A seguito dell'enorme successo della mostra "Elvis At The O2", avvenuta nel 2014/2015, che ha portato 200.000 visitatori, Graceland ha deciso di tornare a Londra, alla O2 Arena con la nuova "Elvis On Tour - The Exhibition".
Questa nuova mostra è focalizzata sul periodo dal
1969 al 1977 e presenta ai visitatori oltre 200 oggetti arrivati direttamente
dagli archivi di Graceland, inclusi 35 vestiti, costumi e chitarre che Elvis
Presley ha usato sul palco.
Zoey Goto, autore di "Elvis Style: From Zoot Suits to Jumpsuits" ha visitato la mostra per incontrare il direttore degli archivi di Graceland, Angie Marchese, per parlare con lei delle modalità con cui è stata creata questa magnifica mostra e dello stile unico di Elvis Presley.
Zoey Goto, autore di "Elvis Style: From Zoot Suits to Jumpsuits" ha visitato la mostra per incontrare il direttore degli archivi di Graceland, Angie Marchese, per parlare con lei delle modalità con cui è stata creata questa magnifica mostra e dello stile unico di Elvis Presley.
ZOEY GOTO: Cosa avete voluto comunicare con questa mostra?
ANGIE MARCHESE: Noi vogliamo in verità dare ai visitatori l'opportunità di sentire il feeling di cosa significava essere "on the road" con Elvis. Non solo cosa significava vedere una sua esibizione, ma anche capire cosa succedeva dietro le quinte. Volevamo mostrare quanto Elvis lavorava, a partire dal 1969 a Las Vegas, quando fece 29 concerti in 10 giorni. L'ingaggio successivo fu di 57 spettacoli in 28 giorni. Tra il 1969 e il 1977 Elvis si esibì per circa 1100 volte, facendo il tutto esaurito. Vogliamo mostrare quanto ha dato di se stesso alla sua arte.
Ovviamente, vogliamo anche mostrare il suo stile, dai primi costumi di scena usati nel 1969, fino ai jumpsuits degli anni '70. Elvis era sempre avanti nel trend e molto a suo agio con il suo stile.
ZG: Hai menzionato che volete mostrare cosa succedeva dietro alle quinte mentre Elvis era in viaggio. Come potete riuscire a farlo?
AM: Vogliamo mettere in mostra non solo i vestiti usati sul palcoscenico, ma anche alcuni dei vestiti usati nel backstage e durante le prove. Abbiamo incluso una delle mie giacche preferite, che è la "Rainbow Jacket Fringe" della North Beach Leather. Se tu avessi visto Elvis girare nel backstage, quello era il tipo di vestiti che indossava. E' importante anche mostrare che non c'era qualcuno che diceva ad Elvis quello che doveva fare. Aveva potere totale sulla creatività dello spettacolo, dai musicisti all'arrangiamento, fino al guardaroba
ZG: Questo è un punto veramente importante. Quando stavo facendo ricerche per il mio libro, ho scoperto che un sacco di persone dicono che c'era uno stilista dietro le quinte, che diceva ad Elvis come vestirsi, ma in realtà lui aveva controllo totale sulla sua immagine.
AM: Sì, questo è molto raro, poichè solitamente c'è uno stilista e forse qualcuno che si occupa del guardaroba. Elvis faceva da solo. In un certo senso, lui era il peggiore incubo dei designers, perché lui diceva "Mi piace questa cintura. Non si accompagna molto bene con il mio vestito, ma la indosserò ugualmente".
ZG: Quale è il pezzo da vedere assolutamente a
questa mostra?
AM: Il pezzo più emozionante è il baule di
sciarpe provenienti dal suo ultimo tour. E' stato memorabile aprire questo
baule quando l'abbiamo trovato immagazzinato a Graceland. La maggior parte dei
bauli era vuota, e quando abbiamo aperto questo l'abbiamo trovato pieno zecco
di sciarpe. Era pronto per andare in tour quando è morto. Non sono mai state
mostrate fuori da Graceland.
ZG: In termini di moda, penso che il periodo che avete scelto - 1969/1977 - sia il più interessante, in quanto Elvis stava spingendo i margini dello stile al loro estremo.
AM: Lui l'ha fatto davvero, ed è stato il primo artista ad indossare jumpsuits. Le tute (jumpsuits) divennero come tele bianche, su cui i designers potevano sbizzarrirsi con idea e temi. Dopo che Elvis iniziò ad indossarle, influenzò altri artisti, tra cui David Bowie e The Osmonds.
