giovedì 3 ottobre 2024

ESTRATTO DAL LIBRO "FROM HERE TO THE GREAT UNKNOWN": AUTOBIOGRAFIA DI LISA MARIE PRESLEY

Circa una settimana fa il magazine "People" ha pubblicato in esclusiva il primo estratto dal libro "From Here To The Great Unknown", ossia l'autobiografia di Lisa Marie Presley.
L'estratto è presente in esclusiva nell'articolo di copertina di "People" di questa settimana e vede Lisa Marie ripensare alla sua prima infanzia trascorsa insieme al padre Elvis Presley.
Riguardo il libro, in un articolo più recente, Riley Keough, figlia di Lisa Marie Presley, che ha portato a compimento l'opera autobiografica dopo la morte improvvisa di sua madre, ha detto:
"Ogni volta in cui è stato possibile, l'ho scritto esattamente come l'ha detto. In altri casi, ho modificato le parole di mia madre per renderle più chiare o per arrivare a ciò che sapevo essere la radice di ciò che stava cercando di trasmettere. Ciò che contava di più per me era sentire che il risultato finale suonasse come lei, che potessi riconoscerla all'istante nelle pagine, e ci riesco."
Questo è un estratto delle parole di Lisa Marie nel libro "From Here to the Great Unknown".
"Andare ai suoi spettacoli era la cosa che preferivo al mondo.
Ero così orgogliosa di lui. Mi prendeva per mano e mi portava fuori, sul palcoscenico, poi camminavamo fino a dove era il suo posto sul palco, ed io venivo presa e portata al mio posto a sedere tra il pubblico. Di solito ero con [il padre di Elvis] Vernon.
L'elettricità di quegli spettacoli. Non c'è mai stato niente che abbia provato che si sia avvicinato anche solo lontanamente a quella sensazione, mai. Elettrizzante è una parola molto generica, ma è davvero ciò che si provava. Mi piaceva guardarlo esibirsi. C'erano alcune canzoni che mi piacevano: "Hurt" e "How Great Thou Art". Gli chiedevo di cantare quelle canzoni per me e lui diceva sempre di sì.
In ogni caso non mi piaceva essere al centro dell'attenzione o essere invitata a stare in piedi di fronte a tutti. A Las Vegas, durante la sua permanenza, presentò Vernon, poi guardò verso di me e ricordo di aver pensato: "Oh Dio, oh Dio, ti prego, non farlo".
"Lisa, alzati!".
Non è che non fossi orgogliosa o che non lo amassi. Mi piaceva solo che fosse lui al centro dell'attenzione, adoravo tutto questo su di lui. Non era qualcosa che sentivo facesse parte della mia natura. Lo detestavo assolutamente.
Ma in altri modi meno pubblici, amavo crogiolarmi nella sua fama insieme a lui.
A Los Angeles andavo a scuola alla John Thomas Dye, sulle colline di Bel Air. A volte ci passo ancora davanti solo per ricordare il giorno in cui mio padre venne ad un colloquio genitori -insegnanti. Sapevo che sarebbe venuto e non vedevo l'ora. Potevo anche percepire il nervosismo e l'eccitazione degli insegnanti. I miei piccoli amici studenti erano così eccitati che mi eccitai ancora di più: tutti correvano in giro come matti.
Poi arrivò mio padre. Scese dalla macchina ed indossava un vestito rispettabile: pantaloni neri e una specie di camicetta, ma indossava anche una grande, maestosa cintura con fibbie, gioielli e catene, oltre agli occhiali da sole. Stava fumando un sigaro. Lo incontrai alla macchina e camminai lungo il marciapiede con lui, e ricordo benissimo la sensazione che provavo mentre gli camminavo accanto, tenendogli la mano.

Source: People