Billy Stanley ci racconta un momento particolare della sua vita, vissuto con Elvis Presley, legato a questo argomento.
Questo è un ricordo del 1971.
L'ho condiviso precedentemente. E' la storia di un malinteso che si è risolto parlandone.
Quando ho compiuto 18 anni, ho dovuto registrarmi per essere arruolato. Vernon mi ha portato all'ufficio.
Mentre stavo compilando la mia registrazione, chiesi a Vernon: "Come si scrive coscienzioso?
Lui ci pensò per un momento. Ho visto che aveva qualche difficoltà, ma l'abbiamo risolto insieme. Dopo aver terminato, tornammo a casa.
Qualche giorno dopo, ero a Graceland. Uno dei ragazzi entrò nella stanza e disse: "Elvis vorrebbe vederti nella sua stanza".
Dissi: "OK".
Mi alzai e mi diressi verso le scale, passando davanti alle scale in cucina e proseguendo verso le scale principali. Mentre salivo le scale, vidi Elvis che mi aspettava in cima. Indossava un abito nero, un mantello ed aveva il suo bastone.
Sorrisi quando lo vidi, ma lui non rispose al sorriso, come faceva normalmente.
Proprio mentre stavo arrivando in cima alla scala, mi mise il bastone sul petto. Mi fermai e lo guardai.
Lui disse: "Cos'è questa cosa che ho saputo?... Hai scritto obiettore di coscienza sul tuo modulo di arruolamento?".
Capii allora che Vernon l'aveva detto ad Elvis.
Dissi: "Sì, l'ho scritto".
Elvis chiese: "Perché?"
Dissi: "Non credo nell'ammazzare, Elvis, inoltre non penso che dovremmo essere in Vietnam".
Potevo vedere nello sguardo sul viso di Elvis che quella non era la risposta che voleva sentire.
Poi disse: "Credi di essere troppo buono per andare a combattere per il tuo Paese??".
Stavo per rispondergli, ma lui continuò, dicendo: "Abbiamo ragazzi là a combattere ed a morire, ogni giorno... Credi che loro vogliano stare lì??".
Stavo per dire "No, ma...".
Lui mi interruppe, continuando: "Tuo padre è stato un eroe di guerra. Che effetto pensi avrà su di lui? Io sono stato arruolato ed ho servito il mio Paese con orgoglio. Avrei potuto prendere la strada più facile ed uscirne, ma non l'ho fatto".
Rimasi lì a guardarlo mentre parlava. Sapevo che non era felice ed aspettai che mi lasciasse parlare. Indicò la bandiera americana che aveva sul bavero della giacca e disse: "Pensi che io indossi questo come decorazione?? Diamine, no! Io amo il mio Paese!".
Poi mi chiese: "Cos'hai da dire?".
Dissi: "Elvis, anch'io amo il mio Paese. Se verrò arruolato, andrò a servire il mio Paese, ma non andrò volontario a farlo. So cosa penserà mio padre e so cosa hai pensato tu. Non farei mai niente per portare disonore alla nostra famiglia. Se necessario, combatterò e morirò per il mio Paese".
Lo sguardo sul volto di Elvis cambiò; mi sorrise. Contraccambiai il sorriso.
Lui disse: "Questo è ciò che avevo bisogno di sentire, Billy". Continuò: "Vedo tutti questi hippies che bruciano i loro documenti di arruolamento ogni sera nei notiziari. Ho saputo che alcuni si stanno trasferendo in Canada per evitare di essere arruolati".
Dissi: "Prometto di non fare mai niente del genere, Elvis. Come ho detto, se verrò arruolato, andrò".
Mi fece cenno di avvicinarmi a lui. Feci due passi in avanti ed arrivai davanti a lui.
Mi prese e mi abbracciò. Lo abbracciai e gli diedi delle pacche sulla schiena.
Dopo l'abbraccio, disse: "Cosa stavi facendo prima di salire qui?".
Dissi: "No, niente di che a dire la verità...".
Lui sorrise e poi disse: "Bene, torna a quello che stavi facendo, piccolo (censurato da Billy)".
Entrambi ci siamo messi a ridere.
Ecco come abbiamo gestito la situazione. Abbiamo parlato. E non ne abbiamo parlato mai più.
Uso queste fotografie per dimostrare che ho seguito Elvis: sono stato nel ROTC (N.d.R.: Reserve Officers' Training Corps) nella scuola superiore, proprio come lui.
Source: Billy Stanley - Profilo Facebook