Sally Hoedel, invece, non ci sta; non è mai stata d'accordo con questa versione frettolosa dei fatti e, negli anni, ha compiuto scrupolose ricerche al fine di trovare altre facce di questa medaglia. E sembra ci sia riuscita!
Pochi giorni fa ha rilasciato un'intervista per il sito EIN, nella quale spiega i punti salienti delle sue ricerche. Questo il suo pensiero.
P.S.: Il suo libro è dedicato a sua sorella Molly, che purtroppo ha perso la sua battaglia contro il cancro. Era anche lei una fan di Elvis ed ha conservato per Sally tutti i libri su Elvis che lei aveva comprato e che, dopo il matrimonio, aveva messo da parte. Dopo la morte di sua sorella, Sally li ha ritrovati. In particolare il libro "Elvis & Gladys" di Elaine Dundy ha fatto da trampolino a tutta una serie di congetture che, un po' alla volta, hanno preso forma, fino a trasformarsi da una semplice teoria ad una certezza, fatta di solite prove alla mano.
Sally Hoedel è principalmente una moglie ed una madre di quattro ragazze ed è laureata in giornalismo presso la Michigan State University.
Insieme a suo marito gestisce la "Character Development & Leadership", ossia un'associazione di sviluppo dei curriculum dei ragazzi delle scuole superiori.
Ma, cosa importante per noi, è fans di Elvis Presley da quando era bambina e questa sua passione per lui l'ha portata ad intraprendere il percorso che le ha fatto scrivere il libro di cui stiamo parlando.
Lei ha voluto semplicemente scoprire la verità o, almeno, ha voluto cercare di andarci il più vicino possibile.
Come è successo quasi sicuramente a tutti i fans di Elvis, quando leggeva un libro che lo riguardava, le è capitato spesso di ritrovarsi con ancora più domande rispetto a quelle che aveva prima. Spesso persino le storie di chi l'ha conosciuto si contraddicono o hanno versioni diverse dello stesso accadimento; così, a forza di contraddizioni, Sally Hoedel ha pensato che, oggi come oggi, molto probabilmente, se Elvis fosse ancora vivo, potrebbe darci una spiegazione plausibile a tutto quello che è successo; una spiegazione che avrebbe delle motivazioni ben più articolate e profonde di quelle che ci hanno tramandato negli ultimi 43 anni.
La domanda da cui partire è: da cosa è nato l'abuso di farmaci di Elvis Presley?
Sally non pensa sia nato solamente dal piacere di prendere medicine e pensa ci sia una connessione tra la morte di Gladys Presley e quella di suo figlio. Quella connessione è il punto di partenza.
Andando ad analizzare più a fondo alcuni avvenimenti nella famiglia Smith, ossia nell'albero genealogico materno di Elvis Presley, Sally Hoedel ha trovato dei pezzi importanti del puzzle che ha cercato di costruire. I pezzi, ad un certo punto, sono diventati talmente evidenti e talmente numerosi da non poterli più ignorare e si è sentita in dovere di mettere nero su bianco le sue scoperte, essendo anche fermamente convinta che Elvis vorrebbe che venisse fatta finalmente chiarezza.
Senza dubbio, come sappiamo, Elvis Presley era una persona molto riservata, ma questo non significa volere che vengano dette menzogne sul proprio conto e, considerando quanto l'aveva ferito il libro scritto dalle sue guardie del corpo, sicuramente un libro che porti una versione completamente diversa della questione e faccia luce su molte cose, gli farebbe sicuramente piacere.
Sally è molto chiara a riguardo: Elvis Presley prendeva farmaci per nascondere i problemi di salute che si portava dietro da anni. Questo metodo ha funzionato, ma ha avuto anche degli effetti collaterali, volendosi esprimere in termini medici: i problemi di salute sono rimasti sepolti, ma in compenso lui è ricordato come l'artista deceduto per abuso di farmaci.
Elvis non merita tutto questo; Elvis merita di meglio, ha puntualizzato Sally.
Ad un certo punto, per continuare ad essere "Elvis Presley" ha dovuto affidarsi all'uso di farmaci, senza rendersi conto che purtroppo, con il tempo, affidarsi ai farmaci sarebbe diventato un ulteriore problema, poiché i livelli di tolleranza cambiavano ed i disturbi di salute peggioravano.
Per iniziare le sue ricerche, l'autrice ha ripreso in mano circa un centinaio di libri, cercando in essi informazioni relative alla salute di Elvis e si è stupita di come, in alcuni libri che aveva già letto, non avesse fatto caso ad informazioni che ora le tornavano preziose.
