50 anni fa, il 03 Dicembre 1968, lo special "ELVIS" viene trasmesso sul canale NBC, diventando uno dei programmi più visti dell'anno ed una pietra miliare nella storia della musica e della carriera del re del rock'n'roll Elvis Presley.
Lo special riporta sulle scene Elvis Presley, facendolo uscire dalla gabbia hollywoodiana e facendo riscoprire a lui ed al suo pubblico, il suo enorme potenziale come cantante, come artista e come performer.
Accompagnato, in una parte dell'esibizione, da quegli stessi musicisti che avevano iniziato con lui a metà degli anni '50, Elvis ripercorre la sua storia musicale, ma con una nuova carica ed un entusiasmo che lo porterà, nell'arco di qualche mese, ad iniziare i suoi concerti a Las Vegas ed in centinaia di città degli Stati Uniti d'America per i 9 anni successivi, fino alla sua morte nel 1977.
Il 30 Novembre 2018 Steve Binder, regista dello special, ha rilasciato al magazine "Rock Cellar" una nuova intervista, che, per l'occasione, proponiamo qui sotto.
Steve, raccontaci come è nato lo special TV.
Il Colonnello Parker era ad una festa a cui partecipò anche Tom Sarnoff, presidente della NBC. I due iniziarono a conversare. Il Colonnello era interessato a fare un film, ed alla fine i due si accordarono per far fare ad Elvis uno speciale televisivo natalizio e poi la NBC avrebbe finanziato il film "Change Of Habit". Gli accordi vennero presi senza che Elvis sapesse niente.
Quando Elvis venne contatto dal Colonnello e gli venne detto quello che era successo, ci fu un problema, che mi venne spiegato da Bob Finkel, il produttore esecutivo dello special.
Bob disse che, sebbene ci fosse un accordo tra il Colonnello e Sarnoff, Elvis non aveva acconsentivo. Non voleva fare lo special televisivo.
Mi sembra di capire che tu non fossi interessato, inizialmente, quando ti venne proposto lo special TV di Elvis.
Sì, è vero. Inizialmente rifiutai quando Bob mi chiamò. Al tempo c'era un leggendario e famosissimo produttore cinematografico, che si chiamava Walter Wanger. Mi aveva contattato per lavorare ad un film con lui. A quel tempo stavo pensando seriamente di non fare più televisione ed entrare nel mondo dell'industria cinematografica.
Il mio socio, Bones Howe, mi convinse a fare lo special di Elvis.
Bones ascoltò la conversazione e disse: "Steve, io ho lavorato ad un album per Elvis e penso che voi andreste molto d'accordo. Sei pazzo se rifiuti questa proposta. Perchè non incontri Bob Finkel ed Elvis e vedi se c'è compatibilità? Penso tu commetta un grande errore se non lo farai".
Così chiamai Bob Finkel e Bones ed andai alla NBC per incontrarlo. Questo successe senza il Colonnello o Elvis.
In quel periodo la ditta di Finkel era sotto contratto con la NBC. Quello che venni a sapere in seguito fu che, quando Sarnoff era molto giovane, aveva lavorato per l'azienda di Bob Finkel, così il risultato fu che loro due avevano un'amicizia molto profonda che durava da anni.
Questo è il motivo per cui Finkel era inglobato alla NBC con la sua azienda.
Nel periodo in cui ricevetti la telefonata, Finkel stava producendo la serie di Jerry Lewis con la NBC e la serie di Phyllis Diller.
Così Finkel organizzò il primo incontro con il Colonnello Parker agli studi della MGM, dove aveva il suo ufficio.
Noi abbiamo avuto l'incontro con il Colonnello che, a sua volta, ha organizzato l'incontro con Elvis. Elvis sarebbe venuto agli uffici di Binder/Howe su Sunset Boulevard, vicino al Tower Records.
Ancora non ero convinto che avrei dovuto fare lo special, non perchè non stavo facendo degli specials in quel periodo. Il fatto è che ero più orientato verso la musica della West Coast, i Beach Boys, i Fifth Dimension, Laura Nyro.
Ero totalmente divertito da Elvis in televisione. L'avevo visto all'Ed Sullivan Show, ma non ero mai stato un fanatico di canzoni come "Hound Dog" e "Blue Suede Shoes" o qualsiasi altra canzone del genere. Non erano il tipo di dischi che ascoltavo in quel periodo.
Raccontaci il tuo primo incontro con Elvis.
Successe che Elvis venne nei nostri uffici. Venne con il suo entourage, ma li lasciò ad aspettare fuori.
Credo che Bones e probabilmente Allan Blye e Chris Beard, i nostri autori, fossero presenti. Quando entrò disse: "Ciao Steve" ed io dissi "Ciao Elvis". Non l'ho mai messo su un piedistallo.
Fortunatamente avevo qualche merito dalla mia parte. Avevo lavorato con alcuni artisti di successo nel tempo, grazie alle mie esperienze con Steve Allen, il T.A.M.I. Show e Hullabaloo.
