ride).
Ero in una condizione del tipo: "Oh mio Dio!" (ride).
Ma è andata molto bene. L'energia era buona.
E sei stato immortalato nell'album.
Sì.
"Non ti sto davvero parlando, Duke, sto solo bevendo acqua!" o qualcosa del genere.
Buon Dio (ride). Ricordo di aver pensato: "Se hai intenzione di parlarmi, parla con me, ma non dire: "Non sto parlando con te" (ride).
Ma quello è stato un grande concerto. E poi siamo andati a Graceland. Quello è stato il momento in cui ho avuto il mio TCB. Ricordo che ero nella parte posteriore della stanza dei trofei. Ero nervoso solo per il fatto di essere lì.
Sono uscito in soggiorno e c'era questo lungo pianoforte a coda placcato in oro. Non so se mi spiego: ORO! Hanno dipinto quella cosa d'oro (ride).
E mi sono seduto ed ho solo suonando alcuni accordi. Lui era con Linda Thompson e sono scesi. E' arrivato nel mio campo visivo, l'avevo visto salire.
Disse: "Alzati da quel piano, ragazzo".
Pensavo di essere nei guai per aver suonato il suo piano. Non sapevo cosa aspettarmi.
Dissi: "Oh, scusami!"
E lui disse: "No, alzati e girati".
Ho visto scendere davanti al mio viso questa collana TCB e lui me l'ha messa addosso. È stato un grande momento per me. Significava davvero molto per me, non mi aspettavo assolutamente che accadesse. Sono rimasto divertito dal modo in cui lo ha fatto. Pensavo che il mio culo fosse in guai seri per aver suonato il suo pianoforte e per essere andato a casa sua anche se non ero stato invitato.
Sai, mi sono chiesto per anni cosa il Signore avesse in mente per avermi messo in quella situazione. Non riuscivo a capire perché. Se fossi mai stato curioso della mia carriera musicale di sapere come sarebbe stato essere esposto a migliaia di fan e ricevere un'attenzione di quel tipo, se avessi mai avuto nel mio cuore il desiderio di sperimentarlo, non mi sarei mai aspettato che mi accadesse qualcosa del genere.
Volevo avere il mio posto nel mondo della musica, ma non avevo mai preso in considerazione l'idea di spingermi al punto di diventare una specie di star.
Ma ero curioso. Ho dovuto farne esperienza con uno dei migliori, uno dei più grandi progetti al mondo ed è stato terrificante. Lo è stato davvero, con tutte quelle persone concentrate su ogni mossa che fai ed ogni parola che dici.
Hai qualche ricordo speciale della vita sulla strada?
Sai, dopo un po ', è proprio vero quello che si sente riguardo quando si fanno molti lavori andando in giro ed in tour, perché stai dentro ad un aereo, dentro ad un autobus.
Abbiamo alloggiato in nient'altro che negli hotel Hilton, quindi sembravano tutti uguali; poi si andava in un teatro o in un coliseum, poi di nuovo in un autobus, in hotel, di nuovo in aereo.
Le cose a cui si faceva caso erano cose strane, oppure quando lui aveva un comportamento molto strano.
Una volta ci hanno fatto salire su un palco che era stato costruito su un'impalcatura. Era in questo grande stadio. Quando tutte le donne sono scese per prendere le sciarpe e roba del genere, ho visto una donna che si arrampicava sull'impalcatura cercando di raggiungerlo.
A causa della pressione delle persone dietro di lei, ha perso l'equilibrio ed è caduta indietro, mentre il suo corpo e le sue gambe erano ancora sull'impalcatura. Si è rotta entrambe le gambe. E' stato semplicemente orribile.
Per me i concerti sono stati fantastici se mi lasciava suonare e non mi prendeva in giro. Sai, si possono intrattenere quelle persone, ma non a mie spese. Quello è successo verso la fine.
Qual è stata la differenza tra suonare su strada e suonare a Las Vegas?
Beh, si era più riposati a Las Vegas. Sai, la strada era stancante, perché ogni notte ci si trovava in un posto diverso. Dormire era difficile. A quei tempi c'erano delle droghe che venivano passate ed usate.
Il solito, niente di esotico, sai. L'unica cosa che c'era era l'alcol e le anfetamine. Si beveva un po' e si prendevano un po' di anfetamine, in modo da poter raggiungere la città successiva e fare il nostro lavoro. A quel punto non riuscivi a dormire, allora dovevi bere ancora un po '.
