Marian Cocke è stata infermiera personale di Elvis Presley dal 1975 al 1977 e, dopo la sua morte, avvenuta in Agosto del 1977, ha deciso di scrivere un libro, pubblicato nel 1979, a cui ha dato il titolo "I Called Him Babe"
Ringraziamo moltissimo Maria Fagiolo, fan di Elvis e frequentatrice dei nostri spazi social, per averci fornito questi estratti dal libro in cui Marian racconta Elvis come l'ha conosciuto lei.
Elvis l'aveva conosciuta durante un ricovero e si era affezionato molto a lei.
Era l'unica con la quale si sentiva a suo agio, tanto che una volta le disse: "Miss. Cocke, se ci dovesse essere qualche problema per prenotare la tua stanza aspetterò, ma non voglio andare in nessun altro piano dell'ospedale".
Del periodo prima di diventare sua infermiera personale, lei ricorda: "Elvis mi disse di chiedere prima il parere di mio marito e se lui fosse stato d’accordo. Elvis era molto attento a questo genere di cose".
Tra i tanti regali, Elvis le donò una bellissima croce, un anello ed una collanina.
"Lui mi guardò, sorridendo, e mi prese la mano. Mi chiese di fargli vedere l’anello.
Dissi "un ricco vecchio amico me l’ha regalato". (riferendosi scherzosamente ad Elvis).
Lui disse: "E questo anello ti dice quanto affetto prova per te questo vecchio amico?".
E io dissi: "Sì".
Dopo disse: "E dove hai preso questa catenina?".
E io dissi: "Lo stesso vecchio amico. Ma me l'ha messa lui al collo e da allora non l’ho mai tolta. Questo ti dice quanto affetto provo per lui?".
Elvis sorrise e disse: "Sì, signora".
Marian porta ancora al collo quella catenina.
Marion racconta:
Gli vennero fatti vari test e molti raggi X. Elvis era un paziente eccellente ed era molto cooperativo in tutte le procedure. Andai nella sua camera per cominciare la procedura per la biopsia epatica. Elvis era sveglio e gli spiegai come si sarebbe svolta la procedura. Il Dr. Wruble entrò e venne eseguita. Avevo una busta di ghiaccio pronta da mettere sul lato dell'iniziezione ed avevamo fatto girare Elvis sul lato destro.
Il Dr. Wruble lasciò la stanza ed Elvis mi chiese di chiamare Al. Elvis chiese ad Al di andare vicino al suo letto e di prendergli qualcosa dal comodino. Mi avviai per uscire, ma Elvis mi chiese di aspettare, così mi fermai sulla soglia della porta.
Riuscivo solo a vedere Al di spalle, ma lo sentii dire ad Elvis: "Quale di queste?".
Elvis rispose: "No, aprile così che le possa vedere. So io quale delle due".
Al aprì le due scatole ed Elvis disse: "Questa qui".
Dopo Al si fece da parte ed Elvis mi chiese di andare vicino al suo letto.
Teneva tra le mani una piccola scatola di seta nera e quando l'aprì disse: "Miss Cocke, ho un piccolo regalo per te".
Quando vidi cosa era il mio "piccolo regalo" le mie ginocchia divennero d’acqua. Nella scatola c'era la più bella croce che avessi mai visto. (…)
Elvis era noto per regalare macchine, ma ero convinta che la croce fosse qualcosa più speciale. Questo avvenne prima che mi regalasse anche una macchina.
Un giorno glielo dissi ed Elvis rispose: "Hai perfettamente ragione. Ho regalato moltissime macchine, ma quando regalo una croce a qualcuno è perché è molto speciale per me".
Non credo che molte persone si rendano conto di quanto Elvis fosse una persona religiosa. Lui era molto unito a Dio. Lui sapeva che il suo talento era un dono di Dio e voleva ridare a Dio ciò che era giustamente Suo. Credo che uno dei modi in cui lo fece fu attraverso le beneficenze e aiutando tante persone".
Elvis prendeva un certo numero di medicine. Non ricordo esattamente quali medicine prendesse, ma riceveva medicazioni per l'ipertensione, per il problema al colon e una medicazione per far battere correttamente il suo cuore.
