Oggi, l'immagine del Re, fiancheggiato da dozzine di Elvis e abbigliato di nero con un duro sguardo sul suo volto, è diventata un'icona.
Lo special, conosciuto allora semplicemente come "ELVIS", ha rilanciato la sua carriera ed ha dimostrato che, dopo quasi un decennio a fare film, lui era ancora uno degli artisti più eccitanti sulla piazza.
Ora Binder spera che il film raggiunga un nuovo pubblico, quando lo special verrà proiettato nei cinema questo mese per commemorarne il 50° anniversario.
La "Fathom Events" proietterà il film il 16 ed il 20 Agosto in vari cinema di tutto il mondo.
"Queste proiezioni significano molto per me" dice Binder. "A parte tutti i fans di Elvis nel mondo - e ce ne sono a milioni! - penso che sia una buona cosa che le nuove generazioni, che hanno avuto una sorta di lavaggio del cervello, sappiano quanto è stato importante Elvis nel mondo e abbiano la possibilità di vederlo".
Come bonus, il regista si è seduto per un'intervista di 19 minuti con Priscilla Presley, per un racconto che accompagnerà la proiezione.
In un passaggio, qui in anteprima, Binder parla delle prove, di come è stata decisa la scaletta e racconta alcuni aneddoti sul duro manager di Elvis Presley, il Colonnello Tom Parker, e le richieste per una canzone natalizia da inserire nello special.
Come Binder ricorda, lo scontro ha portato ad una situazione di stallo, ed Elvis è dovuto intervenire.
Binder ha pensato intensamente ad Elvis Presley ultimamente, visto che ha lavorato ad un libro dedicato allo special – il titolo del libro è "Comeback '68 : The Story Of the Elvis Special" - in cui ha inserito fotografie, memorabilia (come la sceneggiatura che i suoi autori hanno redatto per la parte di "improvvisazione" inserita nello special) ed i suoi stessi oggetti personali.
Il libro, presentato da Steve Binder in persona, sarà presentato alla prossima Elvis Week a Graceland.
"Ho scritto il libro perché, leggendo tutti questi libri su Elvis, si sentono tante storie raccontate da terze persone" dice. "Alcune sono accurate sotto alcuni aspetti, ma altre no, ed io ho capito che ero in grado di chiarire un sacco di cose che la gente racconta e che ha sentito".
In aggiunta, Binder si sta consultando con la NBC per uno special con i grandi artisti che hanno contribuito alle canzoni dello special del 1968.
Sta poi lavorando ad un documentario, sempre focalizzato sul " '68 Comeback Special", e sta collaborando con il regista Baz Luhrmann per un film biografico dedicato ad Elvis Presley, le cui riprese inizieranno nel 2019.
Steve Binder dice che una parte del motivo per cui il “ '68 Special” è stato un grande successo, è perchè lui è riuscito a mettere Elvis a proprio agio.
Alla vigilia dello spettacolo, Elvis era nervoso - come lo storico batterista D.J. Fontana e la cantante Darlene Love hanno raccontato a "Rolling Stone" l'anno scorso - ma Binder ha messo la situazione in un modo tale che Elvis non doveva preoccuparsi di nient'altro, se non di esibirsi.
"Il mio più grande contributo fu dirgli 'Elvis, tu fai un album ed io ci metterò le foto. E non voglio che tu sappia dove sono le telecamere".
"Nei concerti televisivi, fino a quel momento, si metteva un pezzo di nastro sul pavimento e si diceva all'artista di stare lì e lo si riprendeva frontalmente. Io ero determinato a farlo sembrare un vero concerto e volevo che fosse tridimensionale".
Ha anche lavorato con la produzione affinchè Elvis venisse reso splendido, vestendolo con un abito su misura ed inserendo una scritta gigante ELVIS dietro di lui (prendendo ispirazione dal "The Judy Garland Show").
Durante il periodo delle prove, Presley chiese di trasferirsi nello studio per accorciare i suoi spostamenti.
