Priscilla Presley ha voluto mettere ancora una volta alcune cose in chiaro. In un'intervista di pochi mesi fa, infatti, ha rilasciato alcune dichiarazioni, per ribadire alcuni concetti, inerenti la vita di Elvis e la sua, che continuano ad essere oggetto di discussioni, su cui si dice di tutto e di più e non si mettono punti fermi.
"Sono stati scritti tantissimi libri pieni di bugie, favole, leggende metropolitane, notizie alterate, informazioni del tutto errate. A questo punto penso sia arrivato il momento di mettere in chiaro alcune cose. E, ad essere onesta con te, non vorrei mai che qualcun altro scriva un libro su di me e facesse con me quello che hanno fatto con Elvis, mostrando le cose nella loro prospettiva".
Queste dichiarazioni sono state rilasciate in occasione dell'evento "Elvis and Me - An Evening With Priscilla Presley", che ha avuto luogo il 27 Ottobre scorso allo State Theatre a New Brunswick.
Una delle idee più sbagliate che hanno preso vita su Elvis, ha detto Priscilla, riguarda l'inizio della nostra relazione.
I due si sono incontrati in Germania mentre Elvis era sotto le armi, si sono sposati nel 1967 quando lui aveva 32 anni e lei 21. Priscilla nega la speculazione secondo cui fu suo padre "in realtà a spingere per questa relazione o spingere me a stare con Elvis".
"Quando Elvis ha lasciato la Germania per tornare negli Stati Uniti, dopo aver finito il servizio militare, mio padre disse: 'Ora torniamo alle nostre vite'. Era felice che se ne fosse andato. Questa era la situazione. Elvis continuò a tenersi in contatto con me ed io gli ho scritto lettere per due anni, così i miei genitori si sono resi conto che qualcosa era andato avanti e che era più di un'amicizia".
Un altro aspetto che Priscilla vuole chiarire è la storia che si racconta sull'apertura di Graceland al pubblico. Da quando è stata aperta, nel 1982, ha dato il benvenuto ad oltre 20 milioni di turisti provenienti da tutto il mondo.
Priscilla ha spiegato che, in quel momento, era la sola a tentare di trasformare quel sogno in realtà. "Ero da sola. Nessuno mi ha sostenuta".
La coppia divorziò negli anni '70, ma dopo la morte di Elvis Presley, nel 1977, Priscilla ha sempre lavorato per tenere vivo nella memoria delle persone la musica e tutto quello che Elvis Presley aveva fatto nella sua vita.
Recentemente ha lavorato per la realizzazione di album in cui la voce di Elvis Presley viene accompagnata dalla Royal Philharmonic Orchestra: "If I Can Dream" nel 2015, "The Wonder Of You" nel 2016 e "Christmas with Elvis Presley and The Royal Philharmonic Orchestra" nel 2017.
"Questo era in realtà un suo sogno: cantare con un'intera orchestra" ha detto Priscilla. "Elvis amava la pienezza di quel tipo di suono".
Mentre racconta episodi sulla sua vita, Priscilla riflette su quello che ha imparato da Elvis, specialmente sulle esibizioni dal vivo.
"Elvis era nervoso ad ogni spettacolo, e pensava che se non eri nervoso significava che non ti importava. Mi ha insegnato che ogni pubblico è diverso. Non puoi dipendere da un pubblico che ti ama. Devi andare oltre.
Elvis era spontaneo. Gli piaceva la spontaneità. Non voleva rimanere attaccato ad uno stile musicale, ad un tipo di musica. A volte si gettava in qualcosa...una canzone a cui pensava in quel momento e che voleva cantare, e la band doveva essere pronta per questo tipo di cose. Loro lo conoscevano bene e sapevano come poteva stravolgere le cose e aspettarsi sempre l'inaspettato. Quei piccoli consigli mi hanno aiutata moltissimo".
E dopo oltre 60 anni da quando Elvis Presley ha sconvolto il mondo della musica, Priscilla pensa a quello che i giovani artisti potrebbero imparare dall'esempio del suo ex marito.
"Elvis non è stato una meteora. Non è successo nel modo in cui probabilmente hai letto, ossia che è arrivato sulla scena ed era tutto fatto. Elvis si è esibito nelle scuole, negli auditorium, nei centri commerciali, in luoghi piccoli all'inizio. Se si guarda indietro, viene da dire "Oddio, non ne avevo idea. E' stato al Louisiana Hayride, si è esibito in parchi o qualsiasi altra parte. E' stato un lavoro duro, senza arrendersi. Non si sapeva mai cosa sarebbe successo il giorno dopo".