I figli di John Lennon, Julian e Sean, hanno preso parte all'evento e, a nome del loro celebre padre, hanno dato il loro contributo alla consegna del riconoscimento per Elvis Presley.
Insieme a loro c'erano Jack Soden, Presidente e Direttore Esecutivo di Graceland, e George Klein, disc-jockey di Memphis e grande amico di Elvis.
All'epoca Julian Lennon aveva 22 anni, mentre Sean Lennon ne aveva soltanto 10.
Entrambi si sono presentati elegantissimi in smoking: il primo in nero, il secondo in bianco ed indossando la spilla con il nome "ELVIS", fatta di strass, già indossata da loro padre negli anni precedenti.
Alla consegna del premio per Elvis, ritirato da George Klein, Julian Lennon, con al suo fianco il fratello Sean, è stato il primo relatore.
E' risaputa l'ammirazione che John Lennon avesse per Elvis, tanto da dare a lui il merito di averlo ispirato alla formazione del suo primo gruppo musicale e di avergli fatto proseguire il percorso che ha dato vita ai Beatles. Lennon aspirava davvero a diventare come Elvis e persino essere più famoso di lui.
Il discorso di Julian iniziò così:
"Nostro padre era un grande fan di Elvis ed è risaputo che Elvis fosse amato in tutto il mondo. Siamo stati tutti influenzati da lui. Penso che molte persone nel mondo traggano molto piacere dall'ascoltarlo e lo amino moltissimo".
Poi proseguì citando le parole di suo padre:
"Elvis è stato l'inizio. Qualsiasi cosa la gente dica, lui lo è stato. Non gareggiavo contro Elvis; il rock era il mezzo di comunicazione in cui sono nato. Era l'unico, tutto qui. Quelle persone che presero i pennelli, come Van Gogh, probabilmente volevano essere Renoir o chiunque lo avesse preceduto. Io volevo essere Elvis".
Jack Soden, da parte sua, lesse una breve dichiarazione di Lisa Marie Presley, poi presentò George Klein, che fece un resoconto profondo e celebrativo del suo amico e del suo testimone di nozze, Elvis Presley.
Tra le altre cose disse:
"L'8 Gennaio 1935 nacque una stella. Vedete, una stella non viene creata, una stella nasce tale. Una persona veramente onesta votata al bene va di pari passo con la ricchezza della versione più stimolante del Sogno Americano che ci sia mai stata. In tal modo, Elvis ha realizzato le speranze ed i sogni di un'intera generazione. Il mondo non sarebbe mai più stato lo stesso. Vedete, Elvis Presley non era una stella, era una fantastica galassia!"
CLICCA E LEGGI: DAL LIBRO DI GEORGE KLEIN "IL RAGAZZO CHE CANTAVA"
CLICCA E LEGGI: INTERVISTA A GEORGE KLEIN