Tutte queste medicine sono quelle che qualsiasi medico darebbe a qualsiasi paziente che avesse gli stessi problemi che aveva Elvis. Quando venne ricoverato la prima volta sotto la mia custodia, lui stava male e ricevette un narcotico - mediante iniezione - per il dolore. Venne monitorato, come tutti i pazienti che ricevono questa medicazione, e fu ordinato che prendesse il narcotico "ogni quattro ore P.R.N.". P.R.N. significa "quando necessario". (N.d.R.: P.R.N. sta per "pro re nata").
E' importante che P.R.N. venga scritto dopo "ogni quattro ore", altrimenti significherebbe che il paziente deve assumere il farmaco ogni quattro ore e non quando necessario.
C'erano molte volte in cui Elvis ne aveva bisogno ogni quattro ore, come prescritto dal dottore, ma c'erano alcune volte in cui Elvis non riceveva l’iniezione per un lungo periodo di tempo perché non sentiva sufficiente dolore.
Subito dopo che lasciò l’ospedale, il narcotico divenne più qualcosa lasciato da parte e riceveva solo le medicine standard prescritte per il suo problema al colon, nessun narcotico.
Subito dopo che iniziai ad andare a Graceland, ci fu una riacutizzazione del suo problema al colon e il dolore ritornò.
Il Dr. Nick gli prescrisse alcune confezioni di codeina, che io e Kathy (un'altra infermiera) monitoravamo attentamente, creando una lista in cui segnavamo quando gliene davamo e contandone due al giorno. La codeina, però, non piaceva ad Elvis (gli dava allergia e prurito in tutto il corpo) e chiedemmo al Dr. Nick di sostituire la codeina con un'altra medicina. Anche questa veniva monitorata giornalmente e fu necessario dargliela solo per due o tre giorni. Una delle medicine che prendeva per il suo problema al colon aveva un particolare saporaccio, ed ogni volta che la prendeva diceva: "Ma devo proprio prenderla?".
Gli dicevo: "Sì" e ripetevo quello che avrei detto a mia figlia: "E se la sputi, ti do la doppia razione". Allora la mandava giù subito e immediatamente beveva un bicchiere d’acqua.
Elvis aveva bisogno di medicine per dormire più di ogni altra.
Tenete presente che Elvis era un uomo grande e spesso aveva bisogno di due capsule per dormire, mentre un uomo di corporatura più piccola avrebbe avuto bisogno di una soltanto.
C'erano volte in cui Elvis veniva a bussare in camera mia nel cuore della notte, chiedendomi un’altra pasticca per dormire. Questo genere di cose succede ogni volta, in ogni luogo, ad ogni paziente. Bussava alla mia porta: "Miss Cocke..." bisbigliava. Io mi svegliavo.
"Miss Cocke, non riesco a dormire. Posso prendere un'altra pasticca per dormire?".
Io gliela davo e lui chiudeva piano la porta.
"Scusami se ti ho svegliata" diceva.
A volte, quando finalmente riusciva ad addormentarsi erano le sei di mattina.
Quando capitava che passava la notte sveglio, prima che io lasciassi la casa per andare al lavoro in ospedale, gli lasciavo quel numero di medicine che doveva prendere per la pressione, il colon, come anche il farmaco per dormire. Di solito lo prendeva, ma a volte, ritornata il pomeriggio, vedevo che rimanevano sul comodino del letto dove gliele avevo lasciate.
Elvis metteva molto sale nei cibi. Il sale causa la ritenzione di liquidi (edema) nel corpo, e il sale che metteva contribuiva di molto a gonfiarlo (ricordiamo che aveva avuto un'insufficienza surrenale, anche per questo tratteneva molti liquidi, come anche a causa della sua insufficienza epatica).
Avevamo una medicina che eliminava questi liquidi, la stessa medicina che migliaia di persone prende ogni giorno, ma lo faceva sentire stanco.
Un giorno, quando parlammo del suo gonfiore, mi disse che la medicina gli toglieva le forze così tanto che si sentiva male dopo averla presa. Lui riteneva più facile sopportare il gonfiore piuttosto che la stanchezza. Prendemmo un sostituto del sale e lui lo usò molto. Spesso, però, preferiva ancora usare il sale perché aveva un sapore più buono.
Durante tutto il tempo che sono stata a Graceland non ho mai visto nessun tipo di narcotico o barbiturico che non fosse prescritto dal Dr. Nick per una specifica problematica.
