ELVIS PRESLEY - CONCERTO VIA SATELLITE "ALOHA FROM HAWAII"

Il 09 Gennaio 1973 Elvis Presley arrivò alle Hawaii per iniziare i preparativi del concerto diventato celebre con il nome di "Aloha From Hawaii", che ha avuto luogo il 14 Gennaio 1973 presso l'Honolulu International Center (ora conosciuto come Neal S. Blaisdell Center). Fu il primo concerto di un artista solista trasmesso via satellite.

Ma come si è arrivati alla realizzazione, per Elvis Presley, di un progetto così ambizioso?
L'idea di portare Elvis Presley ad esibirsi in un concerto di tale portata fu del suo manager, il Colonnello Tom Parker, il quale, dopo aver visto il collegamento del Presidente Richard Nixon dalla Cina, pensò di sfruttare gli stessi mezzi affinché tutto il mondo avesse la possibilità di assistere ad un concerto di Elvis Presley; e visto che non c'era possibilità di portare Elvis fuori dagli Stati Uniti d'America per motivazioni che, ancora oggi, sono oggetto di discussione (sembra che motivazione più accreditata sia il fatto che il Colonnello Parker fosse clandestino negli Stati Uniti e temesse, una volta uscito dal Paese per portare Elvis all'estero, di non poter più rientrare), pensò di arrivare nelle case dei milioni di fans sparsi nel resto del globo usando la tecnologia più avanzata disponibile a quel tempo: la trasmissione via satellite.

Per preparare il mondo al grande evento musicale, la RCA Records Tours nel mese di Settembre 1972 fece un comunicato stampa in cui diede l'annuncio di quanto si stava programmando ed il 04 Settembre 1972, nel lasso di tempo tra i due concerti di chiusura dell'ingaggio all'Hilton Hotel di Las Vegas - concerto delle ore 20.15 e di mezzanotte - Elvis Presley prese parte ad una conferenza stampa insieme al Presidente della RCA, Rocco Laginestra, durante la quale diede notizia che il 14 Gennaio 1973 si sarebbe esibito nel concerto via satellite "Aloha From Hawaii".





Ancora oggi, guardando il video e le fotografie di quella conferenza, fa un certo effetto vedere Elvis Presley vicino al nome "ITALY", inserito tra la lista dei luoghi, contrassegnati con dei cappellini, in cui il suo spettacolo sarebbe arrivato.
La previsione, secondo i calcoli del Colonnello Parker e di chi si occupava dell'organizzazione, era che Elvis Presley sarebbe stato visto da circa un miliardo e mezzo di persone!
Era stato deciso, inoltre, che gli unici produttori del concerto sarebbero stati Elvis Presley e la RCA Records Tours, i quali avrebbero incassato dalla NBC la bellezza di un milione di dollari, di cui 900.000 sarebbero stati divisi tra Elvis ed il Colonnello, ed i restanti 100.000 sarebbero andati alla RCA.
Inizialmente l'esibizione era stata programmata per il 17 o il 18 Novembre 1972, in occasione dei concerti di Elvis Presley alle Hawaii, presso l'Honolulu International Center Arena, ma considerato che, facendo in questo modo, il grande evento sarebbe andato a sovrapporsi alla distribuzione nelle sale cinematografiche del film-documentario "Elvis On Tour" prodotto dalla MGM, quest'ultima si dimostrò alquanto perplessa e preoccupata che il film potesse venire oscurato dal concerto via satellite, così il Colonnello Parker raggiunse un accordo con la NBC al fine di posticipare lo show ad un periodo in cui i due avvenimenti non avrebbero procurato nessun intralcio l'uno all'altro.

Il 20 Novembre 1972 Elvis Presley tiene un'altra conferenza stampa all'Hilton Hawaiian Village Hotel per annunciare ancora una volta la realizzazione dello spettacolo "Aloha From Hawaii" e confermandone la data a Gennaio 1973.


