Il Dr. Jerry DeVane, un medico del pronto soccorso dello SkyRidge
Medical Center di Cleveland, ha iniziato la sua carriera di medico aiutando Elvis
Presley nel 1977.
Dopo aver
lavorato su migliaia di pazienti nell'arco dei suoi 35 anni di carriera come
medico di pronto soccorso, DeVane ha ancora la stessa dedizione che aveva 35
anni fa al Baptist Memorial Hospital di Memphis durante il suo tirocinio.
La maggior
parte dei fans di Elvis Presley, incluso il Dr. DeVane, possono ricordare dove
erano quando Elvis morì il 16 Agosto 1977.
DeVane non
dimenticherà mai dove era perchè era al fianco di Elvis Presley.
Come infermiere
del Baptist Memorial Hospital, fece un CPR ad Elvis prima che venisse
dichiarato morto dal suo medico, il Dr. George Nichopolous.
Guardando
indietro a quel giorno, alla vigilia del 35° anniversario della morte di Elvis,
DeVane, primario del Bradley Country Fire and Rescue e medico al Cleveland Fire
Department, si rende conto che quel giorno fu un momento cruciale per la sua
vita e la sua carriera come medico di pronto soccorso.
"Lavoravo
in ospedale come tirocinante nel team di rianimazione quando chiamarono un
codice, ossia quello della rianimazione in pronto soccorso" Devane
racconta. "Poichè facevo parte dello staff di rianimazione, andai in
pronto soccorso, che era pieno di gente. Stavano iniziando le prime procedure
di rianimazione. Girai intorno alla barella e diedi il cambio alla persona che
stava facendo il massaggio cardiaco".
DeVane non
sapeva che il paziente fosse Elvis Presley.
"Quando
fai la rianimazione, la tua mente entra in una serie di procedure che devi
seguire per dare alla persona le maggiori possibilità di sopravvivenza. Noi
eravamo in quella fase. Non pensavamo a chi fosse la persona, ma pensavamo a
fare le cose nel modo più efficiente possibile".
Eppure,
guardando quella persona ed essendo cresciuto appena a due miglia dalla casa di
Elvis Presley a Whitehaven, DeVane racconta che il pensiero gli passò per la
mente. "Quest'uomo potrebbe essere Elvis Presley!".
"Continuavo
a pompare sul suo torace, poi guardai giù e vidi che quella collana, che era
come il suo segno di riconoscimento, con il TCB e il fulmine. Lui lo regalava
ad amici e collaboratori".
Mentre
continuava il massaggio cardiaco, DeVane racconta che altre persone in quella
stanza volevano sapere chi fosse quella persona su cui stavano lavorando e
qualcuno spiattellò il suo nome: "E' Elvis Presley".
Data la sua
posizione leggermente rialzata rispetto agli altri durante la procedura di
rianimazione, DeVane vedeva tutti nella stanza e notò l'infermiera privata di
Elvis e il suo medico avvicinarsi al fondo della barella.
I medici del
pronto soccorso e i paramedici continuarono a lavorare su Elvis ancora per un
po', ma senza risultato.
Il re era
morto. Il Dr. Nichopolous diagnosticò come causa ufficiale della morte
un'aritmia cardiaca.
Seguì il
silenzio. La realtà si fece avanti per tutti. Elvis era ufficialmente morto.
"E' uno di
quei momenti surreali della vita in cui, quando guardi indietro, non ti sembra
reale, ma in quel momento lo era molto".
Secondo DeVane,
su Elvis non fu mai usato il defibrillatore perchè non c'è mai stato nessun
segno di battito cardiaco.
Poichè Elvis fu
trovato a casa e i paramedici avevano già lavorato su di lui prima di
trasportarlo in ospedale, DeVane valuta che Elvis fosse già morto da almeno
un'ora prima che lui iniziasse ad occuparsi di lui.
"Fu
un'esperienza di vita" DeVane ammette. "E come si scopre lavorando al
pronto soccorso, la vita è piena di esperienze. Quando ti volti indietro, ti
chiedi come hai fatto a sopravvivere a tutte".
DeVane racconta
di essere sempre stato fan di Elvis, che viveva non molto lontano da lui, ma
Elvis era più vecchio e aveva una diversa cerchia di amici.
"Era
solito giocare a football nello stadio della nostra scuola alla Whitehaven High
School".
Ma i ricordi di
quel giovane carismatico che fece conoscere il rock'n'roll e portò la musica ad
un nuovo livello, lasciano il posto a ciò che si palesò quel 16 Agosto 1977.
"Fu
l'inizio di una carriera nella medicina in cui volevo tentare di fare la differenza.
Fu come una prima esperienza nel vedere esattamente quale tipo di influenza
aveva su di me la medicina".
Completato il
tirocinio a Memphis, DeVane si spostò a Cleveland ed è rimasto lì da allora,
lavorando come primario al Bradley Memorial Hospital.
Ha tre figli,
avuti dalla moglie Jo Lee DeVane.
Dopo 35 anni di
carriera ed essendo anche stato pugnalato da un suo paziente, DeVane si dice
onorato di fare questa professione e di lavorare fianco a fianco con
professionisti che spesso rischiano la loro vita per salvare quella altrui. Una
professione che lui collega alla sua fede.
"Sento
chiaramente che se non avessi il mio Creatore al mio fianco durante il mio
lavoro al pronto soccorso, non ce l'avrei fatta in questi 35 anni. Ma ogni
volta che si passa vicino a questi pubblici servitori, sarebbe bello se le
persone si fermassero per dare loro una pacca sulla spalla e ringraziarli,
perchè loro rischiano le loro vite per poco in confronto al fatto di aver avuto
un impatto sulla vita di qualcuno".