Ha detto: "Forse, se avessi il camerino abbastanza grande, potrei portarci dentro un letto", ricorda Binder, ridendo.
"Ed è quello che abbiamo fatto, e quello è stato il motivo per cui abbiamo fatto la sequenza acustica. Ogni giorno, dopo le prove o la registrazione, Elvis andava nel suo camerino, e ci si ritrovava questo incredibile artista, totalmente rilassato, mentre si divertiva raccontandosela con tutti".
Binder portò l'idea al Colonnello, che, inizialmente, non fu d’accordo, ma poi acconsentì, dando il via ad un memorabile summit formato da Elvis Presley e dai suoi amici e colleghi, come D.J. Fontana.
E' stata una cosa rilassata e divertente, che ha fatto uscire il senso dell'umorismo di Elvis e gli ha permesso di staccare la spina su "Hound Dog", "Lawdy Miss Clawdy" e altre canzoni.
"Sapevo che quello era il cuore e l'anima dello spettacolo", dice Binder.
Alla fine, Binder si ritrovò tra le mani troppo materiale, e tutto buono, ed ottenne una versione di 90 minuti dello special. Supplicò la NBC di espandere la trasmissione, prevista per un'ora, ad un'ora e mezza, ma i dirigenti gli dissero di no.
Dopo la morte di Elvis Presey, trasmisero la versione più lunga, che ora è la versione più conosciuta.
Lo special, successivamente, è menzionato come uno dei momenti più importanti della vita e della carriera del Re del rock’n’roll.
"Il '68 Elvis Comeback Special" è stato molto più di un ritorno. E’ stato molto più grande di quanto era stato offerto alla carriera di Presley", dice Spencer Proffer, produttore della proiezione cinematografica imminente.
"In realtà ha spianato la strada per eventuali ritorni di altri artisti, in seguito ad un declino della loro carriera, sia intenzionale o non. Sono onorato di collaborare con Steve Binder, “Fathom Events” e “Authentic Brands Group” nella realizzazione del libro di Steve, nel quale si racconta la creazione dello special ed il suo ampliamento su varie piattaforme multimediali, tutte in commemorazione del ritorno di Elvis Presley".
"Elvis e la sua musica hanno un posto nel cuore di molti fans in tutto il mondo" ha detto Ray Nutt, CEO della Fathom Events. "Vogliamo offrire a queste persone un modo per vivere l'esperienza e commemorare insieme l'anniversario di questa leggendaria esibizione, portandoli nei cinema di tutto il mondo".
Quando ripensa alle difficoltà che ha affrontato per realizzare tutto questo, Binder è particolarmente felice per la longevità dello special.
"L'ho creato nel 1968 e pensavo che sarebbe stato trasmesso una volta sola per 48 minuti, dopodichè tutto sarebbe finito lì" ha detto. "Pertanto sono emozionato all'idea che stia tornando 50 anni dopo".
Come Binder ricorda, lo scontro ha portato ad una situazione di stallo, ed Elvis è dovuto intervenire.
Binder ha pensato intensamente ad Elvis Presley ultimamente, visto che ha lavorato ad un libro dedicato allo special – il titolo del libro è "Comeback '68 : The Story Of the Elvis Special" - in cui ha inserito fotografie, memorabilia (come la sceneggiatura che i suoi autori hanno redatto per la parte di "improvvisazione" inserita nello special) ed i suoi stessi oggetti personali.
Il libro, presentato da Steve Binder in persona, sarà presentato alla prossima Elvis Week a Graceland.
"Ho scritto il libro perché, leggendo tutti questi libri su Elvis, si sentono tante storie raccontate da terze persone" dice. "Alcune sono accurate sotto alcuni aspetti, ma altre no, ed io ho capito che ero in grado di chiarire un sacco di cose che la gente racconta e che ha sentito".
In aggiunta, Binder si sta consultando con la NBC per uno special con i grandi artisti che hanno contribuito alle canzoni dello special del 1968.