Cosa è successo davvero quella notte a Las Vegas?
Quando ha fatto il monologo sul palcoscenico ed ha minacciato quelli che hanno parlato di lui.
È stata una notte insolita. Sapevamo tutti che non si era sentito bene.
Le sue esibizioni erano diventate un po fiacche. Sapevamo che non si sentiva bene. Penso che avesse un po' di febbre oltre alla stanchezza, e non stava dormendo bene. Era totalmente sfasato dal suo ciclo naturale.
Quando ha iniziato quei monologhi, abbiamo capito che c'era veramente qualcosa che non andava e siamo rimasti molto sorpresi dalla piega cattiva che ha preso. È stato molto doloroso per tutti sentirlo perdere effettivamente il controllo in quel modo, perché in pratica è quello che ha fatto. La cosa molto strana è che il pubblico lo ammirava così tanto, che quando ha fatto quelle affermazioni sullo strappare la lingua di un ragazzo dalle radici e quel genere di cose, hanno riso e lo hanno applaudito un po '. È come se non sapessero cosa fare.
CLICCA E LEGGI I MONOLOGHI DI ELVIS PRESLEY: 02 SETTEMBRE 1974
Eri consapevole al momento che era in terapia?
Oh certo, tutti sapevano che era in cura.
L'intero malinteso del tipo: "Beh, va bene perché è un farmaco prescritto" è molto ingenuo.
Penso che di molte di quelle cose ne avesse effettivamente bisogno, a causa dei problemi fisici che aveva. Ma so che stava prendendo alcune cose...
Ma sai, non posso puntare il dito su di lui. Anch'io ho avuto lo stesso problema, ma sono stato molto fortunato ad uscirne.
Ho incontrato mia moglie 20 anni fa e mi ha dato la motivazione giusta per stare lontano da quella roba; ma non è insolito per qualcuno che si esibisca sulla strada fare in quel modo per avere qualcosa che dia un po' di aiuto, che sia la Bibbia, che sia un compagno, che siano droghe o alcol o qualsiasi altra cosa. Qualcosa deve farti andare avanti, perché è difficile. Chiunque ci sia passato per un certo periodo di tempo, ti può dire quanto sia difficile, e se è il tuo lavoro, allora devi stare sulla strada per poterti mantenere.
Com'è la storia di quella volta in cui hai cantato e ti sei esibito sul palco durante il suo spettacolo?
Abbiamo fatto qualcosa che non avevamo mai fatto prima. Abbiamo fatto un tour relativamente breve e poi siamo andati a Tahoe per cinque giorni. Ancora non so perché il Colonnello abbia deciso così, ma l'abbiamo fatto.
Man mano che si avvicinava la fine dell'ingaggio, Elvis era sempre più esausto. Era evidente per noi sul palcoscenico. Era apatico ed ovviamente stanco. Non aveva la sua reale potenza vocale e stava esaurendo le forze, ma voleva che i soldi spesi per andarlo a vedere non fossero stati sprecati.
Ha fatto cantare tutte quante le coriste individualmente; una canzone a testa. (Una corista) ha fatto questa fantastica canzone gospel con l'orchestra, con la sua bella voce. Ha fatto un ottimo lavoro ed al pubblico è piaciuta tantissimo.
Elvis stava cercando qualcos'altro da fare. Ovviamente tutti i musicisti sapevano che io suonavo e cantavo, visto che suonavo e cantavo sempre in tutte le nostre feste, dopo gli spettacoli nel camerino, negli hotels...
Conoscevano alcune delle mie canzoni. Elvis era esitante e pensava a qualcos'altro da fare, e Ronnie disse: "Fai cantare Bardwell".
Lui disse: "Sì, giusto...!".
E Guercio disse: "Davvero! Vuoi fare qualcos'altro, fallo cantare, perché sa cantare".
Così Elvis ha detto: "Signore e signori, il mio bassista canterà ora".
Così Charlie mi diede la sua chitarra ed io presi il suo microfono. Charlie teneva un altro microfono sulla chitarra, per permettermi di suonare, ed io non sapevo cosa fare. Intendo dire, come potevo fare seguito a Kathy Westmoreland che aveva cantato "My Heavenly Father?"
E Donnie Sumner disse: "Canta la canzone dell'uragano".
Sai, "Please Don't Bury Me" di John Prine. E' una di quelle che tutti credono sia divertente e tutti sanno come fa. Ho iniziato quella canzone e, nel momento in cui sono arrivato al primo ritornello, l'intera band mi ha accompagnato. Nel momento in cui arrivavo a quel ritornello, quelli che conoscevano la canzone, cantavano insieme a me.