Raccolte tutte le informazioni, ha consultato dei medici per sapere se la sua teoria poteva essere plausibile e poi ha iniziato una ricerca scrupolosa dei problemi di salute che avevano colpito anche gli antenati di Elvis Presley per capire se c'erano delle somiglianze tra le situazioni che lui ed i suoi parenti avevano vissuto.
Per 3 anni ha fatto viaggi tra Tupelo e Memphis per parlare con coloro che avevano conosciuto Elvis e la sua famiglia.
Questi viaggi sono stati per lei la parte più incredibile di tutto il percorso che ha fatto. Le è parso incredibile ritrovarsi negli stessi luoghi in cui la famiglia Presley è stata, come il "Relics Antique Store" di Tupelo, oppure nell'edificio che, in passato, è stato sede della "Tupelo Garment Company", dove Gladys Presley ha lavorato duramente per molte ore.
Per non parlare dell'incontro con persone come Tish Henley Kirk, Ron Strauss, Azalia Smith Moore, Guy Harris, Sheri Lacker. Inoltre l'hanno aiutata persone come Nancy Clarke, figlia del cardiologo che si è occupato di Gladys Presley; Larry Presley, un cugino di Elvis cresciuto a Tupelo, figlio di Noah Presley.
Molti pensano che il libro di Sally non porti niente di nuovo, visto che molte delle informazioni che contiene sono già note, ma non è del tutto vero.
Ad esempio, lei cita proprio Larry Presley e Noah Presley: forse non tutti sanno che molto probabilmente la capacità che ha sempre avuto Elvis di donare agli altri l'ha appresa proprio da Noah Presley, che è stato di esempio per lui fin da piccolino.
Le condizioni di salute di Elvis non sono mai state prese molto sul serio fino al 1975, ma a quel tempo non si è mai discusso e approfondito il problema cardiaco che aveva colpito in passato molti componenti della famiglia Smith e che ha colpito anche lui.
Stando alle ricerche compiute da Sally Hoedel, si sa che Elvis era portatore di una malattia genetica che colpiva il fegato ed i polmoni. Se era genetica, doveva pur arrivare da qualche parte...
Continuando le ricerche ed andando, forzatamente, a ritroso, questo aiuta a spiegare la malattia di sua madre Gladys ed addirittura la presunta tubercolosi della nonna materna di Elvis che, stando a quanto si è sempre tramandato, sembra si sia portata addosso la tubercolosi per 30 anni. Ora, grazie a queste ricerche, la storia potrebbe totalmente cambiare e trovare un nuovo senso logico, se si pensa che quella diagnosi di tubercolosi, fatta all'inizio del 1900, era sbagliata.
Inoltre il matrimonio dei nonni materni di Elvis, che erano cugini di primo grado, ha innescato un meccanismo di passaggio genetico della malattia, portando ad una forma ancora più grave della stessa a causa della somma di due geni già "malati".
Quindi, l'epatite che nel 1958 si è manifestata nella mamma di Elvis, facendola morire nell'arco di poco tempo, è da ricercarsi in questa malattia di tipo polmonare ed epatico, già geneticamente presente in lei.
Nel corso degli anni sono stati sempre di più gli organi del corpo di Elvis compromessi dalle malattie.
Sally Hoedel spiega che possiamo dividere il nostro corpo in 11 sistemi di funzionamento. In Elvis, ben 9 di questi erano compromessi.
Il suo cuore comprometteva il sistema circolatorio; la patologia polmonare non faceva funzionare bene il sistema respiratorio; le sue viscere creavano problemi al sistemi digestivo; l'insonnia danneggiava non poco il suo sistema nervoso; l'insufficienza della ghiandola surrenale ed il conseguente basso livello di testosterone erano collegati al funzionamento del sistema endocrino. Inoltre il suo sistema immunitario era compromesso ed il suo sistema urinario non funzionava correttamente e l'artrite gli procurava fortissimi dolori in tutto il corpo, provocandogli problemi al sistema muscolare ed alle ossa.
Tutte queste patologie, ovviamente, richiedevano uso di farmaci ed alcune erano presenti sin dalla nascita.
Non è da sottovalutare l'aspetto della diagnostica presente a quel tempo, che spiega perchè la morte di Elvis non si è potuta evitare.
Infatti, per valutare al meglio tutte queste patologie, ci sarebbe stato bisogno di risonanze magnetiche e TAC, che a quel tempo non esistevano ed anche gli studi del sistema immunitario erano appena agli inizi.
La prima risonanza magnetica sull'uomo è stata eseguita nel 1977, ma solo negli anni '80 è diventata disponibile e negli anni successivi è stata migliorata. Questo ha portato alla mancanza di una diagnosi precisa, alla mancanza di comprensione di quali fossero le reali condizioni di salute Elvis ed alla conseguente mancanza di una terapia adeguata.