Ed il Dr. Nick diede ordini su come somministrarli.
Che Elvis prendesse medicine da qualche altro dottore mi è molto difficile da credere perché non l’ho mai visto una sola volta sotto l’influenza di queste.
Il Dr. Nick era molto devoto ad Elvis ed estremamente preoccupato per la sua salute. Era molto protettivo nei suoi confronti e si prendeva cura di lui come se Elvis fosse suo fratello minore.
Lasciatemi dire un'altra cosa su Elvis. Era molto difficile prelevargli il sangue, poiché era muscoloso e le sue vene molto fitte e piccole. Imparai che l’unica capace di prendergli un campione di sangue era Estelle Clairborne. Quando dovevamo fare l’analisi ad Elvis chiamavamo lei. Elvis diceva che lei era l’unica capace di prendergli il sangue, ed aveva ragione. Lei era esperta in questo e sapeva prendere i campioni di sangue quando gli altri non riuscivano. Potei confermare questo in un occasione. Un giorno un infermiere disse che gli avrebbe fatto l’analisi del sangue e prese l’occorrente per la procedura. Io stavo lì guardando. L’infermiere provava ed Elvis non batteva ciglio, ma io contorcevo e stringevo le mani dietro la schiena finché non riuscì più a stare a guardare. Alla fine sono uscita dalla stanza ed ho chiamato Estelle. Lei venne immediatamente e prese il campione di sangue al primo tentativo.
Elvis disse poi: "Se dovessero esserci più addetti all’analisi del sangue, accertati di tenerti la signora Claiborne, perché nessun altro è capace di prendermi il sangue!".
Un’altra cosa che sento spesso dalla gente è che Elvis mangiava solo schifezze. Questo non è assolutamente vero. Quando era in ospedale, Carol Kidney, la dietista, visitava Elvis ogni giorno. Lei gli dava vari suggerimenti e lui era molto cooperativo. Lui mangiava piuttosto le stesse cose ogni giorno, non voleva una gran varietà di cibo, ma nonostante questo mangiava bene. Di solito prendeva fragole, bacon, uova, toast e caffè per colazione e aveva sostituito il burro con la margarina. A pranzo e cena spesso prendeva purè, fagioli o spinaci e un’insalata. A volte voleva un hamburger e una frittella di patate, ma questa non è cattiva dieta. Non ho mai notato Elvis mangiare schifezze. Lui era attento alla sua dieta e solitamente bilanciava i suoi pasti.
Il coroner scrisse che Elvis morì per un attacco di cuore e che aveva un cuore ingrossato. Questo non mi sorprese. Elvis aveva il cuore più grande che avessi mai visto. Lui era sia generoso che compassionevole, aveva un grandissimo amore verso le persone.
Spero che dopo aver letto questo libro, abbiate capito chi era l’Elvis che io conoscevo.
Era un uomo buono, gentile, generoso e un uomo adorabile.
Non ha mai dimenticato la sua educazione. Molto spesso parlava degli anni difficili. Il suo più grande piacere era fare del bene agli altri e credo che nessuno l’abbia mai battuto per la sua generosità e gentilezza. Abbiamo riso e pianto assieme tante volte.
Parlando della salita al Cielo di Elvis:
Guardai il suo viso prezioso, il suo ciuffo di capelli che di solito cadeva sull'occhio sinistro era stato pettinato all'indietro. Presi il ciuffo e lo sistemai. Ora era come il ragazzo a cui avevo imparato a voler bene sempre di più. Lo baciai sulla fronte e gli dissi per l'ultima volta: "Ciao tesoro".
Niente e nessuno avrebbe più potuto fargli del male.
Era stato tradito da persone che lui chiamava amici, era stato diffamato da coloro che lo invidiavano e tutti avevano tratto vantaggio dalla sua natura generosa. Ora nessuno e niente altro avrebbe potuto toccarlo.
Un giorno mi disse che ero una delle poche persone non gli avevano chiesto nient'altro che amicizia e che mi era molto grato per questo. Questo è il ricordo che più di ogni altro tengo custodito come un tesoro e che tengo presente ogni volta che mi sento veramente giù, nei momenti in cui sento più che mai la sua mancanza.