Su cosa si concentrò la conversazione?
Non parlammo dello special. Abbiamo parlato della vita, più che altro. Mi chiese cosa pensassi della sua carriera ed io gli dissi: "A parte tutta la pubblicità, penso che la tua carriera sia agli sgoccioli", lui rise. Disse: "Perchè hai detto questa cosa?". Ed io dissi: "Beh, non ho visto nessuno dei tuoi dischi nelle classifiche musicali".
Dato che io e Bones avevamo abbastanza le mani in pasta nell'ambiente della musica, seguivo Billboard, Cashbox e Record World abbastanza costantemente.
La carriera di Elvis era in discesa. A quel punto, gli studi cinematografici si erano bruciati tutto con i suoi film. Non lo pagavano milioni di dollari per fare questi film. Pertanto la carriera di Elvis era ad un punto critico. E credo che il Colonnello se ne rendesse conto.
Ecco perchè voleva far girare un altro film ed è per questo che ha fatto l'accordo con la NBC e Sarnoff.
Puoi descrivere il legame che hai costruito con Elvis?
Credo che Elvis apprezzasse la mia trasparenza e la mia onestà. Penso che questo fosse la vera forza del nostro rapporto. Il Colonnello pensava che tutti avessero un prezzo e che si potesse far fare a chiunque qualsiasi cosa, finché lo si pagava. Ma la verità era che non c'era niente che io volessi; amavo dirigere e produrre, e la famiglia di persone con cui lavoravo, ma non era tutto quello che dovevo avere o che dovevoi fare.
Elvis era estremamente nervoso riguardo la realizzazione dello spettacolo, giusto?
Elvis mi disse, in una delle nostre prime discussioni, che era terrorizzato dalla televisione, perchè non si esibiva davanti ad un pubblico da oltre 10 anni. E non era sicuro che l'avrebbero accettato ancora.
Gli dissi che quello che lui sapeva fare era creare dischi, e che poteva dimenticarsi della televisione e dei film. Gli dissi: "Tu fai un album ed io farò uno spettacolo televisivo".
Dopo che iniziò la produzione e lui iniziò a sentirsi bene ed a suo agio, mi disse: "Forse non te ne sei accorto, Steve, ma quando mi hai detto, la prima volta in cui ci siamo incontrati, che non dovevo preoccuparmi di fare uno spettacolo televisivo, mi sono totalmente rilassato ed ho avuto fiducia in te".
Ma in quell'incontro con Elvis, lui espresse la sua paura per la televisione.
Prima dell'Ed Sullivan, partecipò allo Steve Alle Show, in cui dovette cantare ad un bassotto vestito in smoking. E' stato trattato dalle televisioni come se fosse un buffone. Pertanto c'era una certa riluttanza da parte sua nel fare uno spettacolo televisivo, tanto per cominciare.
Parlaci dell'oggetto della produzione.
Abbiamo progettato una grande produzione.
C'era un'intera passerella e la sequenza di "Guitar Man", nella quale lui parte dall'essere un povero ragazzo di campagna che suona la chitarra per arrivare ad essere una superstar, e poi, sulla strada della fama e della fortuna, scopre che non c'è nessun posto come casa sua.
Scopre che il momento in cui è più felice è quando torna alle sue radici.
C'era una sezione gospel, alla cui produzione hanno partecipato ballerini ed Elvis ha lavorato con le Blossoms. E lui ha progettato di fare un medley delle sue canzoni di successo con l'intera band.
L'intera sequenza in cui lui è nel ring ed indossa il completo nero e canta il medley di Billy Goldenberg, è stato fatto live con l'orchestra. Quello era lo spettacolo che volevamo fare.
La prima volta che ha cantato con l'orchestra, ha perso la voce ed ha dovuto chiedere un po' d'acqua.
Questo è tipico per chiunque sia molto agitato e l'adrenalina pompi così tanto.
Se stai giocando a football, si dice che il calcio di inizio sia il punto in cui tutti sono nervosi, ma poi, quando inizi ad ambientarti e ti diverti durante il gioco, ti dimentichi dei tuoi nervi.
Questo è ciò che è successo con Elvis.
Sono sempre molto diffidente di artisti che hanno talmente tanta fiducia in se stessi da non avere nemmeno il senso dell'entusiasmo o dell'ansia quando iniziano qualcosa.
Credo che la paura di fallire sia un segno positivo quando un artista si esibisce. Questo gli dà un vantaggio.
Mentre si lavorava allo special, Elvis diventò così impegnato, da rimanere alla NBC anche durante la notte.
Sì. Dall'inizio, quando abbiamo fatto lo special, Elvis ha abitato alla NBC.
Abbiamo ripulito il camerino di Dean Martin ed abbiamo creato letteralmente una stanza con un letto per lui, affinché potesse trascorrere giorno e notte alla NBC durante il periodo della produzione.
