Nei suoi spazi social, in occasione della "Giornata Nazionale di Consapevolezza del Dolore", Lisa Marie Presley ha scritto questo post: "Ciao. In onore della Giornata nazionale di sensibilizzazione sul dolore, ho scritto un saggio sul dolore che è stato pubblicato oggi su "People". Ho voluto postarlo anche qui".
Queste le parole di Lisa Marie, che ha consegnato in esclusiva a "People".
Oggi è la "Giornata nazionale per la consapevolezza del dolore" e dal momento che ho vissuto nell'orribile realtà delle sue inesorabili morse dalla morte di mio figlio due anni fa, ho pensato di condividere alcune cose di cui essere consapevole riguardo al dolore per chiunque sia interessato. Se non per aiutare te stesso, ma magari per aiutare un altro che sta soffrendo...
Questo è un argomento in cui nessuno si sente a proprio agio ed è molto impopolare parlarne. Questo scritto è piuttosto lungo, potenzialmente provocante ed molto difficile da affrontare. Ma se vogliamo fare qualche progresso sull'argomento, il dolore deve essere discusso. Ho intenzione di condividere i miei pensieri nella speranza che, in qualche modo, possiamo portare cambiamenti.
La morte fa parte della vita, che ci piaccia o no, e lo è anche il lutto. C'è tantissimo da imparare e capire sull'argomento, ma questo è ciò che ho capito fino ad ora: la prima cosa è che il dolore non si ferma o non scompare, in alcun modo, un anno o anni dopo la perdita. Il dolore è qualcosa che dovrete portare con voi per il resto della vostra vita, nonostante ciò che alcune persone o la nostra cultura vogliono farci credere. Non "la superi", non "vai avanti", punto.
Seconda cosa, il dolore è incredibilmente solitario. Nonostante le persone si facciano vive all'apice del momento per essere lì per te subito dopo che la perdita è avvenuta, presto scompaiono e vanno avanti con le loro vite e si aspettano che tu faccia lo stesso, specialmente dopo che è passato del tempo.
Ciò include anche la "famiglia". Se sei incredibilmente fortunato, meno di una manciata rimarrà in contatto con te dopo il primo mese circa. Sfortunatamente, questa è una verità nuda e cruda per la maggior parte delle persone. Quindi, se conoscete qualcuno che ha perso una persona cara, indipendentemente da quanto tempo è passato, chiamatelo per vedere come sta. Andate a fargli visita, lo apprezzerà davvero molto, più di quanto sappiate…
Terza cosa, ed in particolare se la perdita è stata prematura, innaturale o tragica, in un certo senso diventerai un emarginato. Puoi sentirti stigmatizzato e, forse, giudicato in qualche modo sul motivo per cui è avvenuta la tragica perdita.
Questo aspetto diventa pensiero comune se sei il genitore di un figlio che è morto. Non importa quanti anni avesse. Non importano le circostanze.
Combatto e mi colpevolizzo già instancabilmente e perennemente, incolpando me stessa ogni singolo giorno ed è già abbastanza difficile conviverci, ma gli altri giudicheranno e biasimeranno anche te, anche segretamente o dietro le tue spalle, il che è ancora più crudele e doloroso sommato a tutto il resto.
È in questo frangente che trovare altri che hanno subito una perdita simile può essere l'unica soluzione da percorrere. Supporto i gruppi che hanno in comune lo stesso tipo di perdita. Vado da loro e do aiuto nella mia abitazione ad altri genitori in lutto.
Niente, assolutamente NIENTE porta via il dolore, ma trovare aiuto, a volte, può aiutarti a sentirti un po' meno solo.
I tuoi vecchi "amici" ed anche la tua famiglia possono e scapperanno a gambe levate.
La cruda realtà è che sei COSTRETTO in questo orrendo "club", per così dire, di cui non hai mai voluto far parte o di cui non hai mai fatto parte, e sei COSTRETTO a quel punto, per mancanza di un termine migliore, ad andare a trovare la tua nuova cerchia di persone.