Elvis fu uno dei primi artisti a presentare un concerto che non era solo musica, ma era anche quello che lui indossava. Tutte le volte che si legge una recensione di uno spettacolo, viene descritto nei particolari anche quello che lui indossava. E' molto più comune adesso per le persone preoccuparsi di quello che indossa un artista. Per esempio, mia figlia noterà sempre cosa Harry Styles sta indossando.
ZG: E Harry Styles è stato sicuramente influenzato da Elvis.
AM: Molto influenzato. Mia figlia fa sempre questo tipo di paragone e collegamento. E' stata ad un suo spettacolo ed ha detto "Harry ha indossato il gold lamè come Elvis!".
Miley Cyrus, con il suo jumpsuits, è un'altra artista influenzata da Elvis.
ZG: In termini di moda, penso che il periodo che avete scelto - 1969/1977 - sia il più interessante, in quanto Elvis stava spingendo i margini dello stile al loro estremo.
AM: Lui l'ha fatto davvero, ed è stato il primo artista ad indossare jumpsuits. Le tute (jumpsuits) divennero come tele bianche, su cui i designers potevano sbizzarrirsi con idea e temi. Dopo che Elvis iniziò ad indossarle, influenzò altri artisti, tra cui David Bowie e The Osmonds.
Elvis fu uno dei primi artisti a presentare un concerto che non era solo musica, ma era anche quello che lui indossava. Tutte le volte che si legge una recensione di uno spettacolo, viene descritto nei particolari anche quello che lui indossava. E' molto più comune adesso per le persone preoccuparsi di quello che indossa un artista. Per esempio, mia figlia noterà sempre cosa Harry Styles sta indossando.
ZG: E Harry Styles è stato sicuramente influenzato da Elvis.
AM: Molto influenzato. Mia figlia fa sempre questo tipo di paragone e collegamento. E' stata ad un suo spettacolo ed ha detto "Harry ha indossato il gold lamè come Elvis!".
Miley Cyrus, con il suo jumpsuits, è un'altra artista influenzata da Elvis.
ZG: Nel mio libro parlo dell'influenza che
Elvis ha avuto - su artisti inglesi come David Bowie fino a star contemporanee
come Justin Bieber. Penso sia interessante portare la questione a monte,
pensando a chi stava influenzando Elvis e dove ha preso l'idea per quei
fantastici vestiti che possiamo vedere qui oggi.
AM: Credici o no, l'idea per i mantelli è arrivata dalla passione di Elvis per i libri di fumetti e dei supereroi che leggeva da piccolo. Poi il rapporto di collaborazione fu molto bello tra Elvis, Bill Belew e Gene Doucette. Ad esempio, per lo spettacolo "Aloha From Hawaii", Elvis partì con l'idea di volere qualcosa che ricordasse l'America. Così, lo stilista Bill Belew arrivò con l'aquila rossa, bianca e blue. C'è anche una simpatica storia sui Phoenix Suits: Bill Belew originariamente fece lo schizzo di una zebra, ma Elvis lo guardò sottosopra e disse: "Amico, sembra uno strano uccello!", così Bill dovette creare quello che Elvis aveva visualizzato, ossia un uccello con i connotati da zebra. Elvis era molto aperto alle idee.
Ci sono anche elementi che ricordano gli anni '50: i colletti alti e i polsini a punta. Bill Belew creava questi abiti partendo dallo stile personale di Elvis.
AM: Credici o no, l'idea per i mantelli è arrivata dalla passione di Elvis per i libri di fumetti e dei supereroi che leggeva da piccolo. Poi il rapporto di collaborazione fu molto bello tra Elvis, Bill Belew e Gene Doucette. Ad esempio, per lo spettacolo "Aloha From Hawaii", Elvis partì con l'idea di volere qualcosa che ricordasse l'America. Così, lo stilista Bill Belew arrivò con l'aquila rossa, bianca e blue. C'è anche una simpatica storia sui Phoenix Suits: Bill Belew originariamente fece lo schizzo di una zebra, ma Elvis lo guardò sottosopra e disse: "Amico, sembra uno strano uccello!", così Bill dovette creare quello che Elvis aveva visualizzato, ossia un uccello con i connotati da zebra. Elvis era molto aperto alle idee.
Ci sono anche elementi che ricordano gli anni '50: i colletti alti e i polsini a punta. Bill Belew creava questi abiti partendo dallo stile personale di Elvis.