Quello che notai è che, ad iniziare dal primo giorno fino a quando abbiamo finito le prove od abbiamo iniziato la produzione, ed abbiamo iniziato a registrare, lui andava nel suo camerino, e con alcuni componenti del suo entourage, tipo Charlie Hodge ed altri, improvvisava per ore.
Ho sempre pensato che, se avessi potuto registrare quello che succedeva dietro le quinte, attraverso il buco della serratura, sarebbe stato fantastico.
Pensai che quello che stava facendo nel camerino fosse incredibile e dissi: "Dobbiamo averlo nella registrazione!".
Andai dal Colonnello Parker e gli dissi che volevo piazzare una telecamera nel camerino e lui disse: "Dovrai passare sul mio cadavere".
Non c'era modo di farsi dare il permesso per una cosa di questo genere.
Così mi procurai un piccolo registratore Sony ed iniziai a registrare e ad ascoltare i ragazzi fare jam sessions per ore. Allan Blye arrivò ed anche Lance Legault. Chiunque si trovasse nei paraggi, entrava e partecipava cantando insieme ai ragazzi.
Elvis guidava il gruppo con la sua chitarra.
Quello che faceva nel suo camerino era più eccitante di quello che faceva per lo spettacolo. Erano quelli i momenti in cui Elvis sudava ed aveva i capelli spettinati. Si stava semplicemente divertendo. Era qualcosa di Elvis che non si era mai visto. Potenza pura.
Ero determinato a catturare quei momenti nel camerino. Quello era il mio principale intento.
Non ci sono riuscito finché, a forza di stare addosso al Colonnello e rodergli i nervi, in preda alla frustrazione, mi disse: "Ok, ti dirò cosa fare. Ricrea tutto sul palco, se vuoi, ma non entrerai nel camerino con le tue telecamere". Così è quello che ho fatto.
Quando dissi ad Elvis che avremmo ricreato lo stesso momento sul palco, mi disse: "Se abbiamo intenzione di fare una cosa del genere sul palco, voglio che porti qui Scotty Moore e DJ Fontana". Loro non erano coinvolti nello spettacolo, ma li facemmo arrivare in aereo.
Lo fecero per Elvis, non lo fecero per il Colonnello, perché fu il Colonnello a farli dividere.
Quale è stata la reazione di Elvis quando ha visto lo special per la prima volta?
Beh, dopo la fine dello spettacolo, gli mostrai il master e ci siamo seduti a guardarlo insieme al suo entourage. Poi la seconda volta chiese che solo io e lui fossimo seduti nella stanza per guardarlo nuovamente.
Disse: "Non canterò mai più una canzone nella quale non credo" ed aggiunse "Non farò mai più un film in cui non credo".
Abbiamo parlato molto. Gli dissi, e fu solo la mia reazione istintiva: "Ti conosco e so che dici sul serio, Elvis, ma non sono sicuro che tu sia abbastanza forte per farlo".
Purtroppo si rivelò molto profetico, perchè non credo che Elvis si sia mai messo contro il Colonnello, per nessun motivo.
L'ultima volta in cui ho visto Elvis fu quando andai nell'appartamento di Bill Belew. Dovevamo mangiare pizza e bere birra ed è stata una decisione importante per Elvis dire che voleva venire e farne parte. Così siamo andati ad Hollywood e siamo arrivati all'appartamento di Bill.
Purtroppo, Bill, Earl Brown e Jena McEvoy - i designer del set - erano fuori a prendere la pizza e la birra ed il risultato fu che nessuno era a casa quando siamo arrivati. Così ci siamo messi ad aspettare per un po' ed Elvis disse: "Beh, è meglio che vada" e ci siamo salutati e lui mi mise un pezzo di carta in mano.
Dissi: "Cos'è questo?" e lui sussurrò dicendomi: "E' il numero a cui puoi chiamarmi". Era il suo numero di telefono. Chiamai il giorno seguente e qualcuno rispose, dicendomi che non mi era permesso arrivare ad Elvis.
L'unica volta in cui comunicai con Elvis fu attraverso Billy Goldenberg, che fece la musica per "Change Of Habit", e mi fece avere un messaggio da parte di Elvis.
Dopo lo special ci fu quella finestra di opportunità che lui non sfruttò e finì per diventare un cantante da saloon a Las Vegas, perchè il Colonnello amava il gioco d'azzardo ed è così che finirono.
Credo che Elvis volesse veramente uscire e sfruttare l'occasione del Comeback per provare cose nuove. Il '68 Special dimostrò ad Elvis che lui non era qualcosa di passato. Credo che fino al '68 Comeback Special avesse tantissimi dubbi e domande riguardo il suo talento e le sue capacità.
Ha riscoperto se stesso nello special del '68.
il " '68 Comeback Special" ha fatto uscire Elvis dal suo guscio e gli ha permesso di fare quello che amava fare, ossia esibirsi davanti ad un pubblico. Fu questo a dargli l'ispirazione per tornare sul palco.