Ora ho davvero a cuore i pochi che sono rimasti con noi durante l'intero processo da quando l'incubo ha avuto inizio. Ed ora ho anche imparato ad amare e ad apprezzare i miei nuovi amici, che fanno parte di questo stesso "club".
Se devo essere onesta, posso capire perché le persone potrebbero volerti evitare una volta che una terribile tragedia ti ha colpito. Soprattutto un genitore che perde il proprio figlio, dato che è davvero il tuo peggior incubo.
Ricordo un paio di volte nella mia vita in cui ho conosciuto genitori che avevano perso il loro bambino e, anche se sono riuscita ad essere presente per loro nel momento in cui è successo, poi li ho evitati e non mi sono mai presa la briga di seguirli, perché erano diventati letteralmente l'emblema della mia più grande paura.
Li ho anche giudicati malamente ed ho giurato che non avrei mai fatto quello che, a mio avviso, pensavo avessero fatto o trascurato nelle loro azioni e scelte come genitori con il loro figlio.
Eppure eccomi qui, ora sto vivendo com'è essere lo stesso emblema per altri genitori... Ovviamente, nessun genitore sceglie questa strada e per fortuna non tutti i genitori dovranno diventarne vittime - e intendo davvero VITTIMA.
Odiavo quella parola. Ora so perché. Ho affrontato la morte, il dolore e la perdita dall'età di nove anni. Ne ho sopportate più di quanto sia giusto nella mia vita ed, in qualche modo, sono arrivata fin qui. Ma questa, la morte del mio bellissimo, meraviglioso figlio?
L'essere più dolce ed incredibile che abbia mai avuto il privilegio di conoscere, che mi ha fatto sentire così onorato ogni singolo giorno di essere sua madre? Che era così tanto simile a suo nonno sotto tantissimi aspetti da spaventarmi persino? Che mi ha fatto preoccupare per lui ancora più di quanto avrei dovuto naturalmente? No. Davvero no...no no no no ...
È una scelta concreta andare avanti, quella che devo fare ogni singolo giorno ed è costantemente impegnativa, per usare un eufemismo... Ma continuo ad andare avanti per le mie figlie. Vado avanti perché mio figlio l'ha reso chiaro nei suoi ultimi momenti, che prendersi cura delle sue sorelline e vegliare su di loro era al centro delle sue preoccupazioni e dei suoi pensieri. Lui le adorava nel modo più assoluto ed era contraccambiato.
La vita mia e quella delle mie tre figlie per come la conoscevamo, è stata completamente fatta esplodere ed è stata distrutta dalla sua morte. Viviamo tutto questo ogni singolo giorno.
Sto dicendo tutto questo, in questo giorno particolare, la "Giornata nazionale della Consapevolezza del Dolore", nella speranza di poter contribuire a sensibilizzare un po' sul dolore e la perdita. Sappiate solo che, dopo che questo giorno sarà passato, per tutti i vostri amici che hanno avuto la morte di una persona cara, ogni giorno è il giorno della consapevolezza del dolore.
Lo dico nella speranza che aiuti qualcuno che sta soffrendo come soffriamo io e le mie figlie. Nella speranza che, forse, oggi o il prima possibile, voi possiate allungare una mano a qualcuno che sta soffrendo per qualcuno che amava e che ha perso. Che abbiano perso un figlio, un genitore, un coniuge, un fratello, un fidanzato, chiunque.
Chiedete loro come stanno, chiedete loro di parlare di loro stessi, sì! VOGLIAMO parlarne. È così che li teniamo vivi nei nostri cuori, è così che non vengono dimenticati, questo è ciò che tiene in vita anche noi. E fatemi un favore, non dite loro che "non potete immaginare" il loro dolore. La verità è che, sì, voi potete, voi semplicemente non volete.
Grazie per aver letto tutto questo. So quanto sia difficile e provocatorio. Ma forse vi indurrà a contattare qualcuno che ne ha bisogno in questo momento, piuttosto che innescare qualcosa di brutto.
Per aiuto e informazioni su cosa dire, visita Grief.com e presentati.
Scritto con tutto il mio amore e il mio dolore, sinceramente
~LMP