Sta poi lavorando ad un documentario, sempre focalizzato sul " '68 Comeback Special", e sta collaborando con il regista Baz Luhrmann per un film biografico dedicato ad Elvis Presley, le cui riprese inizieranno nel 2019.
Steve Binder dice che una parte del motivo per cui il “ '68 Special” è stato un grande successo, è perchè lui è riuscito a mettere Elvis a proprio agio.
Alla vigilia dello spettacolo, Elvis era nervoso - come lo storico batterista D.J. Fontana e la cantante Darlene Love hanno raccontato a "Rolling Stone" l'anno scorso - ma Binder ha messo la situazione in un modo tale che Elvis non doveva preoccuparsi di nient'altro, se non di esibirsi.
"Il mio più grande contributo fu dirgli 'Elvis, tu fai un album ed io ci metterò le foto. E non voglio che tu sappia dove sono le telecamere".
"Nei concerti televisivi, fino a quel momento, si metteva un pezzo di nastro sul pavimento e si diceva all'artista di stare lì e lo si riprendeva frontalmente. Io ero determinato a farlo sembrare un vero concerto e volevo che fosse tridimensionale".
Ha anche lavorato con la produzione affinchè Elvis venisse reso splendido, vestendolo con un abito su misura ed inserendo una scritta gigante ELVIS dietro di lui (prendendo ispirazione dal "The Judy Garland Show").
Durante il periodo delle prove, Presley chiese di trasferirsi nello studio per accorciare i suoi spostamenti.
Ha detto: "Forse, se avessi il camerino abbastanza grande, potrei portarci dentro un letto", ricorda Binder, ridendo.
"Ed è quello che abbiamo fatto, e quello è stato il motivo per cui abbiamo fatto la sequenza acustica. Ogni giorno, dopo le prove o la registrazione, Elvis andava nel suo camerino, e ci si ritrovava questo incredibile artista, totalmente rilassato, mentre si divertiva raccontandosela con tutti".
Binder portò l'idea al Colonnello, che, inizialmente, non fu d’accordo, ma poi acconsentì, dando il via ad un memorabile summit formato da Elvis Presley e dai suoi amici e colleghi, come D.J. Fontana.
E' stata una cosa rilassata e divertente, che ha fatto uscire il senso dell'umorismo di Elvis e gli ha permesso di staccare la spina su "Hound Dog", "Lawdy Miss Clawdy" e altre canzoni.
"Sapevo che quello era il cuore e l'anima dello spettacolo", dice Binder.
Alla fine, Binder si ritrovò tra le mani troppo materiale, e tutto buono, ed ottenne una versione di 90 minuti dello special. Supplicò la NBC di espandere la trasmissione, prevista per un'ora, ad un'ora e mezza, ma i dirigenti gli dissero di no.
Dopo la morte di Elvis Presey, trasmisero la versione più lunga, che ora è la versione più conosciuta.
Lo special, successivamente, è menzionato come uno dei momenti più importanti della vita e della carriera del Re del rock’n’roll.
"Il '68 Elvis Comeback Special" è stato molto più di un ritorno. E’ stato molto più grande di quanto era stato offerto alla carriera di Presley", dice Spencer Proffer, produttore della proiezione cinematografica imminente.
"Elvis e la sua musica hanno un posto nel cuore di molti fans in tutto il mondo" ha detto Ray Nutt, CEO della Fathom Events. "Vogliamo offrire a queste persone un modo per vivere l'esperienza e commemorare insieme l'anniversario di questa leggendaria esibizione, portandoli nei cinema di tutto il mondo".
Quando ripensa alle difficoltà che ha affrontato per realizzare tutto questo, Binder è particolarmente felice per la longevità dello special.
"L'ho creato nel 1968 e pensavo che sarebbe stato trasmesso una volta sola per 48 minuti, dopodichè tutto sarebbe finito lì" ha detto. "Pertanto sono emozionato all'idea che stia tornando 50 anni dopo".