Per quanto riguarda il suo intestino, il problema era presente sin dalla nascita, ma si è scoperto che molti dei farmaci che prendeva peggioravano il problema, rallentandone il funzionamento.
La domanda che si è posta la scrittrice, specialmente riguardo l'ultimo anno di vita di Elvis Presley è: nell'ultimo anno della sua vita, Elvis stava morendo per l'abuso di farmaci prescritti o per la sfilza di disturbi che aveva? Oppure a causa dei tour costanti, che hanno fatto sì che i due problemi si alimentassero a vicenda?
La risposta sta nel fatto che era diventato tutto un circolo vizioso.
I farmaci che Elvis doveva prendere gli permettevano di continuare ad essere "Elvis Presley": infatti nel 1973 ha detto ad un medico che senza quel farmaco non può reggere due spettacoli al giorno.
Elvis non era come un tossicodipendente, che si imbottisce di qualcosa per non provare niente; Elvis stava solamente cercando di stare in piedi e di sentire meno dolore possibile, ma i farmaci che prendeva per alcune patologie, finivano per peggiorarne altre.
Ad esempio il fegato: una massiccia quantità di farmaci in un corpo con un fegato compromesso, sono difficili da smaltire per il fegato stesso. Ecco che, così facendo, si inibisce una patologia da una parte, ma si peggiora lo stato del fegato dall'altra.
Idem per quanto riguarda il problema intestinale: Elvis era nato con problemi al colon e già quel problema di per sé avrebbe richiesto una vita tranquilla, non di essere "Elvis Presley". Alcuni farmaci, che dovevano aiutarlo per alcune patologie, hanno contribuito al peggioramento anche di quel problema.
Quello che è più evidente, guardando fotografie di Elvis Presley nel corso degli anni, è il suo cambiamento fisico. Purtroppo il ragazzo del 1956 non sembra lo stesso uomo di 20 anni dopo. Eppure, le patologie genetiche erano già presenti in lui, ma non si erano ancora manifestate in tutta la loro gravità.
Il cambiamento del corpo è avvenuto quando, ad un certo punto, si è creata un'intossicazione tra patologie e cure e l'organismo non riusciva più a liberarsi dalle tossine come avrebbe dovuto. Questo procurava lo stato di gonfiore, causato dalla ritenzione di liquidi. Inoltre, il malfunzionamento delle ghiandole surrenali gli procuravano affaticamento ed aumento di peso ed il gonfiore del suo viso era provocato anche dalle medicine che gli venivano somministrate per curare infezioni di vario genere.
Praticamente, si cercava di curare una patologia e si finiva per crearne altre.
Un altro argomento affrontato da Sally Hoedel è l'alimentazione di Elvis, alla quale viene data importanza come causa della sua morte.
Secondo Sally Hoedel, se fosse come ci è sempre stato raccontato, metà della popolazione americana non arriverebbe ai 50 anni.
Molte delle storie che si sono raccontate circa l'alimentazione di Elvis Presley sono state elaborate dalla stampa giornalistica che, per fare sensazionalismo, ha scritto di tutto e di più, contando sul fatto che la gente ci avrebbe creduto, senza porsi tante domande e senza ragionare troppo su quanto non potesse essere verosimile quello che veniva raccontato.
(N.d.R.: In particolare, Sally Hoedel fa riferimento ai celebri panini di Denver, chiamati "Fool's Gold", di cui abbiamo raccontato poco tempo fa. Clicca qui per leggere il racconto di chi ha servito ad Elvis questi panini).
Sicuramente non è stata la sua alimentazione a portare via Elvis Presley da questo mondo.
Per quanto riguarda Lisa Marie ed i suoi figli, non ci sono prove certe del fatto che le malattie genetiche che hanno colpito Elvis vengano tramandate anche a lei.
Elvis è stato colpito pesantemente perché i suoi nonni erano cugini di primo grado ed erano, potenzialmente, entrambi portatori del gene malato, che hanno passato a sua madre
Nel caso di Lisa Marie non si può sapere, visto che bisogna considerare anche i cromosomi di Priscilla Beaulieu e come il DNA si sia mescolato nel matrimonio con Elvis, ma il fatto che Lisa Marie abbia 52 anni e, da quanto si sa, stia abbastanza bene da quel punto di vista, ci fa sperare che a lei non sia successo nulla.
Sally Hoedel termina l'intervista dicendo che, malgrado il libro dia l'impressione di essere molto tecnico e pieno di informazioni mediche, in realtà racconta con cura di particolari la lotta di Elvis Presley per la sopravvivenza e per continuare ad essere Elvis Presley; inoltre il suo obiettivo era portare alla luce la verità e farla conoscere a più persone possibile.
Il suo ringraziamento va a tutti coloro che l'hanno aiutata in questo percorso avvincente.