Quarantacinque anni dopo la sua tragica morte a 42 anni, il mondo non ne ha ancora abbastanza di Elvis Presley.Spesso definito il "Re del Rock and Roll", l'iconico cantante è il soggetto del nuovo film "Elvis", con Austin Butler nel ruolo del protagonista e Tom Hanks nei panni del suo manager di lunga data, il Colonnello Tom Parker.
Il film, del regista Baz Luhrmann, debutterà il 24 giugno.
Chris Connelly di "ABC News" ha incontrato Luhrmann, Butler, Hanks ed altri membri chiave del cast per discutere com'è stato portare la storia di Presley sul grande schermo per
"Exclusively Elvis: A Special Edition of 20/20", andato in onda Martedì sul canale ABC.Anche nello speciale "20/20",
disponibile per lo streaming Mercoledì su Hulu, ci sono interviste esclusive con la famiglia di Presley - inclusa la sua ex moglie Priscilla Presley, la figlia Lisa Marie Presley e la nipote Riley Keough - da Graceland, l'iconica casa di Presley a Memphis, Tennessee.
Baz Luhrmann: "Ho sempre pensato: "Accidenti, Elvis è la tela americana più incredibile. Una tela su cui raccontare una storia che parla dei tanti strati e sfaccettature dell'America'. Era un unificatore".
AUSTIN BUTLER: DIVENTARE ELVIS
Butler ha definito il ruolo di Presley "il più immenso privilegio e onore", ma ha anche ammesso che il ruolo gli ha provocato "una massicia sindrome dell'impostore".
Infatti, mentre si preparava ad interpretare Presley, l'attore ha scoperto un legame tragico ma significativo con il cantante: entrambi hanno perso la madre alla stessa età.
"All'inizio lo sentivo molto lontano", ha detto. "Mentre ci lavoravo ed ho trascorso quell'anno e mezzo prima di iniziare effettivamente le riprese, ha iniziato a sembrare la cosa più personale che potessi immaginare grazie alla grande quantità di dettagli che ho appreso su di lui. Il primo in assoluto è stato sapere che sua madre è morta quando lui aveva 23 anni. Voglio dire, è quello che è successo a me".
Butler ha aggiunto che l'umanità di questa persona, che può sembrare quasi divina a molte persone ha influenzato il resto della sua vita.
"Vorrei che fosse qui oggi per vedere quante persone lo adorano, sai?.
Dice Luhrmann di Austin Butler: "Lui mi ha trovato. Ha trovato il ruolo", ha detto Luhrmann. "E' intervenuta qualche altra forza, credo."
L'OPINIONE SUL FILM: LA FAMIGLIA PRESLEY
Con i critici cinematografici che stanno attualmente valutando il film, anche i membri della famiglia di Elvis hanno espresso le loro opinioni sull'interpretazione di Butler della leggenda della musica.
"Austin è stato semplicemente incredibile", ha detto Priscilla. "Questo è un film che avrebbe davvero amato, mostrando chi era, per cosa si stava battendo, quali erano i suoi sogni".
Lisa Marie ha fatto eco al sentimento, dicendo al pubblico ad una proiezione per i fans di "Elvis": "Nella mia vita è stata una delusione dopo l'altra riguardo le persone che hanno interpretato mio padre in vari film. Che Dio li benedica, sono sicura che avevano buone intenzioni. Ma questa volta è stato fatto nel modo giusto".
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"Non c'è recensione nella mia vita che significherà mai più di questo", ha detto Butler delle gentili parole della famiglia di Presley.
'68 COMEBACK SPECIAL
In mezzo tra Hollywood e Las Vegas, c'è stato un momento cruciale nella carriera di Presley: il suo leggendario concerto televisivo del 1968 "Elvis", ampiamente definito "Comeback Special".
"Quando ci siamo incontrati per la prima volta, la prima domanda che Presley mi ha fatto è stata: "Cosa ne pensi della mia carriera?".
Ed io ho sbottato, senza nemmeno pensarci: "Penso che la tua carriera sia nel cesso", ha detto Steve Binder, che ha prodotto e diretto lo speciale "20/20".
"Lui è scoppiato a ridere ed ha detto: "Finalmente, qualcuno mi sta dicendo la verità".