Elvis sembrava un po' disorientato, del tipo: "Ehi, aspettate un momento...la sapete tutti...Come mai io non ne sapevo niente?".
Arrivai all'ultimo verso della canzone, che è un po' azzardato, ma a lui è piaciuto molto.
Eravamo partiti da "My Heavenly Father" per arrivare a "Kiss My Ass Goodbye", e tutti erano sorpresi. Elvis ne rimase veramente tagliato fuori... Veramente non la conosceva - non sapeva chi fosse John Prine.
È stato davvero un buon momento, perché gli avevo mostrato una parte di me che non conosceva. Sapeva che quello che avevamo appena fatto era lo spettacolo, ed era un ottimo spettacolo, perché era divertente.
Sono tornato nello spogliatoio dopo lo spettacolo e Tom Diskin ha bussato alla porta. Lo abbiamo lasciato entrare ed ha detto: "Ho un messaggio per te dal Colonnello".
Ed io stavo già dicendo: "Sono un bassista licenziato perché avevo cantato" Kiss My Ass Goodbye" subito dopo una canzone gospel, di fronte a tutti?".
Il Colonnello non parlava con nessuno di noi. MAI parlato con nessuno di noi. Voglio dire, potevi dire: "Salve Colonnello, come stai, piacere di vederti" e lui non si sarebbe nemmeno accorto che eri lì. Non ti guardava e non ti parlava. Tu non esistevi. Pensavo fosse così solo con me. Mi faceva imbestialire.
Ma non ero solo io, era così con quasi tutti, tranne Charlie perché gli piaceva Charlie.
Glen D. mi ha detto che nemmeno con lui ha mai parlato.
Quindi ho pensato di essere stato licenziato quando ha mandato Tom Diskin nello spogliatoio.
Invece ha detto: "Il Colonnello vuole che ti dica che è una delle cose più divertenti che abbia mai visto in uno spettacolo di Elvis Presley".
Ne ero entusiasta! Se non avessi fatto altro, avrei fatto quello. È stato divertente. È stato bello divertirsi. Ecco perché ero lì, perché era un buon momento. Suonare quella musica è stato divertente.
Suonare con Elvis Presley è stato DI-VER-TEN-TE! Davvero divertente.
Ma lui stava soffrendo, stava male.
Ecco perché ho capito che stava succedendo... Avete anche voi lo stesso modo di dire qui, riguardo la nave che va in discesa? Bene, ho capito che stava andando in discesa.
Prima hai detto che era sinceramente interessato a una delle canzoni che hai scritto, ossia "You & I".
Sì. Quella stessa notte, Elvis ha fatto venire uno dei ragazzi e mi ha detto di prendere la mia chitarra ed andare di sopra. Sono salito ed è stata la solita scena nel suo attico che facevano per lui lì a Tahoe.
Tutti i ragazzi stavano girando nella hall per fare in modo che tutte le donne venissero portate lì.
"Vuoi incontrare Elvis? Vieni con me".
Questo è ciò che facevano ogni notte. Quindi stava succedendo tutto questo e lui era lì.
Elvis ha detto: "Mi dicono che anche tu scrivi canzoni".
Ho detto: "Sì, sì, mi piace davvero farlo. Stavo facendo questo quando ho incontrato Ronnie Tutt".
Lui ha detto: "Perché non mi suoni alcune delle tue canzoni?".
Io ho detto: "Davvero non so da dove cominciare".
Elvis ha risposto: "Ne hai una preferita?"
Io ne avevo un paio. Avevo scritto una canzone come regalo di nozze per mia sorella, dal titolo "You & I". L'ho suonata per lui.
E lui stava seduto lì. Aveva sempre questo modo di sedersi.
Incrociava sempre una gamba con la caviglia su un ginocchio e il suo piede vibrava sempre. Sai, energia nervosa.
Ho suonato la canzone per lui e non ha detto niente, quindi ho iniziato a pensare: "Bene, non gli è piaciuta", così stavo cercando di pensare a cosa fare dopo per lui, e poi ha detto: "Suonala nuovamente".
Così l'ho suonata di nuovo, e ancora non ha detto niente.
Poi ha detto: "Suonala di nuovo".
Il suo piede stava vibrando. Allora l'ho suonata ancora.