Sebbene nel Giugno 1967 ci fosse già stata una trasmissione via satellite, ossia lo speciale "Our World" a cui presero parte vari artisti, tra cui Maria Callas ed i Beatles, lo speciale di Elvis Presley è il primo concerto via satellite di un singolo artista ad essere stato trasmesso via satellite, con un costo di produzione di due milioni e mezzo di dollari. Un record per quei tempi.
I biglietti per assistere al concerto vennero messi in vendita a partire dal 07 Gennaio 1973, ma essendo stato concepito come concerto di beneficenza, coloro che hanno potuto assistere in presenza hanno dovuto versare solamente un contributo volontario.
Elvis Presley ed il Colonnello Parker acquistarono i primi due biglietti, versando la somma di 1.000 dollari ciascuno.
Il traguardo che si pensava di raggiungere era di almeno 25.000 dollari, ma, come dichiarato dallo stesso Elvis Presley durante l'esibizione, si arrivò a raccogliere ben 75.000 dollari, che vennero devoluti alla "Kui Lee Cancer Found", l'associazione per la lotta contro il cancro creata dal giornalista Eddie Sherman e dedicata al musicista hawaiiano Kui Lee, salito al Cielo a soli 33 anni nel 1966 per un cancro alle ghiandole linfatiche e di cui Elvis Presley aveva inciso la canzone "I'll Remember You", eseguita anche in occasione di questo concerto. 



Elvis Presley arrivò alle Hawaii, atterrando all'International Honolulu Airport, il 09 Gennaio 1973, il giorno dopo il suo 38° compleanno, verso le ore 16.00.
Malgrado quello che molti pensano riguardo il filmato del suo arrivo, Elvis venne inizialmente  portato dall'aeroporto al suo albergo e solo poi, in un secondo momento, come ricordato da Dick Grob, venne prelevato da un elicottero e portato al luogo in cui lo vediamo accolto da una moltitudine di fans e dal dj locale Tom Moffat, che riesce a scambiare due parole con lui.
Queste le parole di Dick Grob in proposito:
"Uno dei problemi minori si è verificato dopo che Elvis è sceso dall'elicottero. Si supponeva che salisse sulla jeep e se ne andasse, ma ha visto la folla e si è diretto verso la recinzione per stringere la mano e parlare con tutte le persone che stavano lì.
Questo non era previsto che succedesse. L'elicottero che ha portato Elvis nell'area di atterraggio, in realtà proveniva direttamente dall'hotel. Non ha portato Elvis dall'aeroporto o da qualsiasi altro posto. Elvis era già all'hotel, è uscito dall'ingresso principale, è salito sull'elicottero, è decollato ed è atterrato per il filmato".






La jumpsuit, ideata e creata appositamente per l'occasione da Bill Belew su indicazione di come Elvis avrebbe voluto apparire davanti al mondo, è quella denominata "American Eagle", con la quale Elvis ha voluto dare rappresentanza agli Stati Uniti d'America.
Nell'occasione in cui tutto il mondo avrebbe potuto vederlo esibirsi in concerto, Elvis ha voluto manifestare, con questa jumpsuit, l'amore verso il suo Paese.
Inizialmente, secondo l'idea di Bill Belew, insieme alla jumpsuit, Elvis avrebbe dovuto indossare un lungo mantello, sotto al quale avrebbe dovuto celarsi, per poi svelarsi trionfalmente davanti a tutto il pubblico appena salito sul palcoscenico.
Quando Bill Belew inviò il mantello ad Elvis per la prova, Elvis lo indossò, ma il peso del mantello era tale da non riuscire a camminare ed addirittura farlo cadere indietro; così si videro costretti a rivederne le dimensioni ed optarono per la misura più corta che conosciamo.
Così Bill Belew ricorda l'episodio:

Bill Belew disse ad Elvis: "Faremo questo mantello e uscirai, girerai le spalle al pubblico e lo aprirai. E poi partirà l'ouverture e, bam, ti girerai ed eccoti là".
Ed il mantello doveva essere lungo fino al pavimento, così lo abbiamo realizzato.
Il mantello è stato inviato alle Hawaii ed Elvis l'ha indossato; ha fatto un passo avanti ed è caduto all'indietro. Il mantello era talmente pesante, da non riuscire nemmeno a camminarci dentro.
Così ho ricevuto la telefonata in cui mi si diceva: "Bill, il mantello è fantastico, ma Elvis non riesce a muoversi".
Quindi siamo subito entrati in produzione ed abbiamo realizzato un mantello corto da fargli  indossare. Ma ho sempre avuto... in tutti questi anni, ho sempre avuto questa immagine nella mia testa, ossia di vedere Elvis fare il passo avanti e poi...bam! Steso lì in mezzo a tutto quel mantello! E posso vederlo anche morire dalle risate!".

La produzione dello spettacolo venne affidata a Marty Pasetta che, dopo aver visto alcuni concerti di Elvis Presley alla fine del 1972, non era per niente convinto di quello che si stava per fare.
Lui stesso, parlando dei concerti di Elvis che aveva visto, ha usato queste parole:
"Se ne stava fermo lì come un sasso" ha detto Pasetta. "Non faceva niente. Sono tornato alla NBC ed ho detto: "Ehi ragazzi, cosa dovrò fare con questo ragazzo? Quanto dura lo spettacolo? 90 minuti? Non posso ballare il tip-tap per così tanto tempo. Non sembra abbia intenzione di muoversi".
La loro risposta è stata: "E' un problema tuo".
"Ho voluto inserire una passerella larga circa 2 metri e mezzo; ho cercato di mettere delle ragazze intorno ed ho voluto il palco ad 1,80 metri dal pavimento. Il Colonnello aveva sempre voluto il palcoscenico ad oltre 3 metri dal pavimento, con tanto di guardie davanti. Non voleva che nessuno toccasse il suo ragazzo.
Quando l'ho detto al Colonnello, gli è venuta una crisi! Ha risposto: "Non ho nessuna intenzione di abbassare il palco ed ho intenzione di avere le mie guardie al solito posto. Lui può stare là sopra e cantare.
Gli ho detto: "Non funzionerà in TV per un'ora e  mezza di spettacolo".
Lui ha risposto: "No, non lo farò. Tu non potrai fare lo spettacolo" ".
Ma Pasetta disse che ad Elvis l'idea piaceva molto e, in una delle rare occasioni durante la sua carriera, quest'ultimo decise di andare contro il suo manager.
"Elvis mi disse: "Il Colonnello controlla la parte finanziaria. Io controllo la mia creatività, la mia musica ed il mio concerto. Non deve dire niente a riguardo. Questa è la tua decisione. Tratterai con Joe Esposito" ha raccontato Marty Pasetta.
"Parlai con Joe, con il Colonnello, con tutti. Ma cercai di non avere molto a che fare con il Colonnello.
Avevo già abbastanza problemi nel far partire lo spettacolo".
Inoltre, quando Marty Pasetta incontrò Elvis per discutere del progetto non si fece molti problemi a dirgli sinceramente quello che pensava della sua forma fisica, ossia che lo riteneva abbastanza appesantito e che non andava bene. Anziché averne a male per le parole sincere di Pasetta, Elvis raccolse tutto come una sfida e, non appena tornato a Memphis, si mise subito all'opera per tornare in forma, affrontando una dieta ferrea, aumentando l'attività fisica, in particolare il karatè e cercando di abbronzarsi, per non avere l'aspetto pallido con cui si era presentato nei concerti del 1972 e che è stato documentato nel film "Elvis On Tour".
L'impegno non ci mise molto a dare i suoi frutti: Elvis perse la bellezza di circa 11 kg e si presentò per lo spettacolo con le sembianze di un adone.
Restando sempre in ambito di look, Patti Parry si occupò dei suoi capelli in quell'occasione.
Dopo l'esibizione di prova del 12 Gennaio, Elvis non era per niente contento del modo in cui gli erano stati acconciati i capelli, così Marty Lacker chiamò Patti Parry per correre ai ripari.
Lei stessa ha ricordato quel momento con queste parole:
"L'ho pettinato io per lo spettacolo! Non c’ero per le prove ed Elvis era molto scontento del primo taglio. Era terrificante! Elvis voleva che i suoi capelli fossero tagliati nel modo corretto e fu Marty Lacker, che era a Los Angeles, a chiamarmi e siamo andati là in aereo insieme.
Io gli ho tagliato i capelli per lo spettacolo finale e Marty Pasetta, il produttore, mi ha detto che non aveva mai visto Elvis così bello.
Mentre gli tagliavo i capelli, Elvis mi ha detto: "Patti guarda, sono dimagrito davvero molto, mi sento davvero bene!". Elvis era molto felice e veramente entusiasta dello spettacolo. Penso fosse all'apice; era veramente splendido". 