Mi sono reso conto che si trattava di un artista che aveva veramente voglia di tornare alle sue radici".
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Jerry Schilling, un amico di lunga data del cantante, ha aggiunto: "Elvis sapeva che questo "Comeback Special" sarebbe stato la fine o l'inizio per lui".
L'importanza di questo momento non è stata sottovalutata da Butler, che ha detto di essersi sentito "terrorizzato" prima di girare la scena.
Quando la telecamera ha iniziato a girare, tuttavia, ha guardato verso il suo vestito di pelle ed ha interiorizzato Presley.
"È stato piuttosto surreale. Mi sentivo come se stessi guardando fuori dai suoi occhi", ha detto Butler. "Quando è rimasto fedele a ciò che amava e quello che ha sentito era giusto, quelli sono stati i momenti della sua vita in cui ha brillato di più".
ELVIS PRESLEY E LA CULTURA NERA
Una discussione su Presley non è completa senza menzionare gli artisti neri che lo hanno ispirato, il che spiega perché i fans vedranno raffigurazioni di B.B. King (Kelvin Harrison Jr.), Sister Rosetta Tharpe (Yola) e Little Richard (Alton Mason) in "ELVIS".
Lisa Marie ha detto che è stato "molto importante" per lei e per Riley notare come Presley sia stato "influenzato e cresciuto" sia dal gospel che dall'R&B.
"È stato quasi arrestato più volte per aver letteralmente cercato di andare contro lo status quo", ha detto Yola, notando come "Presley stava attraversando la linea di segregazione con la sua musica".
Il critico di musica e cultura Nelson George ha definito Presley un "anomalia nella comunità bianca" che, in seguito, "ha infranto questa barriera ed ha liberato i bianchi" con la sua musica.
Questo, tuttavia, ha avuto un costo. "Nel fare tutto questo, ha messo in ombra molti autori neri", ha aggiunto.
Alcuni hanno accusato Presley di appropriazione culturale negli ultimi anni, usando anche una canzone dei Public Enemy divenuta famosa, "Fight the Power" nel 1989, in cui lo si definisce "un eroe per la maggior parte, ma in realtà un razzista vero e proprio".
Kelley Carter di ESPN Andscape ha detto che il film le ha fatto ricontestualizzare quei testi.
"Se queste sono state nuove informazioni per me, immagino si tratti di molte nuove informazioni anche per molte altre persone", ha detto.
"Noi conosciamo Elvis la superstar. Non conosciamo Elvis l'uomo. Non conosciamo Elvis il ragazzo. Non conoscevamo il contesto della sua educazione, fino ad ora."
ELVIS PRESLEY AD HOLLYWOOD ED A LAS VEGAS
Due periodi della carriera di Presley esplorati nel film sono il suo periodo ad Hollywood per fare film e la sua lunga permanenza a Las Vegas.
Butler ha notato che Presley "aveva grandi potenzialità come attore".
Tom Hanks ha incolpato Parker per averlo trattenuto dall'essere un attore serio, aggiungendo: "Il Colonnello non aveva un osso che ne capisse di arte nel suo corpo".
"E' passato attraversato attacchi di depressione in alcuni momenti. La maggior parte delle motivazioni riguardavano i film che odiava fare", ha detto Priscilla, aggiungendo che Elvis non riusciva ad esprimersi artisticamente e si chiedeva perché fosse bloccato a fare film che non avevano senso.
Mentre Las Vegas ha impedito a Presley di girare il mondo come voleva, ha sostanzialmente aperto la strada all'idea di una permanenza ed ha illuminato il palco nell'arco di 636 spettacoli.
LA SUA FAMIGLIA HA RICORDATO CON AMORE QUEI CONCERTI
"È stata una notte che non dimenticherò mai", ha detto Priscilla sul fatto di aver visto Presley esibirsi per la prima volta a Las Vegas. "Ed ero così orgogliosa, orgogliosa di lui perché ce l'aveva fatta. Era un'altra persona su quel palco".
Anche Lisa Marie ha ricordato la prima volta "molto eccitante" che ha visto suo padre esibirsi.
"Non importava che fossi solo con lui e non importava che fosse mio padre. Urlavo e mi alzavo sulla sedia e strillavo e facevo quello che stavano facendo tutti gli altri".
Source: ACBNews.com