Ho iniziato a catturare sguardi cattivi da alcuni dei ragazzi, perché avevano alcuni affari di cui occuparsi... Cretinate (ride), e questo non faceva parte del loro programma per la festa.
Ma se lui voleva che la suonassi ancora, potevano guardarmi male tutto il tempo che volevano...l'avrei suonata di nuovo.
Non so quante volte ho finito per suonare quella canzone, ma ho dovuto farla più e più volte, fino a quando alla fine tutti se ne sono andati, tranne me e lui. Non capivo...
Sapevo che stava sentendo qualcosa in lei che gli piaceva. Non avevo idea di quale parte avrebbe potuto essere. Non sapevo cosa stesse succedendo. Ero davvero confuso. Alla fine si alzò dal divano e disse: "Voglio che tu contatti l'ufficio del Colonnello Parker quando torneremo a Los Angeles, perché voglio registrare quella canzone".
Così, quando siamo tornati, sono andato nell'ufficio di Tom Parker con gli spartiti. Una percentuale della mia casa editrice era legata al proprietario della casa discografica Lou Adler a Los Angeles, ed il Colonnello ha capito che non sarebbe stato in grado di ottenere tutti i diritti di copyright che voleva, così ha lasciato perdere tutto.
Quello era ciò che era importante per loro. Lui incideva la tua canzone, ma ti sarebbe costata la maggior parte dei tuoi diritti.
Hai suonato nelle sessions dell'album "Today" del Marzo 1975.
Beh, sapevo già che me ne sarei andato via, che ero sulla strada verso l'uscita.
Onestamente, avrei dovuto andarmene prima, ma avevo da poco una famiglia e un bambino appena nato per il quale mi preoccupavo molto e non avevo reali mezzi di guadagno.
Tra i tour di Elvis, stavo anche facendo un tour con un ragazzo di nome Gene Clark, ma era solamente qualcosa che mi piaceva fare, non c'erano molti soldi in gioco.
Non si riusciva a concludere niente.
Fondamentalmente sono andato alla session di registrazione di Elvis con un atteggiamento rilassato.
Prima ero molto cauto nel suonare. Sapevo che gli piaceva molto il basso, perché Jerry Scheff faceva sentire molto il basso. Ho imparato dalle registrazioni di Jerry, quindi stavo cercando di suonare in modo impegnato.
In questa session di registrazione, mi sono davvero rilassato e mi sono divertito. In effetti, Ronnie mi disse: "Non so cosa ti sia successo dall'ultima cosa che abbiamo fatto fino ad ora, ma è stata una buona cosa. Questa session è la migliore che tu abbia mai suonato'.
Felton Jarvis mi ha fatto fuori dall'album.
Avevano già pubblicato "T-R-O-U-B-L-E" come singolo con me che ci suonavo.
L'altro giorno stavo ascoltando gli outtakes ed ho pensato: 'Non c'era niente di sbagliato in questo. Suonavo bene e la band suonava molto bene insieme. Ma era solo una questione personale, in realtà. Era tempo di sbarazzarsi di me ed era proprio come: "Non abbiamo intenzione di rinnovare il tuo contratto ed abbiamo intenzione di toglierti anche dall'album "Today" ".
Quando sei tagliato fuori, sei fuori. È come quando sei in una relazione che sai che non sta andando bene e, più a lungo rimani, peggio diventa per tutti.
Stavo ancora cercando di mantenere il lavoro e posticipare il momento della fine. Mia moglie odiava vedermi infelice, ma sapeva che avevamo bisogno dei soldi per vivere.
Stavo resistendo il più a lungo possibile.
Lui decise di farmi entrare e lui doveva essere l'unico a decidere quando era il momento di farmi andare via, e l'ha fatto.
Mi sono divertito moltissimo in quella session di registrazione e sono molto grato di sentire quelle outtakes.
Ho adorato suonare con James, Ronnie e Glen D.. E' stato uno dei divertimenti più belli che abbia mai avuto in vita mia. Ma io non sono Jerry Scheff. Non c'è un altro Jerry Scheff.
Ma stavo cercando di fare un buon lavoro e di essere il più professionale possibile.
Jerry Scheff è un bassista, è quello che fa.
Io ero un cantautore chitarrista, che suonava un po' di basso e sono stato fortunato! Non ho altro in me se non gratitudine per l'opportunità di essere stata una piccola parte della TCB Band.
Musicalmente parlando è stata la cosa più fantastica che mi sia mai capitata!
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Source: EAU