Il 12 Gennaio 1973 Elvis Presley fece un concerto di prova all'Honolulu International Center Arena per controllare alcune difficoltà tecniche in preparazione del concerto via satellite vero e proprio, che si sarebbe svolto due giorni dopo. Lo spettacolo iniziò alle 20.30 davanti ad un pubblico di 6.000 persone. 
Questa esibizione di prova venne decisa per effettuare una prova costume e la registrazione dello spettacolo, in modo da averlo a disposizione nel caso si fossero verificati problemi con la trasmissione satellitare dello spettacolo del 14 Gennaio.
Sebbene il concerto del 14 Gennaio non abbia presentato nessun problema e non ci sia stato bisogno di ricorrere alle registrazioni di quello di prova del 12 Gennaio, quest'ultimo non venne scartato, ma  venne pubblicato in seguito con il nome di "The Alternate Aloha".
Per i fans, malgrado alcune incertezze di Elvis nell'esecuzione di alcune canzoni e la consapevolezza che si tratti di una "prova", costituisce una pietra miliare delle loro collezioni.



Poco prima di salire sul palco, il 13 Gennaio, Elvis Presley ricevette un riconoscimento dal manager dell'Honolulu International Center e venne proclamato quel giorno "Elvis Presley Day" da parte di Frank Fasi, Sindaco di Honolulu, come ringraziamento.
Era appena iniziata la giornata del 14 Gennaio 1973, quando Elvis, a mezzanotte e mezza ora locale delle Hawaii, finalmente si esibì nello spettacolo vero e proprio, quello definitivo.
Lo accompagnarono sul palco:
TCB Band: James Burton, John Wilkinson, Ronnie Tutt, Glen D. Hardin, Jerry Scheff;
Charlie Hodge;
Joe Guercio e la sua orchestra;
Kathy Westmoreland;
The Sweet Inspiration;
J.D. Sumner & The Stamps Quartet
Sono tutti vestiti in bianco, come lui.
Le canzoni del concerto spaziarono tra quello che di meglio Elvis poteva offrire in un'ora di tempo, tra passato e presente e tra i generi musicali preferiti.
L'inizio non poteva che essere lasciato al trionfale "Also Sprach Zarathustra", alla fine del quale lo vediamo entrare sul palco, imbracciare la chitarra e lanciarsi in "See See Rider".
Poi seguirono: Burning Love - Something - You Gave Me A Mountain - Steamroller Blues - My Way - Love Me - Johnny B. Goode - It’s Over - Blue Suede Shoes - I’m So Lonesome I Could Cry - I Can’t Stop Loving You - Hound Dog - What Now My Love - Fever - Welcome To My World - Suspicious Minds - Band ntroductions - I’ll Remember You - Long Tall Sally/Whole Lotta Shakin Going On - An American Trilogy - A Big Hunk O’ Love - Can’t Help Falling In Love
Alla fine del concerto, davanti allo stupore di tutti quanti, sul finire di "Can't Help Falling In Love", Elvis sgancia il mantello abbottonato dietro al suo collo e lo lancia tra il pubblico.
Fu il giornalista sportivo Bruce Spinks dell' "Honolulu Advertiser" ad afferrarlo ed a tenerlo fino al 1974, quando decise di venderlo ad Andrew Hern, un collezionista di memorabilia di Elvis Presley.
Poco prima di morire, Andrew Hern fece sapere ai suoi familiari che il suo più grande desiderio era che il mantello tornasse ai legittimi proprietari, ossia la famiglia Presley, così, dopo la sua salita al Cielo, venne contattata la Elvis Presley Enteprises ed il mantello di Elvis tornò a Graceland.





