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Il fotografo Alfred Wertheimer ha realizzato molti tra gli scatti più famosi di Elvis Presley nel 1956. Lavorava come freelancer quando gli venne offerta l'opportunità di scattare alcune fotografie a scopo pubblicitario alla giovane star che sarebbe diventato il re del rock'n'roll.
Alfred Wertheimer è stato tra gli ospiti durante la "Elvis Week" di Agosto 2011.
Come hai avuto il lavoro di fotografare Elvis Presley?
Venni chiamato da Ann Fulchino della RCA nel Marzo 1956, la quale mi chiese se ero disponibile per fare alcune fotografie il 17 Marzo presso lo Studio 50, uno degli studi CBS. Risposi affermativamente e le chiesi cosa dovevo fotografare. Ann mi disse che era per il "Dorsey Brothers Stage Show". Ne fui contento perché ammiravo molto Tommy Dorsey. Fu a quel punto che Ann precisò che non era necessario che fotografassi lui, ma Elvis Presley.
Le risposi "Elvis chi?".
Non avevo mai sentito parlare di lui.
Raccontaci il tuo primo incontro con Elvis
Ci siamo incontrati alle prove per il "Dorsey Brothers Stage Show". Venni portato nel camerino di Elvis, dove c'erano anche altre due persone: uno era un ragazzo e l'altro era un uomo di mezza età. Quest'ultimo stava mostrando a quello più giovane alcuni gioielli ed il ragazzo continuava a guardare la sua mano destra.
Ann disse al ragazzo: "Elvis, questo è Al Wertheimer. Ti farà alcune fotografie. Spero non ti dispiaccia". Elvis continuava a guardarsi la mano e disse: "Sì, va bene...perché no?".
In quel periodo Elvis era solamente famoso a livello regionale. Molto presto mi resi conto che guardava il suo anello d'oro, nuovo di zecca, a forma di ferro di cavallo. Poiché non era molto loquace con me e la sua attenzione era solamente sull'anello, decisi di iniziare subito con le fotografie.
Raccontaci qualcosa delle prove...
Il lavoro di Elvis per quello spettacolo consisteva in un'esibizione di sei minuti. Lui salì sul palco con i suoi musicisti, suonarono le canzoni previste per lo spettacolo. Durante le prove, Elvis aveva un certo tipo di comportamento, ma quando era sul palco per la vera esibizione, cambiava. Durante le prove riceveva consigli da due agenti della William Morris Agency. C'è una fotografia, che amo molto, in cui si vede Elvis tra i due agenti mentre riceve consigli da loro. Il consiglio principale che gli venne dato fu "Non muoverti troppo. Stai attento a come ti muovi dalla cintura in giù".
Quante volte hai lavorato con Elvis e quante fotografie gli hai fatto?
Approssimativamente ho 2500 fotografie di Elvis e riguardano un periodo che si divide in due serie di servizi. Molte sono del 1956 e altre sono del 22 Settembre 1958, il giorno in cui Elvis partì per la Germania durante il servizio militare. In tutto ho trascorso 8 giornate a scattargli fotografie. Molte persone pensano che io abbia catturato l'essenza di Elvis Presley più di chiunque altro. Tutto quello che volevo era che Elvis fosse se stesso, mentre tutti gli altri volevano che Elvis facesse qualcosa per loro.
Sei rimasto sorpreso dal modo in cui le persone, specialmente le ragazze, reagivano ad Elvis?
Non riuscivo a capirne il motivo, ma nel mio lavoro, anche se non capisci, continui a scattare.
Quale è la tua fotografia preferita?
Ce n'è una che è poco conosciuta. L'ho chiamata "Signori, cosa prendete?". E' la foto di una cameriera, con il suo blocchetto e la matita, mentre guarda Junior Smith (cugino di Elvis) e Junior Smith guarda lei...ed Elvis che chiede: "Cosa proponi?".
E' in un ristorante e sta prestando più attenzione a lei che a quello che la ragazza sta dicendo. Cinque minuti più tardi, Elvis aveva già il braccio intorno ai fianchi della cameriera.
Un altro scatto che mi piace molto è quello in cui si vede Elvis sul treno. L'ho chiamato "One-Eyed Jack": ha un occhio solo aperto e mi sta guardando. Sembra quasi mi dica: "Ti tengo d'occhio, stai attento".
Elvis ti permetteva di avvicinarlo, ti permetteva di stargli ad una distanza di 3 piedi dal suo viso e il suo comportamento era uguale a quello che avrebbe avuto se la distanza fosse stata di 20. Lui riusciva a far commuovere le ragazze. Puoi riuscire a farle saltare, urlare, scatenarsi, puoi riuscire a far fare loro un sacco di cose, ma commuoversi è un'emozione che arriva dal profondo, ed Elvis riusciva ad arrivare proprio a quella profondità emotiva.
Come era il tuo rapporto con Elvis?
Lavoravamo in simbiosi. Lui era quasi al punto di essere una star nazionale, ma non ancora. Ti faccio un esempio: una volta, in una stazione ferroviaria a Chattanooga, stavamo aspettando di cambiare treno. Elvis prese un giornale e vi trovò una sua foto.
Mi disse: "Al, posso avere una penna?".
Gliela diedi e lui scarabocchiò il suo nome dentro al giornale; poi tornò dalle due ragazze al chiosco dei giornali, mostrando loro la fotografia. Mi guardava con un sorriso sornione. Le due ragazze gli dissero: "Sono 35 centesimi, signore".
Elvis disse loro: "No, questa è per voi. Sono Elvis Presley".
Nel frattempo scattai delle foto di quello che stava succedendo: era questo che Elvis voleva.
Lui sapeva che un giorno sarebbe stato molto famoso e voleva che questi momenti della sua vita rimanessero impressi sulla pellicola.
Alfred Wertheimer è salito al Cielo il 19 Ottobre 2014 a New York.