Joan Deary è in una stanza e registra tutto lo spettacolo per la RCA. I nastri vengono inviati immediatamente per essere lavorati, dove le copertine per il disco sono già state stampate.
L'album, formato da un doppio vinile con suono quadrifonico, venne messo in vendita nei negozi già da Febbraio e raggiunse la vetta delle classifiche, diventando un successo planetario.

LO STATO D'ANIMO DI ELVIS PRESLEY:
Chi, tra tutti i fans, guardando il concerto, non ha mai desiderato essere nella sua mente per sapere cosa stesse pensando, cosa stesse provando Elvis Presley? Probabilmente tutti noi!
Qualche informazione è lo stesso Elvis a darcela, visto che durante il concerto di prova del 12 Gennaio annuncia che si sarebbe esibito nuovamente, che il concerto sarebbe stato trasmesso via satellite e che...aveva bisogno di tutto l'aiuto possibile. Lo dice con il sorriso, ma si può facilmente intuire che era quello che pensava veramente. L'emozione era veramente alle stelle, per tutti.
Ci sono passaggi, durante il concerto, che sono nell'immaginario collettivo di tutti i fans e che sono stati oggetto di domande ed ipotesi.
Tra questi, quello che viene menzionato maggiormente è il momento in cui affronta quei versi di "You Gave Me A Mountain" e, malgrado sia risaputo che Linda Thompson fosse già da qualche tempo nella sua vita, viene spontaneo chiedersi se le parole:
"My woman got tired of the heartaches - Tired of the grief and the strife, oh Lord
So tired of working for nothing - Just tired of being my wife
She took my one ray of sunshine - She took my pride and my joy - She took my reason for living
She took my small baby boy"

l'abbiano portato con il pensiero a Priscilla, alla piccola Lisa Marie ed al suo matrimonio finito in una separazione. Sulla stessa linea si potrebbero menzionare anche altre canzoni, come "It's Over" oppure "What Now My Love"...
Ma quello non era il momento per pensare ai problemi ed ai dispiaceri; era il momento della concentrazione e del dare il meglio di sé davanti al mondo intero, come ha sempre fatto.
Ed il meglio, l'apoteosi arrivò con la canzone "An American Trilogy", quando il sentimento patriottico e la solennità del brano è come se si fossero dipinti sul volto di Elvis e si fossero materializzati nella sua voce, culminando nella fase finale, in cui volge lo sguardo verso l'orchestra, con il volto imperlato di sudore, ma pieno di grinta e soddisfazione.
Ed è proprio dopo aver terminato l'esecuzione di "American Trilogy" che sembra sciogliersi tutta la tensione accumulata nelle ore precedenti, in un atteggiamento che sembra dire: "Ok, è fatta" mentre inizia a cantare "A Big Hunk O’ Love".
La fine del concerto non può che essere una standing ovation, con la consegna di una corona al Re e la stretta di mano ai fans che si accalcano davanti al palco per poterlo toccare!
Elvis Presley non ha lasciato dubbi a nessuno: il suo talento, il suo carisma e la sua maestria nel condurre un concerto non hanno eguali ed hanno emozionato talmente tanto tutti quanti, che persino il Colonnello Parker non riesce a trattenersi dall'esprimere al "suo ragazzo" la felicità per quell'enorme successo.
Lo fa in piena notte, scrivendo ad Elvis un'insolita lettera piena di emozione, nella quale dice che loro due non hanno bisogno di abbracciarsi, perché riescono a dirsi "guardandosi l'un l'altro dal palco e da sotto il palco", quello che sentono.
Poi prosegue aggiungendo: "Sono sempre consapevole che quando faccio la mia parte, tu fai sempre la tua, a modo tuo, e come l'istinto ti dice di farla al meglio. Ecco perché tu ed io non ci diamo mai fastidio quando facciamo il nostro lavoro al meglio delle nostre possibilità".
Ed il modo di Elvis Presley di fare la sua parte lo conosciamo bene! Ed è proprio quel modo di fare del suo meglio che lo rende l'artista più apprezzato di sempre, punto di riferimento, fonte di ispirazione ed emozioni per fans e per artisti di ieri e di oggi.



Il concerto venne visto in diretta in Australia, Giappone, Corea, Nuova Zelanda, Filippine, Tailandia e Vietnam del Sud e la sera seguente venne trasmesso in Europa; venne trasmesso in differita in molti Paesi del mondo e visto da milioni di persone nei mesi successivi.
In particolare è da notare che negli Stati Uniti lo spettacolo venne trasmesso dal canale NBC per la prima volta solamente a distanza di quasi 3 mesi, ossia il 04 Aprile 1973, per non andare in conflitto con il Super Bowl. 
La versione trasmessa durò un'ora e mezza e quella che vedete qui a sinistra è la locandina creata per l'evento televisivo.

In concomitanza con il 30° anniversario della morte di Elvis Presley, è stato deciso di creare e posizionare davanti al Neal Blaisdell Center - ossia quello che a suo tempo era chiamato l'Honolulu International Center - una statua in bronzo per ricordare il grande evento del 1973 di cui Elvis si è reso protagonista.
La statua è stata svelata al pubblico alle 10.00 del mattino del 26 Luglio 2007.








MARTY LACKER E LAMAR FIKE HANNO RACCONTATO QUEI MOMENTI:
"Subito dopo il capodanno del '73, eravamo seduti a Graceland, quando chiamò il Colonnello. Elvis rispose alla chiamata privatamente. Quando tornò, aveva un grande sorriso stampato in faccia. 
Disse: "Il Colonnello ha portato a termine gli ultimi accordi per lo speciale TV via satellite alle Hawaii. Partiamo la prossima settimana". 
Quello è stato uno dei migliori momenti che abbiamo trascorso tutti insieme nell'arco di molto, molto tempo. Elvis era diventato davvero fantastico per quello special. Dopo aver guardato una registrazione delle prove, disse: "Non mi piace l'aspetto dei miei capelli" ed ha chiesto a qualcuno di tagliarli ed acconciarli in modo leggermente diverso. 
Intorno al '72, Elvis iniziò a prendere molto peso. Aveva provato tutti i tipi di diete, ma davanto risultati troppo lentamente per lui, pertanto, prima dello spettacolo via satellite, ha seguito questa dieta pazzesca, basata su iniezioni di urina di una donna incinta. 
Un dottore di Las Vegas gliel'aveva suggerita. Buddy Hackett l'aveva resa famosa e sua figlia lavorava per il dottore.
Elvis portò Sonny, Lamar e Red a seguirla con lui. Il medico fornì il cibo, piccoli pezzetti di carne che si dovevano far bollire nella confezione oppure tirarli fuori e mangiarli asciutti. Stavano in cucina nella suite a Las Vegas, a bollire queste buste ed hanno iniziato a farsi le inieizioni. Ricordo che un giorno ero seduto in cucina e Lamar si è punto nella parte grassa della gamba, proprio dietro il ginocchio, con uno di quegli aghi"
-Marty Lacker

“Abbiamo scoperto che erano solo vitamine. Mangiavamo solo cinquecento o seicento calorie al giorno. Mio Dio, chiunque potrebbe perdere peso con quello. Elvis è sceso a 175 o 180 libbre".
-Lamar Fike